Parto cesareo: Italia al secondo posto in Europa

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 23/04/2015 Aggiornato il 23/04/2015

Dopo Cipro, il nostro è il Paese con il numero più elevato di donne che ricorre al parto cesareo. Ecco per quali ragioni

Parto cesareo: Italia al secondo posto in Europa

Nonostante le numerose campagne di informazione condotte negli ultimi anni, l’Italia resta ai primissimi posti in Europa, seconda solo a Cipro, per numero di donne che partorisce con il parto cesareo. Lo rivela il progetto Euro-Peristat, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Bjog: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology.

Un progetto internazionale

Euro-Peristat è un progetto internazionale che ha visto il coinvolgimento di ben 26 paesi dell’Unione Europea, oltre a Norvegia, Islanda e Svizzera. Per quanto riguarda l’Italia, il ruolo di coordinamento è stato svolto dall’Unità di Ricerca di Epidemiologia Perinatale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, con la collaborazione della Direzione Generale del Sistema Informativo e Statistico Sanitario del ministero della Salute e di quella per le Statistiche Socio-Demografiche e Ambientali dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Gli esperti hanno analizzato il tasso di parto cesareo nei diversi Stati, per cercare di scattare una fotografia il più possibile precisa della situazione attuale.

In caso di gravidanze gemellari

Dall’analisi dei dati si è visto che il ricorso al parto cesareo è molto variabile. Si va da una percentuale del 52% registrata a Cipro a una del 14.8% registrata in Islanda. Ciò anche se si considerano le variabili che più possono influire sul tipo di parto, come gravidanza gemellare, posizione del bebè, età della mamma. Basti pensare che in Norvegia, Islanda, Finlandia e Olanda, meno della metà delle nascite gemellari avviene con parto cesareo, mentre a Malta e Cipro oltre 9 donne su 10 in attesa di gemelli non partoriscono per via naturale. Oppure che nel caso di bebè in posizione podalica, meno di tre quarti delle donne norvegesi e finlandesi subisce il taglio, contro più del 90% delle donne di altri Paesi, fra cui l’Italia. Le ragioni? Sicuramente queste differenze sono legate a modalità di organizzazione e finanziamento dei sistemi sanitari differenti nei diversi territori. Anche le aspettative dei genitori e l’influenza delle opinioni del personale sanitario ricoprono un ruolo importante.

La situazione italiana

Per quanto riguarda il nostro Paese, il tasso di tagli cesarei è ancora alto: la percentuale, infatti, è del 38%, nonostante l’Organizzazione mondiale dalla sanità indichi come soglia ideale il 15%. “Il dato sull’elevata frequenza del parto cesareo in Italia, superato in Europa soltanto da Cipro, è ben noto, e solo parzialmente giustificato dalla età elevata delle madri italiane. Esistono notevoli differenze tra regioni, e quindi si pongono a livello nazionale gli stessi interrogativi sull’appropriatezza dell’intervento sollevati dalle differenze europee” spiega Marina Cuttini, coautrice dell’articolo pubblicato su Bjog. Fortunatamente negli ultimissimi anni qualcosa si è smosso, anche a livello istituzionale. La speranza è che si compiano ulteriori passi nella direzione di una minore medicalizzazione del parto.

 

 

 

In breve

PER PAURA DI SOFFRIRE

In Italia, alcune donne finiscono con il volere il parto cesareo per paura di soffrire durante il travaglio e il parto naturale. Infatti, l’anestesia epidurale, che permette di non sentire dolore durante il parto vaginale, non è ancora garantita a tutte le mamme.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti