I disturbi più comuni nel 1° trimestre di gravidanza

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 12/07/2018 Aggiornato il 12/07/2018

Prima che venga eseguito il test di gravidanza, possono comparire disturbi della gravidanza tipici del primo trimestre che insospettiscono la donna

Disturbi gravidanza primo trimestre

Piccole perdite di sangue

All’inizio del primo trimestre di gravidanza possono verificarsi piccole perdite di sangue proprio in concomitanza dei giorni in cui avrebbero dovuto presentarsi le mestruazioni. Se la donna non sospetta ancora di essere incinta, quindi, potrebbe scambiarle addirittura per le normali perdite che danno avvio al ciclo. In genere, rappresentano una condizione fisiologica, cioè normale, e scompaiono nel giro di un paio di mesi.

Cambiamento del gusto

Già dalle prime settimane dopo il concepimento alcune donne segnalano un’avversione, più o meno marcata, nei confronti di certi odori o sapori prima graditi. Tipico è il caso del caffè, il cui solo aroma all’improvviso può risultare insopportabile. A influire sui cambiamenti di gusto sono soprattutto gli ormoni (in particolare, l’Hcg ossia la gonadotropina corionica umana) prodotti fin dal primo giorno dopo l’annidamento dell’ovulo in utero, che avviene una-due settimane dopo la fecondazione da parte dello spermatozoo.

Spossatezza

Un altro segnale che può accompagnare l’avvio della gravidanza è la tendenza, fin dalle prime settimane, a stancarsi con maggiore facilità rispetto a prima. È una sensazione normale, che va assecondata concedendosi adeguati periodi di riposo, per esempio cercando di dormire un’ora in più.

La nausea e il vomito nel primo trimestre di gravidanza

La nausea, a volte accompagnata da attacchi improvvisi di vomito, è ritenuta per tradizione uno dei segnali più tipici dell’inizio della gravidanza e colpisce di norma sei donne su dieci come disturbo gravidanza primo trimestre. Anche se le cause sono di varia natura, fino a coinvolgere anche la sfera psicologica, la nausea sembra originata principalmente dalla presenza nell’organismo di un ormone, la gonadotropina corionica umana (Hcg) che, sin dalle prime settimane di attesa, inizia a essere prodotta in grandi quantità dalla placenta (l’organo che nutre e ossigena il nascituro) in formazione. Non a caso, quando questo ormone si stabilizza, dopo il terzo mese, la nausea tende a diminuire o a scomparire del tutto. In genere, non c’è da preoccuparsi: è sufficiente seguire alcuni consigli per vedere il disturbo attenuarsi. A volte però il vomito è così persistente da interferire con la nutrizione della futura mamma: si parla in questo caso di iperemesi gravidica, un disturbo che può causare un brusco calo di peso e disidratazione (perdita eccessiva di liquidi). Il ginecologo può prescrivere farmaci specifici (a base di metoclopramide, che calma gli spasmi dello stomaco) o, nei casi più seri, il ricovero ospedaliero per reidratare la gestante attraverso fleboclisi di glucosio (zucchero).

Che cosa fare

  • 1 Tra un pasto e l’altro sgranocchiare cibi secchi, come cracker o grissini: la nausea si manifesta con maggiore facilità a stomaco vuoto (soprattutto al mattino appena sveglie).
  • 2 Assecondare le eventuali variazioni del gusto, evitando di consumare gli alimenti che danno fastidio e sostituendoli con altri più graditi.
  • 3 Cambiare aria in casa dopo aver cucinato, per evitare il ristagno di odori che potrebbero risultare sgraditi.
  • 4 Bere preferibilmente durante i pasti: l’assunzione di liquidi a stomaco vuoto può far aumentare il senso di nausea.
  • 5 Cercare di distrarsi con qualche attività rilassante e piacevole, come leggere un libro o fare una passeggiata. Molto spesso a far peggiorare l’ansia contribuiscono l’ansia e le preoccupazioni eccessive.

Il rimedio dolce

Per combattere la nausea persistente e l’iperemesi gravidica, caratterizzata da vomito frequente e irrefrenabile, può essere d’aiuto l’agopuntura. Si tratta di un’antichissima tecnica della medicina cinese, che ha il vantaggio di consentire un trattamento del disturbo senza l’utilizzo di farmaci, che in questo periodo sono sconsigliati. Per la cura di questi disturbi, i medici agopuntori utilizzano aghi sottilissimi, da applicare a punti del corpo, che corrispondono a determinati recettori nervosi: di particolare efficacia è l’applicazione sul punto 6MC, situato sotto il polso, con il palmo della mano rivolto verso l’alto. In genere, per risolvere il problema bastano due o tre sedute.

Le perdite bianche nel primo trimestre di gravidanza

Le perdite bianche o trasparenti dai genitali tendono a presentarsi con maggiore frequenza in gravidanza a causa del rigonfiamento e della congestione delle mucose genitali (cioè i rivestimenti interni) indotti dagli ormoni dell’attesa. Si tratta di un fenomeno normale: talvolta però possono essere il segnale di un’infiammazione. In particolare, occorre consultare il ginecologo se le perdite sono maleodoranti, hanno una consistenza pastosa e un colore giallognolo e sono accompagnate da intenso prurito vaginale, bruciore, arrossamento o dolore durante i rapporti sessuali: potrebbe trattarsi di un’infezione, spesso provocata da un fungo, la candida albicans, o da altri germi.

Che cosa fare

  • 1 Prestare attenzione all’igiene intima, rinfrescandosi più spesso, anche perché nei nove mesi le secrezioni vaginali tendono a essere più abbondanti.
  • 2 Utilizzare prodotti specifici, con un pH o grado di acidità leggermente acido (da 3,5 a 5,5) che rispetti quello naturale dell’ambiente vaginale.
  • 3 Non usare più di un paio di volte al giorno il detergente: si rischierebbe di alterare l’equilibrio della flora batterica vaginale.
  • 4 Lavarsi con movimenti che vanno dalla vagina all’ano e non viceversa, per evitare di trasportare nella zona genitale eventuali germi fecali.
  • 5 Evitare l’utilizzo di indumenti troppo stretti e aderenti che, favorendo gli sfregamenti, possono irritare la zona genitale.

Le perdite di sangue

Nel secondo mese è normale avere perdite rosse di sangue: in genere, in questa fase, esse sono provocate da piccoli distacchi legati all’annidamento della blastocisti (un agglomerato di circa 100 cellule che darà vita all’embrione) alla parete interna dell’utero. Queste perdite, in genere, sono esigue e di breve durata (circa 2-3 giorni) e scompaiono quando il distacco si rimargina, senza lasciare conseguenze. Le perdite, però, possono comparire anche dopo un rapporto sessuale o una visita ostetrica o segnalare, in qualche caso, anche un’interruzione spontanea di gravidanza. Infine, possono comparire anche in presenza di Gravidanza extrauterina, cioè quando l’uovo fecondato, al posto si annidarsi in utero, si è impiantato in una sede diversa: in questo caso, le perdite sono accompagnate anche da dolori e crampi al basso ventre e la gravidanza è destinata a non proseguire.

Che cosa fare

  • Avvertire il ginecologo ogni volta che compaiono le perdite di sangue, in modo che possa escludere la presenza di problemi per la gravidanza.

La stanchezza

Anche nel secondo mese di gravidanza la futura mamma può sentirsi molto affaticata e spossata. In genere, si tratta di una condizione normale, determinata dal superlavoro cui è chiamato l’organismo della donna durante questo periodo. Se la stanchezza è persistente, può segnalare la presenza di anemia, un disturbo molto frequente in gravidanza, caratterizzato da una carenza di ferro. Il problema è facilmente individuabile dal ginecologo, grazie ai periodi controlli del sangue: se i valori segnalano un’anemia, lo specialista potrà consigliare eventualmente un’integrazione di ferro.

Che cosa fare

  • 1 Assecondare le esigenze del corpo che sta cambiando: se ci si sente stanche e si fa fatica a tenere i ritmi di vita di prima, è bene rallentare piuttosto che pretendere troppo da se stesse.
  • 2 Riposarsi ogni volta che se ne avverte l’esigenza, senza aspettare di arrivare al limite delle proprie forze.
  • 3 Consumare cibi ricchi di ferro, soprattutto la carne e il pesce, che contengono il minerale in una forma facilmente assimilabile dall’organismo.

Gli svenimenti

La sensazione di capogiro o di mancamento fa parte delle normali reazioni dell’organismo materno al superlavoro cui è sottoposto durante i primi mesi di gravidanza. Il volume del sangue, infatti, aumenta per far fronte al fabbisogno del feto, il cuore triplica il suo lavoro, la pressione sanguigna e il livello dello zucchero nel sangue (la glicemia) tendono ad abbassarsi, favorendo la comparsa degli svenimenti. Il disturbo compare più spesso quando si sta a lungo in piedi o se ci si alza di scatto dopo essere state sdraiate o sedute per un po’ di tempo: il ristagno di sangue, infatti, determina un rallentamento del ritorno venoso, cioè del flusso sanguigno dal basso verso l’alto.

Che cosa fare

  • 1 Evitare di stare a lungo in piedi, di alzarsi bruscamente dopo essere state a lungo sedute o dopo aver fatto un bagno caldo (che tende di per sé a far abbassare la pressione).
  • 2 Non stare a digiuno troppo a lungo e tenere in borsetta qualche caramella o una bustina di zucchero (per ristabilire la glicemia, cioè il livello di zucchero nel sangue) o qualche liquirizia (che innalza lievemente la pressione).
  • 3 Evitare i luoghi troppo affollati, come i mezzi pubblici, ed eventualmente, se si devono utilizzare negli orari di punta, chiedere a qualcuno di potersi sedere.
  • 4 Sdraiarsi subito a terra, se ci si sente mancare per non rischiare di farsi male cadendo.

Lo stimolo a fare pipì

Molte future mamme sentono, fin dai primi mesi di attesa, il bisogno di andare spesso in bagno a fare pipì. Uno dei motivi che spiega questo fenomeno è legato all’aumentata concentrazione di progesterone e relaxina (due ormoni) nell’organismo della donna, che provoca un rilassamento generale del sistema di sostegno (insieme di muscoli) di tutti gli organi. La perdita di tono coinvolge anche il pavimento pelvico, cioè i muscoli della zona del bacino, favorendo le perdite di pipì. Lo stimolo a urinare poi è legato anche al fatto che l’utero, che va ingrossandosi, comincia a premere sulla vescica (l’organo che ha la funzione di raccogliere ed eliminare la pipì).

Che cosa fare

  • 1 Svuotare la vescica spesso, non appena si avverte lo stimolo a fare pipì.
  • 2 Fare la pipì a intermittenza, cominciando a urinare e poi interrompendo la minzione per qualche secondo, in modo da rinforzare i muscoli del pavimento pelvico.
  • 3 Prestare attenzione ad altri sintomi, come la sensazione di bruciore che accompagna l’atto dell’urinare o uno stimolo eccessivo a fare pipì: potrebbero essere la spia di una cistite, un’infezione delle vie urinarie che si riconosce con gli esami delle urine e si cura con antibiotici prescritti dal medico.

La stitichezza

Fin dai primi mesi di gravidanza, la futura mamma può soffrire di stitichezza, in quanto diminuiscono i movimenti peristaltici dell’intestino, ossia l’insieme dei movimenti che questo organo deve compiere per svuotarsi. Ciò è dovuto all’azione del progesterone (un ormone prodotto in grandi quantità durante la gravidanza) che agisce rilasciando tutta la muscolatura liscia, quindi anche le pareti dell’intestino, allungando così il tempo di transito intestinale.

Che cosa fare

  • 1 Bere molto, almeno un litro-litro e mezzo di acqua al giorno, per favorire l’attività intestinale.
  • 2 Consumare diverse porzioni al giorno di verdura e frutta, in quanto sono cibi ricchi di fibre, che contribuiscono alla funzione intestinale.
  • 3 Praticare una moderata attività fisica, come la ginnastica o lunghe passeggiate: il movimento aiuta l’attività dell’intestino.

L’insonnia

È normale, nei primi mesi di attesa, passare qualche notte insonne: si tratta di un periodo infatti in cui l’ansia e le preoccupazioni generate dallo stato di gravidanza possono riflettersi sul sonno, rovinandolo. A ciò si aggiunge l’azione degli ormoni, prodotti dall’organismo in abbondanza fin dal concepimento, che possono arrivare in alcuni casi ad alterare i normali ritmi di sonno e veglia, soprattutto a causa dei disturbi che scatenano (come la nausea) e accentuare l’insonnia.

Il rimedio dolce
Per restituire un po’ di tranquillità alla futura mamma senza disturbare il piccolo nel pancione, il rimedio più conosciuto è la camomilla. È adatta per contrastare gli episodi improvvisi di insonnia, in quanto ha un’azione rilassante. Se ne può bere una tazza prima del riposo serale, mettendo 20 g di fiori in un litro d’acqua bollente per 10-15 minuti e poi filtrando oppure utilizzando le bustine, da lasciare in infusione per pochi minuti. Prima di fare ricorso ad altri rimedi a base di erbe, è bene consultare il ginecologo, in quanto non tutti sono indicati in gravidanza.

L’aria nella pancia

La futura mamma può avvertire, intorno al terzo mese, dei movimenti nella pancia, ma non si tratta ancora di quelli fetali, bensì può trattarsi più facilmente di presenza di gas nell’intestino. Ciò è determinato dal progesterone, un ormone dall’azione rilassante su tutta la muscolatura, compresa quella dell’intestino: ciò si traduce, quindi, in un rallentamento generale dell’attività di quest’organo, che comporta una maggiore produzione di succhi gastrici e di gas. Per questo, la futura mamma può avvertire flatulenza o un fastidioso bisogno di espellere aria come per digerire.

Che cosa fare

  • 1 Non coricarsi dopo aver mangiato: la posizione sdraiata rallenta la digestione.
  • 2 Bandire i cibi produttori di gas, come i fagioli, le cipolle, i cavoli e i broccoletti, i fritti e i dolciumi in genere.
  • 3 Non rimpinzarsi: i pasti abbondanti e frettolosi sovraccaricano l’apparato digerente e aggravano la sensazione di bruciore.
  • 4 Assumere un antiacido a base di magnesio, su indicazione del ginecologo, se il disturbo è molto fastidioso.

Le gengive arrossate

A partire dal secondo-terzo mese di gravidanza le gengive possono essere gonfie, fragili e sanguinare con facilità. Questo fenomeno è provocato dall’azione del progesterone, un ormone tipico dell’attesa che rende le gengive facilmente irritabili. Questa sostanza, infatti, provoca una dilatazione dei capillari (i sottili canali all’interno dei quali scorre il sangue) e determina gonfiori e facilità di sanguinamento a livello delle gengive. Spesso basta un leggero sfregamento per provocare una sensazione di fastidio e dolore.

In presenza di gonfiori è importante continuare a lavare i denti: anche se le gengive sanguinano, infatti, mantenere una corretta igiene della bocca rappresenta la prima strategia per migliorare il disturbo ed evitare lo sviluppo della placca, ossia l’accumulo di batteri e residui alimentari che si forma sui denti dopo aver mangiato. Proprio in seguito a un contatto prolungato con la placca, infatti, le gengive si gonfiano e sanguinano. Ecco qualche consiglio: lavare i denti dopo ogni pasto, anche dopo gli spuntini; utilizzare uno spazzolino con setole morbide o di media durezza, per non irritare le gengive e farle sanguinare; pulire i denti con un movimento verticale dalla radice verso la sommità, su entrambe le arcate; usare il filo interdentale, facendolo passare negli spazi liberi tra i denti, compiendo un movimento dalla gengiva verso l’esterno, su entrambe le arcate; il filo va passato prima di procedere alla pulizia dei denti con lo spazzolino; fare risciacqui con un collutorio se le gengive sono molto arrossate e gonfie.

Il rimedio dolce

Se le gengive sono molto infiammate, può essere utile fare dei risciacqui con infusi naturali. Quelli a base di camomilla o salvia hanno un effetto antinfiammatorio, mentre un risciacquo con infuso di malva svolge un’azione protettiva sulle gengive. Prima di fare ricorso ai rimedi naturali, è bene, comunque, consultare il medico di base o il ginecologo.

Capillari evidenti

In alcune donne possono farsi evidenti alcuni capillari, più raramente varici, a causa dell’aumento in circolo nel sangue di estrogeni e progesterone: questi ormoni, infatti, prodotti in gran quantità in gravidanza, provocano, tra l’altro, una dilatazione dei vasi sanguigni. In un primo momento, i capillari non sono visibili, ma la futura mamma avverte un senso di gonfiore e pesantezza alle gambe. In una seconda fase, si possono veder affiorare sulla pelle delle gambe capillari evidenti o vene reticolari. Solo nei mesi successivi, si potrà parlare invece di varici (o vene varicose).

Che cosa fare

  • 1 Mantenere il peso sotto controllo: un aumento eccessivo può far peggiorare la situazione.
  • 2 Indossare calze a compressione graduata: esercitando una maggiore pressione alla caviglia, favoriscono il ritorno del sangue verso il cuore.
  • 3 Svolgere attività fisica: anche una breve passeggiata eseguita tutti i giorni aiuta a riattivare la circolazione.
  • 4 Tenere le gambe sollevate: è utile infilare un cuscino sotto il materasso quando si sta sdraiate a letto, in modo da favorire il ritorno del sangue verso il cuore.
  • 5 Evitare di stare a lungo nella stessa posizione, sia in piedi sia sedute.

L’umore mutevole nel primo trimestre di gravidanza

Nei primi tre mesi di gravidanza gli sbalzi di umore sono molto comuni e possono manifestarsi in modo diverso, da un senso di prostrazione all’insonnia, da stanchezza e affaticamento eccessivo alla perdita di interesse verso le normali attività lavorative o alle uscite con gli amici. È bene quindi adottare una serie di comportamenti utili a ridurre questo fenomeno, che comunque in genere è passeggero. All’origine di questi particolari stati d’animo vanno individuate diverse componenti: fattori psicologici: l’entusiasmo connesso alla prospettiva di avere un bambino si possono scontrare con la paura di non essere all’altezza del ruolo di genitore; anche le trasformazioni del proprio corpo possono generare un conflitto, rendendo la futura mamma più vulnerabile. cambiamenti ormonali: la produzione degli ormoni tipici dell’attesa influisce anche sul sistema nervoso, provocando sintomi simili a quelli della sindrome premestruale (irritabilità, sbalzi di umore, facilità al pianto). super lavoro dell’organismo: l’eccesso di lavoro cui è sottoposto il corpo tende a indebolire la futura mamma, accentuando il senso di fragilità.

Che cosa fare

  • 1 Imparare ad accettare le proprie debolezze, senza temere di condividerle con qualcuno, come il partner o amiche che stanno vivendo o hanno vissuto la stessa esperienza.
  • 2 Essere consapevoli della condizione particolare che si sta vivendo e approfittarne per prendersi maggior cura di sé e del proprio corpo. Molto utile, per esempio, è praticare un corso di ginnastica dolce o di yoga o, ancora, andare a nuotare un paio di volte alla settimana: l’attività fisica aiuta a liberarsi dalle tensione e a ritrovare l’armonia con se stessi.
  • 3 Continuare a sentirsi attraente, scegliendo con attenzione i vestiti da indossare (magari valorizzando l’aumento del seno con una bella scollatura) e non tralasciando la cura dei capelli né il trucco del viso.

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