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Nelle prime settimane di gravidanza, la placenta previa è un disturbo abbastanza comune. Nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente. In caso contrario può servire il cesareo. Ecco di che cosa si tratta.
Una situazione frequente
Nelle prime settimane di gravidanza, la placenta previa è una condizione abbastanza frequente, che riguarda il 30% circa delle donne in attesa. Quasi sempre, però, con il proseguimento della gestazione la placenta si sposta spontaneamente verso l’alto e nel terzo trimestre è posizionata correttamente. Solo in una minoranza di casi, rimane vicino o sopra al collo dell’utero anche dopo le 28-30 settimane di attesa e dopo l’ecografia del secondo trimestre.
Le regole da seguire
Non sempre la placenta previa causa particolari complicazioni. Può anche succedere che, nonostante il disturbo, la gravidanza proceda senza intoppi. Per diminuire i rischi, è necessario, però, osservare qualche regola. Innanzitutto, è bene evitare gli sforzi fisici e condurre uno stile di vita tranquillo, che non comporti particolari affaticamenti. Meglio anche astenersi dai rapporti sessuali.
Quando subentrano complicanze
Talvolta, nonostante le precauzioni, la placenta previa causa una complicanza: l’area d’inserzione della placenta si scolla e di conseguenza subentra un’emorragia vaginale, con sangue rosso vivo. Solitamente, il primo episodio di questo tipo non comporta rischi immediati, ma è meglio recarsi subito in ospedale. Il medico può prescrivere alla mamma riposo assoluto oppure decidere per un ricovero, così da tenere sotto controllo le condizioni di donna e bebè. Solo nelle situazioni più serie, può essere necessario ricorrere a trasfusioni o a un cesareo d’urgenza.
I fattori di rischio
La placenta previa è più comune nelle donne con età avanzata, in quelle che hanno già partorito, che hanno subito un cesareo o che hanno già sofferto di questo problema. Inoltre, sembra che anche il fumo di sigaretta abbia un certo ruolo nella comparsa del problema.