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Ogni anno in Italia si registrano 100 casi di risarcimento per danni alla nascita. Ogni 10mila nati, ce ne sono oltre 4 che riportano danni gravi e permanenti nel momento nel parto. Questi casi sono poco frequenti, ma hanno un impatto devastante dal punto di vista psicologico e familiare: spesso le coppie impiegano molto tempo prima di cercare un altro figlio oppure desistono dai loro propositi per la paura che la tragedia possa ripetersi.
Chiesti 600 maxi risarcimenti in 6 anni
Secondo uno studio condotto su 125 strutture pubbliche dalla compagnia assicurativa Am Trust Europe, ogni anno in Italia si registrano 100 casi di risarcimento per danni alla nascita, definiti “baby-case”. Complessivamente, sono stati richiesti 600 maxi risarcimenti in 6 anni: ognuno in media per un importo complessivo di 200 milioni di euro, circa 40 ogni anno. Il risarcimento per un bambino che nasce con problemi neuromotori dovuti a sofferenza da parto imputabile a errore medico può costare fino a 1,5 milioni di euro, secondo le attuali tabelle in vigore.
In caso di errori o negligenze
I soldi non possono restituire la felicità ai mancati genitori o far tornare in vita la creatura persa, ma aiutano a fare giustizia nei casi in cui venga accertato che il decesso sia dovuto a errori o negligenze da parte del personale medico-sanitario. A proposito del fatto che ogni anno in Italia si registrano 100 casi di risarcimento per danni alla nascita, ha fatto notizia il caso della bambina di Adria, in provincia di Padova, morta nel 2009 per motivi riconducibili a errate pratiche mediche. La mamma aveva trascorso una gravidanza serena ma al momento del travaglio e del parto non sarebbe stata seguita come prevedono i protocolli.
Le accuse ai medici
A causa della sofferenza fetale si era proceduto con un cesareo d’urgenza, ma non c’era stato nulla da fare: la bambina era nata con una grave asfissia che ne aveva decretato la morte. I medici sono stati, in seguito, accusati di omissione di controllo e l’assicurazione che tutela l’ospedale ha provveduto al risarcimento di 400 mila euro nei confronti della famiglia, evitando una sentenza di condanna. Una magra consolazione per i genitori e i nonni della piccola, che non ha avuto neppure il tempo di vedere la luce.