Parto pretermine: è possibile “prevederlo”?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 08/05/2013 Aggiornato il 08/05/2013

Se il piccolo viene alla luce prima della 37a settimana di gravidanza si parla di parto pretermine. Un evento che è favorito dalla presenza di determinate situazioni. E che, almeno fino a un certo punto, si può prevenire

Parto pretermine: è possibile “prevederlo”?

Si parla di parto pretermine se avviene prima della 37a settimana di gestazione: in Italia si registrano poco più del 6 per cento di casi sulle nascite totali. Se negli ultimi 30 anni non è cambiata sostanzialmente la percentuale di incidenza del fenomeno, per fortuna è decisamente aumentato il numero dei neonati che sopravvivono. Tanto dipende ovviamente dalla settimana in cui ha luogo il parto pretermine.

I fattori di rischio

Ci sono alcune situazioni che possono favorire un parto pretermine; ecco le principali:
– caratteristiche della donna incinta (età inferiore a 17 anni o superiore a 40 anni, statura o peso corporeo al di fuori dei valori normali, gemellarità familiare);
– esiti di gravidanze precedenti (aborti, decessi neonatali, precedenti parti pretermine);
– malattie materne (diabete, ipertensione arteriosa, anemie, insufficienze cardio-respiratorie, malformazioni e infezioni uro-ginecologiche, traumi);
– condizioni fetali (ritardo di crescita intrauterina, gemellarità, malformazioni);
– cause placentari o annessiali (annidamento anomalo dell’ovulo, placenta previa, distacco di placenta, rottura precoce delle membrane).

È importante la prevenzione

È fondamentale innanzitutto sottoporsi a controlli periodici, che permettano al ginecologo di valutare l’andamento del collo dell’utero e individuare la presenza di fattori di rischio. È bene poi comunicare al medico se si avvertono contrazioni, con quale frequenza capitano episodi di febbre (anche di origine influenzale), o se si notano perdite vaginali insolite o irritazioni. Alcuni studi evidenziano come l’ecografia al collo dell’utero possa essere un esame utile per dare indicazioni sull’imminenza di un parto prematuro. Va sottolineato che raramente una condizione di rischio è sostenuta da un’unica causa: spesso fattori di diversa natura si sovrappongono e si intrecciano.

Riposo e letto e farmaci specifici

Oltre agli interventi specifici per il fattore di rischio individuato, è fondamentale che la donna riduca tutte le condizioni di stress generati da lavori pesanti. Altrettanto importanti sono il riposo a letto protratto per 24 ore, un’alimentazione equilibrata e il ricorso a sedativi, a farmaci che riducono le contrazioni uterine e, nei casi indicati, al cerchiaggio cervicale.

 

In breve

ATTENZIONE ALL'ETA' E A CERTE MALATTIE

Se la donna ha meno di 17 anni e più di 40 o soffre di determinate patologie (come diabete, ipertensione arteriosa e insufficienze cardio-respiratorie) ha maggiori probabilità di incorrere in un parto pretermine. Un’eventualità che in Italia riguarda il 6 per cento delle nascite ogni anno.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Aborto spontaneo: dopo quanto si può cercare un’altra gravidanza?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'ovulazione si verifica 30 giorni dopo un aborto spontaneo ed è possibile concepire anche in questa circostanza senza che vi siano rischi di un qualsiasi tipo.  »

TSH del neonato: va controllato nel tempo se la madre è ipotiroidea?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se il bambino è nato a termine e se dallo screening neonatale non è emerso nulla, non è necessario fare ulteriori controlli.  »

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Fai la tua domanda agli specialisti