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Il bebè tarda a nascere? La tradizione popolare suggerisce tante manovre per favorire l’inizio del travaglio. Una delle più conosciute consiste nello stimolare i capezzoli. In realtà, si tratta di un classico rimedio della nonna che ha però un fondamento scientifico.
Gli effetti principali
Stimolare i capezzoli della donna in attesa favorisce la secrezione e il rilascio di ossitocina da parte della neuroipofisi (struttura posta alla base dell’encefalo). Si tratta di un ormone che provoca le contrazioni delle pareti muscolari uterine. In questo modo, dunque, si favorisce l’avvio del travaglio e la discesa del feto verso il canale del parto. Non a caso, l’ossitocina è la sostanza che si somministra per via endovenosa alla gestante nel caso in cui sia necessario indurre il travaglio e il parto.
Anche con il tiralatte
La futura mamma può stimolare i capezzoli in tanti modi diversi. Innanzitutto, manualmente, sfregandoli con i polpastrelli per alcuni secondi, ogni due o tre minuti, per circa un’ora. In alternativa, si possono sollecitare i capezzoli meccanicamente, utilizzando il tiralatte.
Solo a termine raggiunto
Si consiglia di utilizzare questo metodo “fai da te” di induzione delle contrazioni negli ultimi giorni della gravidanza, solo a termine raggiunto. Così si evita che i movimenti uterini rappresentino un rischio per il piccolo e la gestazione.