Prematuri: meglio aspettare a tagliare il cordone

Elisa Carcano A cura di Elisa Carcano Pubblicato il 08/02/2022 Aggiornato il 08/02/2022

L'indicazione già valida per i neonati a termine viene ora estesa anche ai prematuri. Ecco perché conviene aspettare a tagliare il cordone ombelicale

Prematuri: meglio aspettare a tagliare il cordone

Il cordone ombelicale è – sia fisicamente sia emotivamente – il “collegamento” tra la mamma e il bimbo nel pancione. Per nove mesi è il veicolo attraverso cui la linfa vitale raggiunge il feto e gli permette di svilupparsi. Dal momento della nascita, pertanto, il cordone ombelicale non serve più, in quanto il neonato vive di vita propria. Ma ne siamo così sicuri? Ovvero, è proprio certo che appena il bimbo viene al mondo il cordone non serva davvero più? Il dubbio è stato sollevato da tempo dagli scienziati che, infatti, consigliano di aspettare almeno un minuto prima di tagliare il cordone. Un’ulteriore conferma arriva ora da un nuovo studio condotto sui neonati prematuri.

Aspettare conviene sempre

Lo studio  in questione, durato due anni, è stato condotto dagli esperti della University of Sydney e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Child and Adolescent Health.

Scrivono gli scienziati nel loro report: “Pensiamo che ritardando il taglio del cordone ombelicale i neonati riescono ad ottenere un maggior numero di globuli rossi e bianchi e di cellule staminali dalla placenta e ciò li aiuta a raggiungere un buon livello di ossigenazione, a controllare infezioni e a riparare eventuali lesioni ai tessuti”, spiega il coordinatore del lavoro, William Tarnow-Mordi.
Ritardare il taglio del cordone è ormai routine nei nati a termine, mentre per i prematuri vi è sempre stato il dubbio di tagliare immediatamente per prestare loro subito delle cure. “Questo studio su oltre 1500 nati prematuri, a metà dei quali è stato tagliato il cordone con un minuto di ritardo, mostra incontrovertibilmente che è meglio aspettare in ogni caso”. 

Confermate le raccomandazioni dell’Oms

Già l’Organizzazione mondiale della sanità, a seguito di precedenti studi, aveva raccomandato il ritardo nel taglio e nel clampaggio (l’applicazione di fermagli in due punti del funicolo per bloccarne il flusso di sangue) del cordone ombelicale alla nascita in assenza di controindicazioni specifiche, in tutte le nascite e, quindi, non solo nei parti naturali a termine, ma anche in quelli cesarei. Ora questo studio conferma la bontà di questa prassi anche nei nati pretermine.

Che cosa succede alla nascita

Appena il bimbo viene al mondo si procede al taglio del cordone ombelicale, gesto simbolicamente affidato al papà se – in assenza di controindicazioni – ha assistito al parto e si attende che smetta di pulsare. Numerose evidenze scientifiche hanno da tempo dimostrato che  attendere da uno a tre minuti prima di espletare questa pratica comporta numerosi benefici per i neonati. In particolare:

–  c’è un minore rischio di anemia neonatale  a 4 mesi di vita, grazie al maggior apporto di ferro che il mancato blocco del flusso di sangue placentare assicura al bebè. Più precisamente sono stati riscontrati nei bambini cui il cordone era stato tagliato “in ritardo” livelli di emoglobina più alti nei nel primi 1-2 giorni dopo la nascita rispetto agli altri;

– c’è un migliore adattamento alla vita extrauterina, grazie alla più graduale transizione dalla circolazione fetale, per cui l’ossigeno viene assicurato al nascituro attraverso lo scambio di sangue con la placenta, alla respirazione neonatale attraverso i polmoni.

Per contro, il taglio tardivo risulterebbe aumentare le probabilità che il neonato sviluppi ittero (colorazione giallastra della pelle dovuta a un elevato tasso nel sangue di bilirubina, un pigmento contenuto nella bile), ma si tratta di norma di forme molto leggere e facilmente risolvibili

Restava il dubbio se questa pratica potesse giovare anche ai neonati prematuri e ora lo studio australiano sembra avere risolto anche questo dilemma.

 

 

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

 Ritardare di appena un minuto il taglio del cordone ombelicale riduce la mortalità e il rischio di disabilità dei prematuri nati prima della 30a settimana e si riduce del 15% anche il rischio di dover ricorrere a una trasfusione di sangue.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti