Parto in casa: attenzione ai rischi

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 16/07/2019 Aggiornato il 11/12/2019

La Società italiana di neonatologia ribadisce la sua posizione contraria alla pratica del parto in casa ed elenca i rischi correlati

Parto in casa: attenzione ai rischi

Partorire in ospedale è più sicuro che tra le mura domestiche, ribadiscono gli specialisti della Società italiana di neonatologia. Un recente studio israeliano lo conferma, dimostrando che con il parto in casa i rischi di complicazioni per mamma e neonato si triplicano e la possibilità di mortalità neonatale è 2,6 volte maggiore rispetto a un parto in ospedale.

Problemi sempre possibili

I neonatologi ribadiscono di sconsigliare la scelta del parto in casa, poiché anche nelle condizioni ideali non è possibile escludere con certezza complicazioni per la salute di mamma e neonato. Sebbene, infatti, la maggior parte delle donne sane vada incontro a una gravidanza a termine senza problemi e a un parto fisiologico, che nella gran parte delle nascite potrebbe realizzarsi senza la necessità di interventi medici, esiste una percentuale di rischi, in particolare nelle primigravide, che si verifichino complicanze improvvise e non preventivabili che richiedono un intervento del ginecologo e/o del pediatra-neonatologo, nonché attrezzature e strumentazioni che solo un ospedale può garantire.

Mancano i controlli alla nascita

Anche in caso di parto fisiologico, poi, ci sono tutti i controlli da fare per la valutazione completa sullo stato di salute del neonato come lo screening metabolico allargato, lo screening per le cardiopatie congenite, lo screening audiologico, il test del riflesso rosso, la valutazione e il monitoraggio dell’iperbilirubinemia e ipoglicemia, calo ponderale, che possono essere effettuati soltanto in una struttura ospedaliera, grazie a una équipe multidisciplinare qualificata e specializzata.

Pericolo gravi conseguenze

I dati dimostrano come il parto in casa comporti aumentati rischi di mortalità e morbilità materna e neonatale, perché non è possibile controllare parametri clinici e strumentali e, in caso di emergenza, è più complicato intervenire tempestivamente. Anche in Olanda, patria del parto a domicilio, questa pratica ha subito una costante e progressiva riduzione, passando da circa il 40% negli anni ‘90 al 17% del 2017.

 

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

La scelta di partorire in casa rappresenta lo 0.5-2% dei casi. In Italia si stimano circa 500 parti all’anno a domicilio o in casa maternità, quindi lo 0,1% dei circa 450.000 nati/anno.

 

Fonti / Bibliografia

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