Tocofobia: come superare la paura del parto

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 04/06/2025 Aggiornato il 04/06/2025

Sedute di terapia cognitivo-comportamentale, tecniche di rilassamento e corsi pre-parto possono essere utili per sconfiggere la tocofobia, cioè la paura del parto.

Tocofobia

Verso la fine della gestazione è normale provare un po’ di ansia, ma la tocofobia è una paura del parto molto intensa, tale da portare le donne a rinunciare di rimanere incinta e appunto di partorire, nonostante il desiderio di avere un figlio.

Secondo alcune ricerche, la tocofobia potrebbe essere tra le cause dell’aumento dell’incidenza del numero di nascite tramite taglio cesareo. Di questa sindrome si occupano studiosi di tutto il mondo e, sebbene manchino ancora dati certi per stabilire un nesso sicuro tra il ricorso al taglio cesareo e la presenza di questo disturbo, la sindrome da timore eccessivo e infondato del parto sembra colpire dal 5 al 16% delle donne in gravidanza, non per forza primipare.

Per superare questa fobia sembra utile il ricorso alla terapia cognitivo-comportamentale, ma anche a tecniche di rilassamento profondo: sarà uno specialista a dover stabilire la terapia giusta caso per caso.

Come affrontare la paura del parto

La tocofobia si caratterizza per una paura intensa e irrazionale del parto e del dolore che si può provare in quel momento. Se ne possono distinguere due forme:

  1. tocofobia primaria, che si manifesta prima del concepimento e che può addirittura portare alla decisione di non avere figli. In alcuni casi può derivare da racconti di parti traumatici o da episodi di abuso sessuale subiti in età infantile o adolescenziale
  2. tocofobia secondaria, che riguarda le donne che hanno già avuto esperienze di aborti o di parti traumatici o anche di eventi traumatici non legati direttamente alla nascita, ma che possono aver provocato un disturbo da stress post-traumatico. Questa forma può portare ad evitare ulteriori gravidanze, all’interruzione di gravidanza o alla richiesta di partorire con un taglio cesareo.

È molto importate riconoscere questa condizione e affrontarla in maniera adeguata, attraverso un trattamento personalizzato proposto da professionisti esperti e specializzati. 

Tocofobia

Foto di Pavel Danilyuk da Pexels

Ogni caso deve essere valutato in maniera individuale e personalizzata, ma tra i trattamenti riconosciuti come più efficaci ci sono la terapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di rilassamento come ad esempio la respirazione profonda, la meditazione e lo yoga perinatale, e anche i corsi pre-parto, che possono aiutare le donne a superare le proprie paure e a vivere la gravidanza e il parto il maniera positiva.

Anche il supporto da parte del partner può essere importante e fare la differenza nel modo di affrontare questa problematica.

I sintomi della tocofobia

La paura del parto sembra essere strettamente correlata con la paura del dolore, cosa che spinge chi soffre di tocofobia a richiedere un taglio cesareo. Secondo alcune fonti (Adams et al., 2012), dal 5 al 16% delle donne in gravidanza soffre di questo stato fobico in maniera più o meno grave.

Tra i sintomi più comuni, oltre al tentativo di evitamento dell’evento che scatena la paura, cioè il parto, ci sono ansia, incubi durante la gravidanza, pianto e agitazione, nervosismo, angoscia, perdita di autostima, difficoltà a portare avanti le proprie attività consuete.

I numeri del cesareo in Italia

In Italia il ricorso al taglio cesareo è molto frequente e negli ultimi decenni i numeri che riguardano la frequenza del parto cesareo hanno visto una continua crescita. Si è infatti passati dall’11,2% del 1980 al 33,2% nel 2000, un numero che risulta superiore rispetto ai valori registrati negli altri Paesi europei: 21,5% in Inghilterra e Galles, 17,8% in Spagna, 15,9% in Francia.

Nel 2023 si è invece registrata una leggera inversione di tendenza: il 30,3% è avvenuto con taglio cesareo, con grandi differenze da regione a regione.

Si nota comunque un eccessivo ricorso al parto per via chirurgica, con numeri molto distanti da quello che viene definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il “tasso ideale” di cesareo, che è pari al 10-15%: secondo l’Oms i tassi di taglio cesareo superiori a questa percentuale non sono associati a una riduzione del tasso di mortalità materna e infantile e non trovano quindi giustificazione dal punto di vista medico-sanitario.

In copertina foto di Daniel Reche daPexels

 
 

In breve

Dal 5 al 16% delle donne in dolce attesa soffre di tocofobia, una paura del parto tanto intensa da portare alla richiesta di taglio cesareo o, in alcuni casi, all’interruzione della gravidanza.

 

 

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