Le posizioni del parto naturale

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 15/05/2025 Aggiornato il 15/05/2025

In piedi, accovacciata, sdraiata, seduta: non esiste una soluzione perfetta in assoluto, la cosa migliore è che ogni futura mamma possa decidere in piena libertà come muoversi e posizionarsi

posizioni del parto

Il parto naturale non deve avvenire necessariamente in un letto. Esistono diverse posizioni che si possono assumere durante il travaglio e la fase delle spinte, in grado non solo di aumentare il benessere della mamma e di conseguenza del bambino, ma anche di influenzare l’efficacia delle contrazioni e la durata del parto stesso.

L’ideale è che la mamma abbia la possibilità di sperimentare diverse soluzioni e di adottare quelle che preferisce in ogni momento del parto in base alle proprie sensazioni, ai propri bisogni e alle proprie condizioni cliniche.

Qual è la migliore per partorire?

Non esiste una posizione ideale in assoluto in cui partorire: dovrebbe sempre essere la donna a poter scegliere la soluzione migliore per sé in ogni fase del travaglio e del parto, quella cioè in cui si sente più comoda e a proprio agio.

Fino a qualche anno fa, molti operatori sanitari e ospedali indirizzavano le future mamme verso la posizione sdraiata a letto, da alternare a delle brevi camminate. Negli ultimi tempi, invece, l’attenzione verso il benessere della mamma e la naturalità del momento della nascita è aumentata molto, per cui oggi spesso si incoraggia la donna a provare posizioni parto diverse, anche alternandole, per favorire il travaglio e anche un miglior comfort.

È importante, dunque, che la donna conosca le varie posizioni del parto naturale per vivere l’esperienza in modo più attivo, autonomo e meno medicalizzato, spesso ricavandone anche una maggiore soddisfazione complessiva e una diminuzione del dolore.

A questo scopo è molto utile frequentare i corsi preparto di accompagnamento alla nascita , che permettono alle future mamme (e ai partner) di scoprire le posizioni, provarle e acquisire fiducia nel proprio corpo. Anche l’ostetrica presente in sala parto svolge un ruolo fondamentale in questo senso.

I vantaggi di poter scegliere del posizioni parto

  • Ridurre la percezione del dolore
  • Aumentare il benessere e il comfort
  • Aiutare la progressione del travaglio sia nella fase di dilatazione sia in quella di espulsione
  • Facilitare la discesa del bambino nel canale del parto
  • Favorire l’allineamento del feto
  • Vivere un’esperienza più soddisfacente
  • Migliorare la circolazione sanguigna materna e fetale
  • Ridurre la necessità di interventi ostetrici (forcipe, ventosa, episiotomia)

Le principali posizioni

Durante la fase di travaglio attivo, quando è iniziata la dilatazione, si possono assumere diverse posizioni per aiutare il piccolo bambino a incanalarsi nella pelvi materna. In questa fase, molte donne preferiscono cambiare spesso posizione per aumentare comfort e benessere. Anche quando arriva il momento di spingere attivamente, sarebbe bene che la donna potesse scegliere in piena autonomia e libertà cosa fare.

Il supporto del partner è molto importante, sia a livello psicologico sia pratico, per esempio per sostenere la donna in certe posizioni o massaggiarle la schiena quando ha molto dolore. Ecco alcune delle posizioni che si possono adottare.

1) In piedi

Nella storia, la posizione eretta e in movimento è stata quella più adottata dalle donne per partorire. In effetti, stare in piedi e anche camminare asseconda la forza di gravità, facilitando la corretta discesa del bambino e il suo giusto posizionamento nel canale del parto. Inoltre, aiuta a rendere le contrazioni più efficaci.

2) Litotomica (sdraiata)

Con l’avvento della medicina ospedaliera moderna si è diffusa la posizione litotomica, ossia sdraiata sulla schiena su un lettino, con le gambe sollevate e divaricate, per permettere agli operatori un maggior controllo e facilitare le manovre ostetriche (monitoraggio fetale, manovra di Kristeller, visite, somministrazione di analgesici, ecc).

Tuttavia, non si tratta dell’opzione migliore da un punto di vista fisiologico. Infatti, ostacola la gravità, rendendo le contrazioni meno efficaci, e comprime vasi sanguigni importanti.

Inoltre, in questa posizione l’utero della partoriente non è bene in asse con il canale del parto e, quindi, la fase dilatante può protrarsi più del dovuto. La mamma può sentirsi poco coinvolta e avere la percezione di avere un ruolo passivo perché le sembra di non aver il controllo della situazione. In questa posizione però la mamma può riposarsi fra una contrazione e l’altra.

3) Seduta su una palla da parto

In molti ospedali oggi le donne hanno la possibilità di sedersi su supporti, come la palla da parto. Questa posizione, specie se si compiono movimenti circolari del bacino, accelera il travaglio e riduce i dolori. Inoltre, favorisce il rilassamento del pavimento pelvico e offre comfort tra una contrazione e l’altra.

Laterale (sdraiata su un fianco)

Per riposarsi quando si sente stanca, la donna può sdraiarsi sul letto, sul fianco destro. Anche questa posizione facilita l’incanalamento del bambino. Inoltre, protegge il perineo, stimola la circolazione placentare e riduce il rischio di compressione della vena cava, un’importante vena che si trova nella cavità addominale.

Accovacciata

È una posizione scelta spontaneamente da molte donne, perché è quella più naturale. Le gambe sono piegate e tutto il peso del corpo appoggia sui talloni. In questa pozione la zona muscolare del perineo si distende più facilmente, evitando il rischio lacerazioni, il diametro del bacino si allarga al massimo e le spinte risultano più efficaci. Tuttavia, dopo un po’ le gambe possono intorpidirsi e la mamma può sentire il desiderio di cambiare posizione oppure di alzarsi e camminare un po’. La posizione accovacciata favorisce la rotazione e discesa del feto e potenzia la forza di spinta. Può essere sostenuta anche con l’aiuto del partner o di uno sgabello da parto.

A carponi (posizione quadrupede)

La mamma è a quattro zampe, sul letto o su un tappetino per terra. Sembra una posizione insolita, ma in realtà aiuta il piccolo a posizionarsi correttamente e a scivolare nel canale del parto. Per questo, è particolarmente utile quando il feto è mal posizionato.

Inoltre, allevia la pressione sulla colonna vertebrale, risultando ideale per le donne con mal di schiena. Riduce il rischio di lacerazioni ed è indicata per rallentare i tempi di un travaglio molto veloce e dalle intense spinte.

 

 
 
 

In breve

Le posizioni per il parto naturale costituiscono uno strumento semplice ma molto efficace per facilitare il travaglio e l’espulsione del bambino e permettere alla donna di vivere un’esperienza più fisiologica, confortevole e soddisfacente. Non esiste una posizione perfetta in assoluto, la cosa migliore è che ogni futura mamma possa decidere in piena libertà come posizionarsi, con il supporto del personale sanitario e del partner.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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