A cura di “La Redazione”Pubblicato il 09/01/2015Aggiornato il 26/01/2015
La fase espulsiva è caratterizzata da un maggiore impegno da parte della donna, che adesso deve spingere attivamente, assecondando le contrazioni
In genere, le prime spinte iniziano in modo naturale, cioè quando la testa del bambino comincia a discendere lungo il canale del parto. Talvolta, però, capita che il desiderio di spingere inizi prima della completa dilatazione: in questo caso, l’ostetrica può suggerire apposite tecniche di respirazione finché arriva il momento giusto per cominciare a spingere. In questa fase la partoriente svolge un ruolo molto più attivo e diversi ospedali le consentono ormai di scegliere la posizione ritenuta più confortevole per far nascere il proprio bambino. Oltre al classico lettino ginecologico dotato di staffee maniglie, in cui la futura mamma rimane semiseduta, con le gambe divaricate e leggermente flesse, sono in genere disponibili altre modalità, più naturali, per partorire. In molti ospedali, infatti, la donna viene lasciata libera di sperimentare posizioni diverse da quella tradizionale durante il parto, per esempio può mettersi carponi, accovacciarsi, stare in piedi (abbracciata alle spalle del compagno) oppure inginocchiarsi sul pavimento.
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