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Il parto in casa, o parto a domicilio, è una modalità che negli ultimi tempi richiedono sempre più donne, per un desiderio diffuso di tornare a vivere la nascita in modo più naturale, senza troppi interventi esterni. Chi lo sceglie intende mettere al mondo il bimbo nel proprio letto, tra le mura domestiche, con una o più ostetriche di fiducia e la presenza dei famigliari.
Tuttavia il parto in casa deve necessariamente avvenire in condizioni di sicurezza, per tutelare il benessere della mamma e del bambino. Occorrono controlli ginecologici e neonatologici, per essere certi che non sussistano problemi e deve essere garantito il trasporto in ospedale in caso di necessità.
Per questo motivo è possibile scegliere il parto a domicilio solo se la gravidanza ha avuto un decorso normale e madre e figlio stanno bene.
I rischi del parto in casa
Anche secondo quanto ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità per un’esperienza positiva della nascita, una donna ha il diritto di scegliere, per partorire, il luogo nel quale si sente più a proprio agio. Per questo, se ben condotto, il parto in casa permette un migliore legame mamma-bambino, favorisce l’avvio dell’allattamento naturale, coinvolge maggiormente gli altri componenti della famiglia in nuove dinamiche.
Esistono però alcuni rischi che non si possono prevedere e che possono comparire anche in una gravidanza che si è svolta senza problemi. Soprattutto nelle donne alla prima gravidanza, secondo quanto sostenuto dalla Società Italiana di Neonatologia – Sin, il parto in casa può essere rischioso e possono verificarsi situazioni improvvise e non prevedibili, che richiedono un intervento da parte del ginecologo o del pediatra e del neonatologo oppure di altri medici.
Queste le situazioni in cui ci si potrebbe trovare:
- Può essere necessario effettuare un cesareo imprevisto, che richiede in tempi brevi la presenza di altre figure, per esempio un anestesista
- Esiste il rischio di un’emorragia dopo il parto, che, sebbene raramente, può comparire anche se la gestazione non ha avuto problemi. In questo caso occorre effettuare trasfusioni di sangue e utilizzare strumenti che sono disponibili nell’immediato solo in ospedale
- Anche quando tutto si svolge in modo regolare, a casa non è possibile effettuare la valutazione completa dello stato di salute del neonato, che comprende lo screening per le malattie metaboliche, per esempio la fibrosi cistica, lo screening audiologico per individuare precocemente problemi dell’udito, la valutazione e il monitoraggio di iperbilirubinemia, ipoglicemia, calo ponderale e altri controlli che si possono effettuare solo in ospedale
- Se poi si verificano situazioni non prevedibili che riguardano la salute del bambino, è necessario un trasporto repentino in ospedale in condizioni di sicurezza e nel minore tempo possibile perché ogni minuto può essere prezioso.
“Anche nelle condizioni ideali non è possibile escludere con certezza complicazioni per la salute di mamma e neonato” avverte il professor Fabio Mosca, presidente della Sin. “Dati scientifici provano che il parto a domicilio comporta un aumentato rischio di mortalità e morbilità materna e neonatale, poiché a casa non è possibile controllare adeguatamente parametri clinici e strumentali. Inoltre, in caso di emergenza, è più complicato intervenire tempestivamente”.
Possibili conseguenze
La scelta di ricorrere al parto in casa, secondo la Sin, può inoltre esporre ad alcuni rischi che invece non si corrono con la nascita in ospedale, che dal secolo scorso ha permesso di ridurre la mortalità di mamma e neonato e di evitare le complicanze che possono seguire parti complessi.
Il parto a domicilio senza assistenza, o peggio il parto in casa da sole, di nascosto se ci si trova in una situazione difficile, espone a conseguenze da non sottovalutare. “Anche in Olanda, patria del parto a domicilio, questa pratica ha subito una costante e progressiva riduzione, passando da circa il 40% negli anni ’90 al 17% del 2017” aggiunge l’esperto. Ecco quali possono essere le conseguenze di un parto in casa non gestito in modo adeguato.
Mortalità neonatale più elevata
Il parto in casa può esporre a un maggiore rischio di complicazioni per mamma e neonato e la mortalità neonatale è 2,6 volte maggiore rispetto al parto in ospedale. Questo si verifica quando nell’organizzazione del parto a domicilio non si riesce ad assicurare un tempestivo trasporto del neonato e della mamma in un ospedale attrezzato con neonatologia e terapia intensiva neonatale.
Eventuali condizioni del neonato, per esempio la necessità di essere rianimato, richiedono un intervento immediato e possono verificarsi anche nelle gestazioni definite a basso rischio, in cui la donna non ha mai manifestato problemi.
Danni neurologici
Sembra che compaiano più frequentemente danni neurologici e convulsioni durante il parto a domicilio, che sempre secondo i dati della Sin si verificano 0,4-0,6 volte su 1.000 nascite, un rischio tre volte superiore a quello del parto in ospedale. Anche questo succede se il bambino non riesce ad essere trasportato rapidamente in una Terapia intensiva neonatale.
I danni neurologici possono verificarsi in caso di asfissia, ossia quando il bambino resta senza ossigeno per diversi minuti e, quindi, le cellule del sistema nervoso subiscono un danno.
Distocia di spalla
La distocia di spalla fa parte di quello che viene definito parto distocico e che non sempre si può prevedere. Compare quando il neonato ha già la testa libera, ma a un certo punto si ritrae, incassando il capo tra le spalle.
In questo modo, una di esse si incastra dietro l’osso pubico della madre e non riesce ad essere liberata nonostante le manovre ostetriche. Per risolvere la situazione è necessario un intervento chirurgico che non può essere eseguito a casa, ma richiede il trasporto rapido in ospedale.
Emorragia post partum
L’emorragia post partum è una complicanza che può verificarsi anche quando la gestazione si svolge senza problemi. Consiste in una perdita di sangue che può essere dovuta al laceramento del collo dell’utero, a espulsione della placenta in mancanza di contrazione dell’utero, a problemi di coagulazione, a lacerazione di tessuti nella zona genitale della donna.
Può non essere prevedibile ed è una delle condizioni più serie che possono verificarsi dopo il parto.
Mancato secondamento
Il secondamento è l’espulsione della placenta, che si verifica in modo spontaneo dopo la nascita del bambino. Se il secondamento non avviene, è necessario rimuovere la placenta manualmente. Questo può però richiedere un’anestesia o un’analgesia, che possono essere eseguite solo in ambiente ospedaliero.
Per ridurre questi rischi durante il parto in casa, è indispensabile essere seguite da personale specializzato, adeguatamente formato e in grado di gestire le emergenze.
Cosa dice la legge sul parto a domicilio: le differenze regione per regione
Non esistono dati ufficiali relativi al parto in casa, ma secondo le stime della Società Italiana di Neonatologia la scelta di partorire presso il proprio domicilio rappresenta lo 0,5-2% dei casi a seconda delle aree geografiche, per un totale di circa 500 nascite a casa, pari allo 0,1% su un totale di 450.000 nuovi nati per ogni anno.
Nel nostro Paese, è possibile partorire in sicurezza in ambiente extraospedaliero grazie alle ostetriche e ai team ostetrici presenti sul territorio italiano. Questo vale sia per il parto in casa, sia per la nascita in casa di maternità.
Il parto in casa a Milano
Partorire in casa a Milano e in generale in Lombardia è una realtà diffusa da tempo, offerta sia da associazioni di ostetriche professioniste, sia da ospedali. Il servizio tuttavia è ancora a carico del cittadino e il costo si aggira attorno ai 2.000 euro a seconda di dove ci si rivolge.
Partorire in casa in Emilia Romagna
In Emilia Romagna il parto in casa prevede un rimborso per le spese sostenute. Per poter avere il rimborso è necessario rivolgersi alla propria Azienda Usl di competenza, entro l’ottavo mese di gravidanza.
Una volta che il parto è avvenuto in casa, si deve presentare la documentazione che comprende per esempio, certificato di assistenza al parto, scheda dell’ostetrica, autocertificazione del parto avvenuto a domicilio e altro. La Regione copre fino all’80% delle spese sostenute.
Parto in casa a Roma
Partorire a casa a Roma e nella Regione Lazio è possibile a patto che un ginecologo oppure un’ostetrica del SSN attesti che si tratta di un parto senza rischio di complicanze.
Anche in questo caso il rimborso che si può ottenere è fino a 800 euro ed è necessario presentare per tempo la domanda e la relativa documentazione.
Parto a casa a Torino
A Torino e in generale nella Regione Piemonte è possibile usufruire di un rimborso per le spese sostenute per il parto in casa, fino a 930 euro. È necessario presentare domanda alla Asl e presentare i documenti richiesti.
Parto in casa nelle Marche
Nelle Marche, il parto in casa viene rimborsato fino a 1.200 euro, che si riducono a 400 se la nascita avviene in ospedale come può succedere.
Per poter partorire in casa e richiedere il rimborso, alla 34a settimana si deve presentare alla Azienda sanitaria di zona una dichiarazione di consenso informato della gestante e del partner, insieme con la dichiarazione di presa in carico dell’ostetrica che ne attesta la responsabilità.
In Trentino-Alto Adige
In Trentino, per poter accedere al rimborso spese per il parto in casa (che può arrivare fino a 1.000 euro), si devono presentare alla Azienda provinciale servizi sanitari la copia dichiarazione di nascita e di assistenza ostetrica o autocertificazione, oltre alla copia della documentazione fiscale e della documentazione di pagamento relativa all’assistenza al parto effettuata dalle ostetriche abilitate, che operano in regime libero professionale.
Anche in Alto Adige esiste un rimborso, inferiore, che si può richiedere entro 90 giorni dal parto in casa presentando la documentazione all’azienda sanitaria. In tutte le altre Regioni italiane, il parto in casa resta a carico di chi lo sceglie.
Le regole di sicurezza delle ostetriche
La necessità di tutelare la sicurezza del parto in casa, prevedendo possibili complicazioni ed evitando rischi, è ribadito dalle ostetriche professioniste che si dedicano alla nascita domiciliare.
L’associazione Nascereincasa, per esempio, ha redatto indicazioni ben precise a tal proposito, che vanno seguite nel caso si abbia intenzione di mettere al mondo il bambino a casa.
Vanno valutati criteri relazionali e ambientali oggettivi, per stabilire se quella gravidanza può concludersi con una nascita al proprio domicilio o in casa di maternità, utilizzando linee guida che stabiliscono che:
- la gravidanza è a basso rischio e a termine
- presenta aspetti clinici e anamnestici rassicuranti
- esiste una buona relazione tra le ostetriche e la coppia.
Inoltre, l’ostetrica deve essere in grado di individuare eventuali condizioni di rischio per le quali studia un appropriato piano di assistenza nel caso si renda necessario un accompagnamento in una struttura ospedaliera di riferimento sul territorio, in tempi rapidi.
Questo dovrebbe essere garantito dal Sistema Sanitario Nazionale ma, se non è previsto nelle strutture di riferimento della zona di residenza, l’ostetrica suggerisce alla donna di prendere contatto con la clinica o l’ospedale. È l’ostetrica stessa ad avvisare la struttura ospedaliera in caso di trasferimento e, se possibile, è presente per assistere mamma e bambino durante la nascita in ospedale.
Se invece il parto avviene in casa, si allerta il pediatra neonatologo che visita il bambino subito dopo la nascita e documenta la sua visita nella cartella integrata.
L’ostetrica torna presso il domicilio di mamma e bebè nei giorni successivi a visitare la donna, a seguirla nell’avvio dell’allattamento e segue il recupero psico-fisico nelle prime 4-6 settimane dopo il parto.
La decisione di rivolgersi solo a ostetriche abilitate riduce notevolmente i rischi che si possono presentare con il parto in casa. La coppia che sceglie questa modalità deve esserne ben consapevole.
In breve
Partorire in casa è il desiderio di molte coppie che desiderano una nascita più naturale e meno medicalizzata. E’ però necessaria la presenza di ostetriche appositamente formate e deve essere garantito il trasferimento tempestivo in ospedale
Fonti / Bibliografia
- PARTO IN CASA: RISCHIOSO E DA EVITARE | SIN Società Italiana di NeonatologiaLa Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce la sua posizione contraria a questa antica pratica in occasione della Giornata Mondiale del Parto a domicilio
- Fabio MoscaScopri il profilo di Fabio Mosca
- https://www.epicentro.iss.it/itoss/pdf/dossier_emorragia_postpartum_finale_2017_def.pdf
- Nascere in casa – Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità