Un prelievo di sangue scopre le malattie cromosomiche del bebè

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 06/07/2015 Aggiornato il 06/07/2015

Il nuovo test è frutto della ricerca scientifica italiana. Servirà a diagnosticare la sindrome di Down e non solo

Un prelievo di sangue scopre le malattie cromosomiche del bebè

È Made in Italy il nuovo test genetico prenatale non invasivo per lo screening delle malattie cromosomiche. L’innovativo progetto G-Test (cioè Genetic Test) è stato, infatti, studiato e messo in atto all’Università di Tor Vergata, a Roma, dopo lunghe e approfondite ricerche effettuate insieme al cinese BGI, il più grande gruppo mondiale di genomica, e al Bioscience Institute di San Marino. Lo studio ha rilevato che è sufficiente un prelievo di sangue per scoprire le malattie cromosomiche del bebè.

Senza rischi

In particolare grazie a un semplice prelievo di sangue materno, e quindi senza esporre il feto ad alcun pericolo (al contrario delle tradizionali tecniche più invasive), i genitori potranno avere informazioni precise sul rischio di patologie cromosomiche del loro bebè: dalla sindrome di Down alle trisomie 13 e 18, a sindromi da delezione (come la Cri Du Chat o la Di George) ad alcune malattie mendeliane. Il test è effettuato sul DNA presente nel plasma materno. Dalla quinta settimana di gestazione sono presenti nel sangue della mamma frammenti di DNA fetale libero, che può arrivare ad avere una concentrazione del 5-10%. Si tratta di una quantità di materiale biologico assolutamente sufficiente per la rilevazione di anomalie genetiche fetali. Oggi, dunque, basta un prelievo di sangue per scoprire le malattie cromosomiche del bebè.

Attendibile quasi al 100%

Numerosi studi pubblicati su importanti riviste scientifiche internazionali hanno riconosciuto a questo esame di screening un’attendibilità del 99%. Con il G-Test si ha, inoltre, un approccio allo studio delle malattie genetiche a 360°: dallo screening, alla diagnosi, al counseling genetico per le mamme in attesa che finora vedevano trasportare il proprio campione di sangue ovunque, nei più diversi laboratori, attendere vari giorni per avere i risultati e iniziare una lunga ricerca della struttura più adeguata per le cure del bambino. Oggi non è più così. Basta eseguire un prelievo di sangue per scoprire le malattie cromosomiche del bebè e affidarsi, poi, alle cure di un’unica équipe di esperti.

Laboratori all’avanguardia

I nuovissimi laboratori del polo di screening genetico di Tor Vergata sono, infatti, in grado di procedere a una presa in carico globale della famiglia nel caso in cui il G- Test sia positivo. L’esito positivo, infatti, attiva immediatamente un team multidisciplinare composto da ginecologi, genetisti e psicologi per una complessa e delicata attività di counseling. Se l’ospedale che ha in carico la gestante ha al suo interno un centro di genetica medica saranno trasferite qui tutte le informazioni, altrimenti il caso sarà seguito direttamente dal polo di Tor Vergata.  

 

 

 
 
 

In breve

MANCANO ANCORA LE CURE

 Lo screening delle patologie genetiche in epoca prenatale offre una tempestiva e corretta informazione alle coppie a rischio. L’obiettivo dei ricercatori è migliorare le tecnologie e adottare tecniche innovative per trovare una cura alle malattie genetiche che oggi ne sono ancora prive.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti