Parto: come scegliere la struttura più adatta (e sicura)

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 03/01/2019 Aggiornato il 07/01/2019

La scelta dell'ospedale per il parto è uno dei tanti motivi di ansia per i futuri genitori. Individuare la struttura giusta è, infatti, essenziale per poter affrontare in tutta serenità il parto. Ecco come orientarsi al meglio

Parto: come scegliere la struttura più adatta (e sicura)

Son dieci le regole da seguire per non trovarsi impreparate al parto. Con un occhio particolare alla sicurezza. Per questo è necessario informarsi al meglio e tenere conto delle numerose variabili prima di decidere. Ecco i fattori da tenere presenti in relazione alla sicurezza della struttura, al rispetto delle diverse esigenze e all’aiuto che si può ricevere nei primi giorni di vita del neonato.

Ospedale: pubblico o privato?

Importantissima è la scelta di partorire in un ospedale pubblico o privato. Se nel primo l’assistenza in caso di complicanze è garantita, nel secondo non sempre, ma c’è un clima più sereno e confortevole. Da escludere poi gli ospedali con meno di 500 parti all’anno che sono in via di chiusura. Le strutture più grandi sono sovraffollate, ma più sicure, mentre quelle più piccole vengono considerate più tranquille, ma potrebbero essere carenti su altri fronti. Inoltre, se il numero di cesarei è molto alto (oltre il 50%) e si preferisce fare un parto naturale, questa struttura è da evitare.

epidurale e posizione del parto

Se si desidera effettuare l’epidurale per alleviare i dolori del parto, ci si deve informare in anticipo per sapere se la struttura offre questo servizio. Per quanto riguarda, invece, la posizione del parto, se si preferisce stare in piedi o carponi, bisogna trovare l’ospedale che lo consenta. Inoltre, se si vuole essere seguite dalla stessa ostetrica per tutta la fase del parto, è necessario accertarsi che i turni del personale siano di 12 ore. Se poi si teme l’episiotomia, il taglietto che viene spesso effettuato per facilitare l’uscita del bambino, è bene sapere che non tutte le ostetriche applicano questa tecnica.

La presenza del papà

Quasi tutti gli ospedali ormai incoraggiano la presenza del papà in sala parto. Ma ci sono sempre delle eccezioni. Quindi, se si vuole affrontare questa esperienza assieme al proprio partner, è consigliabile chiedere in anticipo informazioni al riguardo.

Il rooming in

Se poi si ha il desiderio di non perdere un attimo dei primi giorni di vita del proprio bambino, è importante che la struttura preveda il rooming-in, fondamentale anche per un corretto avvio dell’allattamento al seno. La mamma, inoltre, dovrebbe trovare sostegno per la delicata fase di avvio alla suzione del piccolo per prevenire l’insorgenza di ragadi (dolorosi taglietti al capezzolo).

In casi particolari

Nei casi di gravidanza a rischio o gemellare è necessario affidarsi a un punto nascita di livello due (che accoglie gravidanze dalla 34° a 37° settimana e garantisce cure subintensive) o tre (che accoglie gravidanze sotto le 34 settimane e dispone di un’Unità di terapia Intensiva neonatale). Un suggerimento importante per tutte è quello di evitare il passaparola, ma visitare personalmente i centri. 

 

 

 
 
 

da sapere!

Frequentare un corso pre-parto può aiutare a conoscere più da vicino il personale e la struttura dove si intende partorire.

 

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