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Le ragioni non sono ancora completamente chiare, anche se sicuramente un ruolo importante è giocato dal ricorso sempre più massiccio alla fecondazione assistita e dalla tendenza a fare figli tardi. Quel che è certo è che è in netto aumento il numero di donne che rischia un parto prematuro. Fortunatamente, esistono alcune soluzioni per ritardare la data di nascita del bebè. Una delle più innovative potrebbe essere rappresentata dal pessario cervicale.
Un anello di vari materiali e dimensioni
Il pessario è uno strumento introdotto molti anni fa per il trattamento del prolasso genitale e dell’incontinenza urinaria. Si tratta di un particolare dispositivo medico: una specie di anello, realizzato in gomma, plastica o silicone, di diverse dimensioni. Fino a poco tempo fa veniva utilizzato solo a livello vaginale per mantenere l’utero in posizione normale oppure come metodo anticoncezionale. Infatti, può impedire la penetrazione degli spermatozoi nelle vie genitali femminili o creare uno stato di infiammazione e un’irritazione dell’utero che impediscono l’annidamento dell’uovo.
Potrebbe impedire la dilatazione
Recentemente, alcuni esperti hanno proposto di ricorrere al pessario anche per prevenire il parto prematuro. Sembra, infatti, che collocare il dispositivo a livello della cervice, ossia il collo dell’utero, aiuti a mantenerlo chiuso e, dunque, a prevenire una dilatazione anticipata e a evitare un accorciamento eccessivo (il collo dell’utero si accorcia in vista del parto).
Gli studi sono a favore
Gli studi condotti fino a ora in proposito dimostrano che l’utilizzo del pessario per ridurre il rischio di parto pretermine è efficace. Per esempio, una ricerca condotta su donne con una lunghezza della cervice ridotta, pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet, ha dimostrato che il ricorso al dispositivo ha ridotto in modo significativo il rischio di nascite premature prima delle 34 settimane di gestazione. Un’altra ricerca ha rivelato che questa metodica potrebbe essere una valida alternativa al cerchiaggio, una pratica che consiste nel posizionare una benderella sul collo dell’utero così da tenerlo chiuso. Rispetto a quest’ultimo, è un trattamento più semplice, viene eseguito in ambulatorio e senza il ricorso ad anestesia.
Servono ulteriori conferme
Al momento, comunque, la tecnica è considerata ancora sperimentale, perché i dati a disposizione sono ancora insufficienti. La speranza è che possa essere confermata al più presto la sua efficacia nella prevenzione dei parti prematuri.
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