Taglio del cordone ombelicale: come si procede

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 30/09/2025 Aggiornato il 30/09/2025

Si effettua, secondo indicazioni internazionali, almeno un minuto dopo il parto. Per i prematuri che non hanno bisogno di rianimazione, bastano trenta secondi. Questo permette un importante afflusso di sangue, ossigeno e nutrimento al neonato. Ne parliamo con l'ostetrica Eleonora Zorzi.

Le nuove linee guida per la donazione del cordone ombelicale

Il taglio del cordone ombelicale è una procedura di routine, ma il momento in cui si effettua è importante. Si deve infatti attendere il momento giusto dopo la nascita del bambino, in modo che il neonato possa ancora beneficiare degli ultimi, importanti apporti di sangue e ossigeno.

Tagliare il cordone dopo pochi secondi, invece che dopo almeno un minuto, può invece essere necessario nel caso in cui il neonato richieda rianimazione, come accade per i prematuri. 

Quando va tagliato il cordone

Il taglio del cordone ombelicale può essere di due tipi: precoce oppure tardivo.

  1. Il taglio o clampaggio precoce è quello che si esegue 15-20 secondi dopo la nascita del bambino.
  2. Il taglio tardivo o, più esattamente, il ritardato clampaggio del cordone, è quello che prevede di attendere da uno a tre minuti dopo la nascita, e comunque per almeno un minuto dopo la venuta al mondo del bambino, con cesareo oppure con parto vaginale.

La maggior parte delle linee guida internazionali, per esempio quelle della Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani – Aogoi o dell’American College of Obstetricias and Gynecologist – Acog, indica come tempo ideale tra uno e tre minuti dopo la nascita, per una serie di ragioni che aumenterebbero il benessere del neonato favorendo anche il suo adattamento alla vita al di fuori del pancione. Inoltre, ridurrebbe lo stress della nascita, come sostiene anche uno studio su Pediatrics.

Questo vale sia per i bambini nati a termine sia nei prematuri, a patto che non richiedano manovre di rianimazione o che non debbano essere trasferiti in terapia intensiva.

Nei bambini a termine, attendere da uno a tre minuti prima di effettuare il clampaggio assicura una migliore trasfusione placentare, ossia un maggiore afflusso di sangue e, quindi, di ferro e di ossigeno al bambino appena nato. “Il taglio del funicolo è utile e benefico anche nei neonati pretermine” assicura Eleonora Zorzi, ostetrica dell’azienda ospedaliera Aoui di Verona, specializzata in sostegno all’allattamento. “Infatti è dimostrato che questa pratica riduce la mortalità ospedaliera e migliora gli esiti neonatali di questi piccoli”.

I vantaggi del taglio del cordone ritardato

Il ritardato clampaggio del cordone apporta una serie di benefici al bambino appena venuto al mondo. “Si tratta di una pratica supportata dalle evidenze scientifiche moderne e dovrebbe essere sempre applicata quando le condizioni neonatali lo permettono, a prescindere dal tipo di parto” aggiunge l’ostetrica. “Fa parte delle buone pratiche ostetriche e ogni bambino dovrebbe poterne beneficiare”.

  • Assicura un apporto di 80-100 millilitri di sangue e 20-30 milligrammi di ferro. Questo, secondo quanto riportato da uno studio uscito Jama Pediatrics, riduce la comparsa di anemia nel neonato tra i tre e i sei mesi di vita
  • Regola la variazione di pressione arteriosa improvvisa per il neonato, che fino al momento della nascita ha respirato attraverso il cordone ombelicale stesso. Il clampaggio ritardato aiuta in questa fase di adattamento
  • Nel neonato prematuro soprattutto, l’attesa di trenta secondi mantiene stabile la pressione arteriosa, prevenendo il rischio di sovraccarico al cuore e al cervello, esponendo quindi a una inferiore possibilità che si verifichino emorragie cerebrali.

Se il neonato ha bisogno di rianimazione, si può ricorrere alla tecnica del milking, ossia della spremitura del cordone ombelicale, che permette di far giungere all’organismo del bambino il sangue ricco di ferro e ossigeno in quantità adeguata ma in un tempo minore.

Clampaggio del cordone

Il clampaggio è una manovra che precede e si accompagna al taglio del cordone ombelicale stesso. Prevede che il cordone venga pinzato con un apposito strumento per interrompere l’afflusso di sangue, per essere poi reciso. Avviene nella fase del secondamento, il momento finale del parto quando il bambino è appena venuto al mondo.

  • La placenta continua a pompare sangue dentro il cordone per diversi minuti dopo il parto. Di conseguenza, è necessario bloccare questo flusso, attraverso l’operazione detta, appunto, clampaggio
  • Per effettuarla, si impiegano due pinze chirurgiche (clamp), che interrompono il flusso sanguigno in modo che si verifichi la minore perdita possibile di sangue
  • Una delle pinze si posiziona a pochi centimetri dall’addome del bambino, l’altra a un paio di centimetri di distanza
  • Quindi si recide il cordone tra le due pinze e si effettua la medicazione del moncone sull’addome del neonato, che resta chiuso da una piccola pinza in materiale anallergico fino alla caduta
  • L’intera operazione è completamente indolore per il bambino e ha la durata di un minuto circa.

Subito dopo il taglio del cordone, è possibile raccogliere il sangue ancora fresco con un ago, riporlo in un apposito contenitore sterile e donarlo a una banca del sangue cordonale.

Quando è necessario il clampaggio immediato

Esistono alcune condizioni che obbligano a effettuare il clampaggio e il taglio del cordone ombelicale subito dopo il parto. Queste sono:

In sala parto, il personale ostetrico è in grado di gestire in modo adeguato le situazioni caso per caso, richiedendo se necessario l’intervento del ginecologo.

 
 
 

In breve

Il momento del taglio del cordone ombelicale, preceduto dal clampaggio, è dopo uno-tre minuti dalla nascita, trenta secondi per i prematuri che non richiedono rianimazione. Attendere è importante per favorire l’afflusso di sangue al neonato, aiutandolo nell’adattamento alla vita al di fuori dell’utero.

 

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