Pressione alta in gravidanza: sintomi, cause e rischi

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 20/05/2025 Aggiornato il 20/05/2025

Soprattutto nelle prime fasi, può passare inosservata o causare solo sintomi sfumati. Per questo, bisogna sottoporsi a controlli regolari. Se ben gestita, i rischi per mamma e bambino sono ridotti.

pressione alta in gravidanza

La pressione alta in gravidanza, nota anche come ipertensione, è un disturbo da non sottovalutare perché può avere conseguenze pericolose sia per la madre sia per il bambino. Nella maggior parte dei casi si manifesta dopo la 20a settimana di gestazione, ma nelle fasi iniziali può passare inosservata perché non causa sintomi evidenti. Per questo, è importante sottoporsi a misurazioni frequenti.

In linea di massima, si parla di ipertensione quando i valori rilevati nella donna sono maggiori di 140 mmHg per la massima e di 90 per la minima. In genere si tratta con il riposo, una dieta adeguata ed eventualmente farmaci anti-ipertensivi.

Sintomi

Nelle fasi iniziali, spesso la pressione alta in gravidanza è asintomatica e quindi difficile da identificare. Tuttavia, in alcuni casi, specie se la situazione peggiora, possono comparire determinati sintomi, come:

  • mal di testa costante e persistente, difficile da alleviare con i normali analgesici;
  • gonfiore improvviso di mani, viso o piedi;
  • disturbi visivi, come visione offuscata, lampi di luce o sensibilità alla luce;
  • dolore nella parte alta dell’addome, sotto le costole (in genere sul lato destro);
  • difficoltà respiratorie o senso di oppressione al torace;
  • aumento rapido di peso non attribuibile all’alimentazione;
  • nausea o vomito improvvisi e persistenti nel secondo o terzo trimestre;
  • diminuzione del movimento fetale.

Rischi

Se mal gestita, la pressione alta in gravidanza può avere conseguenze serie, sia sulla salute della mamma sia su quella del bambino. In alcuni casi può sfociare nella preeclampsia vera e propria o gestosi, una malattia caratterizzata, oltre che dall’innalzamento della pressione, dal riscontro di elevate quantità di proteine nelle urine. Fra i rischi che può correre la mamma ci sono:

  • eclampsia, che si manifesta con crisi convulsione e perdita di coscienza
  • distacco della placenta
  • emorragia
  • insufficienza renale o epatica
  • disturbi della coagulazione
  • parto prematuro
  • malattie cardiache

Il bambino, invece, può andare incontro a un ritardo della crescita per un apporto ridotto di ossigeno e nutrienti e a un basso peso alla nascita. Possono verificarsi anche nascita prematura, danni a respirazione, reni, fegato, cervello e altri organi e sistemi sanguigni. Inoltre, la pressione alta in gravidanza non trattata può associarsi ad aborto.

Quando andare in ospedale o preoccuparsi

La pressione alta in gravidanza non va sottovalutata perché, se diagnosticata nelle fasi iniziali, può essere facilmente tenuta sotto controllo, in caso contrario può essere molto rischiosa. Per questo è importante sottoporsi a misurazioni frequenti e fare attenzione alla comparsa di eventuali sintomi. In particolare, è bene che la donna si rivolga al ginecologo se nota uno o più di questi disturbi:

  • aumento di peso esagerato
  • mal di testa intenso e continuo
  • difficoltà e alterazioni visive (lampi, offuscamento)
  • dolore addominale persistente nella parte alta
  • gonfiore improvviso del viso, mani o piedi

In caso di contrazioni premature o perdita di liquido amniotico, assenza di movimenti fetali per diverse ore, crisi convulsive, svenimenti o confusione mentale, meglio rivolgersi al pronto soccorso. Anche con una pressione arteriosa superiore a 160/110 mmHg, sarebbe bene andare in ospedale.

Le cause

Ancora oggi non si conoscono esattamente le ragioni per cui alcune donne sviluppino una pressione alta in gravidanza. Probabilmente alla base c’è una predisposizione genetica combinata ad altri fattori. Fra quelli noti ci sono la presenza di malattie come diabete, patologie renali, sovrappeso e obesità, l’età elevata della donna, una gravidanza multipla, l’abitudine di fumare e la prima gravidanza.

Sembra che l’ipertensione sia legata anche ad alcune alterazioni nella formazione della placenta, che si svilupperebbero progressivamente durante la gravidanza per motivi non del tutto chiari.

I trattamenti

Per tenere sotto controllo la pressione alta in gravidanza, il ginecologo può consigliare il riposo, perché gli sforzi fisici fanno aumentare ulteriormente la pressione, e in alcuni casi una cura a base di farmaci anti-ipertensivi. È importante anche seguire una dieta equilibrata e corretta e cercare di arginare lo stress, ritagliandosi ogni giorno delle piccole pause da dedicare ad attività piacevoli, come leggere, ascoltare della musica o fare un bagno caldo. Nelle situazioni più serie possono essere necessari il ricovero in ospedale e l’induzione del parto.

 
 

In breve

La pressione alta in gravidanza è un disturbo che non va mai sottovalutato. Sebbene nelle fasi iniziali possa essere asintomatica e sembrare innocua, può evolvere e mettere a rischio la salute di mamma e bambino. Ecco perché è fondamentale seguire attentamente tutti i controlli prenatali, riferire qualsiasi sintomo sospetto al ginecologo e seguire uno stile di vita sano. Con i giusti accorgimenti e trattamenti, l’ipertensione gravidica può essere gestita in maniera efficace.

 

 

 

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