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Le future mamme potrebbero avere un motivo in più per prestare attenzione a ciò che portano in tavola durante l’attesa. Infatti, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, la carenza di iodio in gravidanza si associa a un QI (il quoziente intellettivo) del bambino più basso rispetto alla media. E la maggior parte delle iodio proviene proprio dagli alimenti.
La scoperta
Gli autori dello studio hanno analizzato i livelli di iodio presenti nei campioni di urine prelevati da circa 1.000 donne incinte. In un secondo momento, quando i loro figli hanno raggiunto l’età scolare, ne hanno misurato il QI e la capacità di lettura. È emerso che i bambini nati da madri con una carenza di iodio in gravidanza avevano un QI e un punteggio nei test di lettura più basso (di circa tre punti) rispetto ai coetanei nati da madri che non avevano mostrato una carenza di iodio.
È un elemento essenziale
Lo iodio è un micronutriente essenziale presente nell’organismo umano in piccole quantità. Partecipa alla produzione di diversi ormoni. In particolare, serve per la sintesi degli ormoni della tiroide, che regolano numerosi processi metabolici e svolgono un ruolo importantissimo nelle prime fasi della crescita e nello sviluppo di diversi organi, specialmente del cervello.
Serve per lo sviluppo del cervello
Un apporto inadeguato di iodio può provocare problemi in tutte le fasi della vita. Tuttavia, è pericoloso soprattutto in gravidanza, in allattamento e nei primi tre anni di vita. Infatti, una grave carenza di iodio durante lo sviluppo del feto e del neonato causa danni irreversibili del cervello e del sistema nervoso centrale. E se la carenza di iodio in gravidanza e nei primi anni di vita è lieve? Porta comunque a deficit intellettivi minori e, stando al nuovo studio, a un QI più basso.
La maggior parte proviene dagli alimenti
Il fabbisogno quotidiano di iodio è pari a 150 microgrammi. Le donne in gravidanza e in allattamento, però, ne devono assumere di più per assicurare un normale sviluppo del bambino. La fonte principale di iodio è rappresentata dagli alimenti. I cibi più ricchi di iodio sono i pesci di mare e i crostacei. Anche le uova, il latte e la carne ne contengono quantità importanti. Quantitativi minori sono presenti nei vegetali e nella frutta. Tuttavia, gli studi hanno svelato che lo iodio assunto normalmente con la dieta è insufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Ecco perché è importante usare il sale arricchito di iodio al posto di quello comune.
In breve
NON ESAGERARE CON IL SALE
La carenza di iodio in gravidanza può associarsi a un QI del bambino più basso. Per prevenirla, la futura mamma deve usare il sale iodato, ma senza esagerare: il sale, infatti, può causare ritenzione idrica e aumento di pressione. Del resto, basta un solo grammo di sale iodato per incamerare 30 microgrammi di iodio in più.
 

 
   
   
   
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