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Quando la gravidanza non procede come dovrebbe e si presenta il rischio di un parto prematuro, spesso, i ginecologi prescrivono alla donna di riposare il più possibile. In futuro, però, le indicazioni potrebbero cambiare. Secondo un recente studio, infatti, il riposo a letto non diminuisce la minaccia di un parto prematuro, anzi potrebbe addirittura aumentarla.
La nuova scoperta
Gli autori della ricerca hanno analizzato un gruppo di donne incinte, giungendo alla conclusione che la presenza di un collo dell’utero accorciato si associa a una probabilità più elevata di concludere la gravidanza in anticipo. Tuttavia, il riposo a letto, a differenza di quanto si è sempre pensato, non serve, al contrario: il rischio di parto prematuro è di due volte maggiore quando alle donne viene consigliato di limitare le attività lavorative, sociali e sessuali.
Prima delle 37 settimane
Si parla di parto prematuro quando il bambino viene alla luce prima del termine delle 37 settimane di gestazione. La prematurità è considerata moderata se la nascita avviene fra le 32 e le 37 settimane di gravidanza e il peso del bambino è compreso fra i 1.500 e i 2.500 grammi. È seria, invece, se il piccolo nasce prima delle 32 settimane e pesa meno di 1.500 grammi.
Quando il collo dell’utero si accorcia
Una delle condizioni che possono portare a un parto prematuro è rappresentata dall’accorciamento del collo dell’utero: al momento della nascita del piccolo, infatti, esso è appianato completamente. Se il collo dell’utero inizia ad accorciarsi nel corso della gravidanza, spesso, si consiglia il riposo a letto, così da non sottoporre questa parte a ulteriori sollecitazioni.