Perdite di sangue in gravidanza, c’è sempre da preoccuparsi? Il parere dell’esperto

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 25/01/2024 Aggiornato il 22/02/2024

Quando possono comparire le perdite di sangue in gravidanza? Ci si deve sempre preoccupare e soprattutto cosa si deve fare? Ecco le risposte dell'esperta ai dubbi più comuni delle donne incinta.

Perdite di sangue in gravidanza, c’è sempre da preoccuparsi? Il parere dell’esperto

Le perdite di sangue in gravidanza non sono un evento così raro. Secondo gli esperti, possono riguardare due-tre gestazioni su dieci. “In presenza di perdite di sangue nelle prime settimane di gravidanza, non è sempre detto che si tratti di una minaccia d’aborto”, spiega la ginecologa Rossella Nappi, Responsabile Uosd Ostetricia e Ginecologia San Matteo di Pavia. “Tuttavia, è bene sottoporsi a una visita ginecologica per escludere eventuali complicanze o malattie che possono interferire con la gravidanza o con lo stato di salute della gestante”.

Come sono le perdite di sangue in gravidanza

Le perdite di sangue in gravidanza possono apparire durante tutti e tre i trimestri. Inoltre, possono presentarsi con caratteristiche differenti per quanto riguarda l’aspetto e la quantità, a seconda della causa che le provoca. Il sanguinamento può essere scarso, di colore rosso pallido o rosa perché misto alle normali secrezioni vaginali che si presentano in gestazione, come per esempio le perdite da impianto che compaiono nelle prime settimane. Ecco, a seconda dei casi, come possono presentarsi:

  • Le perdite hanno una colorazione rosso scuro o marrone: è segno che il sangue è rimasto più a lungo nel canale vaginale e ha avuto tempo di ossidarsi
  • Compaiono perdite di sangue color rosso vivo: in questo caso, soprattutto se le secrezioni sono abbondanti, con coaguli

È sempre opportuno rivolgersi al ginecologo. Non è detto, infatti, che una emorragia abbondante sia il segnale di un aborto o che, al contrario, non ci si debba preoccupare per perdite di modesta entità: bisogna ricorrere in ogni caso a una visita ginecologica in un centro specializzato.

Perdite di sangue primo trimestre

La presenza di perdite di sangue in gravidanza nel primo trimestre può essere legata sia a cause benigne sia a motivazioni più serie. Vediamo di che cosa si tratta in entrambe le situazioni.

Cause benigne

  • Sanguinamenti di tipo “mestruale”. Normalmente uno dei segnali che indicano l’inizio della gravidanza è la mancanza delle mestruazioni. In alcune donne, però, nel primo trimestre, per cause ancora incerte, possono comparire sanguinamenti, anche abbastanza abbondanti, simili a mestruazioni. La visita ginecologica può fare chiarezza e solitamente la gravidanza continua senza problemi.
  • Anomalie dell’apparato genitale. Le perdite di sangue del primo trimestre possono essere dovute a rottura di piccoli vasi sanguigni nella zona uterina o vaginale, oppure a polipi del collo dell’utero. Anche in questo caso la perdita di sangue non compromette l’andamento della gravidanza.
  • Il “segno della morula”. Dopo che nella tuba avviene il concepimento con l’incontro di ovocita e spermatozoo, si forma lo zigote. Questo, procedendo verso l’utero dove si impianta, continua a suddividersi e a moltiplicarsi, dando origine a un aggregamento di cellule chiamato appunto morula, e poi alla blastocisti, uno strato di cellule attorno a una cavità centrale. Successivamente queste cellule si annidano nell’endometrio e continuano ad aumentare di numero e a differenziarsi, portando alla formazione dell’embrione. Durante l’annidamento è possibile che si rompa qualche capillare sulla membrana uterina, causando una perdita di sangue (perdita da impianto).

Cause più serie 

  • Minaccia d’aborto o aborto vero e proprio. In circa il 15-20% delle gravidanze si può verificare un aborto spontaneo, solitamente entro la 12a settimana di gravidanza. Si pensa che questo succeda in modo naturale, a causa di anomalie serie del feto, spesso incompatibili con la vita. Nella minaccia di aborto, invece, se si interviene per tempo e in modo opportuno, spesso la gravidanza giunge a buon fine. In entrambi i casi, le perdite sono molto abbondanti, con coaguli e presenza di materiale nerastro. Si accompagnano a un intenso dolore pelvico, come quello che compare durante le mestruazioni.
  • Gravidanza extrauterina. In questo caso, l’embrione si impianta al di fuori dell’utero, solitamente all’interno di una delle tube, oppure nella cervice uterina. In queste localizzazioni l’embrione non può svilupparsi e allora compaiono dolori addominali intensi e perdita di sangue. Occorre un intervento chirurgico in urgenza.
  • Mola vescicolare. Detta anche gravidanza molare o malattia trofoblastica gestazionale, consiste in un gruppo di cellule che costituiscono la placenta, che si sviluppano in modo non normale. In questo modo non avviene il corretto sviluppo dell’embrione e poi del feto, con la formazione di organi e tessuti. Le perdite di sangue che si verificano in questo caso sono accompagnate dalla emissione di frammenti di tessuto. Dopo aver diagnosticato la mola vescicolare con ecografia, è necessario rimuoverla con la chirurgia, senza danneggiare l’apparato riproduttore della donne e permettendo, quindi, una successiva gravidanza regolare.

Perdite di sangue secondo e terzo trimestre

Perdite di sangue in gravidanza possono comparire anche più avanti, nel corso del secondo e del terzo trimestre. Anche in queste fasi il sanguinamento può essere del tutto benigno e comparire per un piccolo sforzo o in seguito a un rapporto sessuale. Dal secondo trimestre in poi, infatti, la cervice dell’utero è maggiormente irrorata da vasi sanguigni ed è sufficiente un trauma di lieve entità per provocare la rottura di un capillare. In questi casi è sempre bene far verificare al ginecologo la causa del sanguinamento. Possono tuttavia esserci cause più serie, diverse da quelle che provocano le perdite di sangue in gravidanza nel primo trimestre. Si tratta spesso di problemi legati alla placenta.

La placenta previa

La placenta è un organo temporaneo che si forma nell’utero durante la gravidanza e che ha la funzione di nutrire il feto grazie alla presenza di vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrimento. A volte la placenta non si sviluppa in modo corretto. Per esempio può inserirsi a livello del cosiddetto segmento inferiore (una zona che deve espandersi nel corso della gravidanza per permettere all’utero di aumentare di volume) oppure in corrispondenza dell’apertura interna della cervice uterina. Si parla, in questi casi, di placenta previa. Di conseguenza, se la placenta in questa posizione non riesce ad assecondare l’espansione del tessuto uterino durante lo sviluppo del feto, può rompersi. Si verifica allora una perdita di sangue di color rosso vivo, di solito senza dolore.

Il distacco di placenta

La placenta si stacca dalle pareti dell’utero dopo la nascita del bambino, nella fase del secondamento. In qualche raro caso, il distacco può avvenire verso la fine della gestazione o in corso di travaglio. Si tratta di un evento pericoloso per la madre e per il feto, che richiede un intervento immediato. Può comparire a causa di traumi nella zona dell’addome, eccessiva pressione arteriosa materna, abitudine al fumo, assunzione di sostanze stupefacenti. Si manifesta con sanguinamento abbondante e comparsa di forte dolore addominale.

Il momento del parto

Nel terzo trimestre, verso la fine della gestazione, può verificarsi una perdita di colore rosso, rosato o marroncino. È il cosiddetto tappo mucoso, una barriera di sostanza viscosa ricca di capillari sanguigni, che ha la funzione di proteggere il feto nella cavità uterina dall’ingresso di germi. Questa manifestazione è il segnale che il travaglio non è più lontano. Possono passare pochi giorno o anche due o tre settimane. Se compare dopo le 36 settimane di gestazione, non ci sono rischi per mamma e bambino perché il piccolo verrà al mondo già ben sviluppato. In caso contrario, può esserci un parto prematuro che deve essere affrontato in modo adeguato per evitare problemi a mamma e bebè.

Quando c’è da preoccuparsi?

Tutte le perdite di sangue in gravidanza devono indurre la donna a rivolgersi al ginecologo al più presto, per capire le cause del sanguinamento. In particolare è opportuno preoccuparsi e quindi recarsi appena possibile a fare accertamenti se:

  • le perdite compaiono nel primo trimestre di gravidanza, indipendentemente dalla quantità, e compaiono dolori di tipo mestruale
  • il sanguinamento nel secondo e terzo trimestre è molto abbondante, anche senza dolore
  • oltre al sangue, la donna nota coaguli, materia nerastra o tracce di tessuto mucoso.

Foto di Greybaby per Pixabay.com

 
 
 

In breve

Le perdite di sangue in gravidanza non vanno mai sottovalutate, nemmeno se sono di scarsa entità e non sono accompagnate da dolore. Possono essere del tutto benigne oppure essere il sintomo di una interruzione spontanea di gravidanza. Solo la visita ginecologica può capirne la causa e indicare in che modo intervenire

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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