I primi movimenti fetali vengono percepiti come un leggero fruscio di foglie, un lieve battito d’ali di farfalla chiusa tra due mani, una gentile increspatura d’onda marina, il gorgoglio delle bollicine emesse da un pesciolino nella boccia. Poi, con il passare dei giorni diventano più decisi, via via più riconoscibili, quindi si trasformano nella più calda e potente forma di rassicurazione: il bambino c’è, è vivo, è mio, sono davvero una mamma.
La dottoressa Silvia D’Ippolito, specialista in Ostetricia e Ginecologia, dirigente medico presso il Dipartimento di Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma è con noi per rispondere ai vari dubbi sull’argomento.
Generalmente nel secondo trimestre in un periodo che va dalla 16ma e la 20ma settimana di gravidanza. È difficile indicare la settimana precisa o generalizzare. Comunque sia, più o meno tutte le future mamme intorno alla 20ma settimana cominciano a sentire il loro piccolino e ciascuna sa trovare modi personalissimi per descrivere quello che ha avvertito la prima volta. In media, tutte percepiscono i movimenti fetali entro la 24a settimana.
Anche in questo caso non si può parlare in assoluto. Non ci sono studi che abbiano dimostrato questo. Potrebbe però essere verosimile.
In genere sì, ma soprattutto per via del fatto che la donna già conosce quei primi sussulti e, quindi, riesce a riconoscerli immediatamente, mentre una futura mamma alla sua prima esperienza può non individuarli quando in realtà sarebbero già avvertibili, ma solo perché non sa che cosa esattamente aspettarsi. Torniamo ancora una volta sull’ascolto del proprio corpo, sensibilità che in questa nostra epoca troppo spesso sembra essere faticosamente mantenuta.
Generalmente tutte le donne incinte sentono muovere il bambino entro la 24a massimo 25a settimana. Se questo non dovesse accadere è consigliabile senz’altro consultare lo specialista ginecologo per sottoporsi a un controllo.
In linea teorica, la placenta inserita nella parete anteriore dell’utero potrebbe ritardare lievemente la percezione dei movimenti fetali perché, un po’ come potrebbe accadere nel caso di un significativo spessore di adipe, potrebbe attutirli. Ancora una volta però non si tratta di un dogma, le eccezioni non mancano quindi è possibile che una futura mamma con placenta anteriore senta il bambino prima di un’altra futura mamma con placenta posizionata nella parete posteriore dell’utero.
I primi movimenti vengono percepiti come frusci leggeri, a volte scambiati per borborigmi intestinali. Con il procedere della gestazione i movimenti diventano più intensi, più decisi, via via più vigorosi e inequivocabili. Ma non solo: già intorno alla 28a-29a settimana i movimenti del bambino si rendono visibilissimi all’esterno. Il pancione di tanto in tanto assume forme diverse e sulla sua superficie compaiono piccole protuberanze: si tratta dei piedini del feto che scalciano o delle sue manine che tirano pugni contro le pareti dell’utero.
No, non è possibile perché la posizione esatta che assume il feto prima di girarsi definitivamente in posizione cefalica (a testa in giù), cosa che avviene di norma intorno alla 30a settimana di gravidanza, non si può sapere, a meno di non aver fatto proprio in quel momento l’ecografia. Ma è ovvio che sia così: il bambino nell’arco delle 24 ore compie tantissimi movimenti, incluse capriole e giramenti su se stesso, che gli fanno cambiare continuamente posizione.
Sì, di solito la percezione di un sussulto ritmato e regolare dipende dal fatto che il bambino ha il singhiozzo. Il singhiozzo è dovuto alla contrazione improvvisa e involontaria del diaframma, cioè della fascia di muscoli e tendini che divide orizzontalmente il torace dall’addome. Nel corso della vita intrauterina, il singhiozzo ha lo scopo di allenare il diaframma alla respirazione autonoma che il bambino farà propria immediatamente dopo la nascita. È dunque un ottimo segno di vitalità e benessere. A differenza di quello che si può pensare, il feto non ne è affatto disturbato.
In una gravidanza fisiologica, non c’è un’epoca della gravidanza in cui il bambino comincia a muoversi di meno, nonostante sia comune la convinzione che nell’ultimo mese accada questo. Si tratta quindi di una credenza sbagliata anche se radicata nell’immaginario popolare. In realtà il bambino si muove sempre, anche se è vero che certi movimenti, come le capriole e le giravolte su se stesso non li compie più. Per questo, la futura mamma può avere l’impressione che si muova in modo, per così dire, attutito o rallentato, ma si tratta appunto di una diversa percezione dei movimenti che, però, se tutto va bene devono continuare a essere avvertiti nitidamente.
In una gravidanza fisiologica, durante la vita intrauterina tutti i bambini si muovono spessissimo, anche perché, contrariamente a quello che in genere si crede, non è detto che durante il sonno stiano immobili. I movimenti fetali cambiano in relazione al momento della giornata e all’epoca gestazionale. La frequenza dei movimenti aumenta dalla mattina alla sera con un picco di attività in tarda serata – notte. Con l’avanzare dell’epoca gestazionale inoltre le fasi di quiete sono destinate ad aumentare.
Va premesso che anche nel terzo trimestre, nonostante il bambino si muova con grande frequenza, non è detto che la mamma percepisca ogni suo singolo movimento. Di solito, mentre la futura mamma cammina o fa le scale o magari è molto concentrata sul lavoro è possibile che non avverta il suo bambino muoversi, mentre generalmente è facilissimo che lo percepisca da sdraiata, specialmente su un fianco o subito dopo mangiato. Non è dunque necessario vivere in un costante stato d’allarme, controllando ogni minuto che il piccolo si muova, però sarebbe altrettanto sbagliato non verificarlo per l’intero arco di una giornata.
Non ci sono evidenze che ci diano un numero quantitativo di movimenti utile a stabilire una situazione di rischio, anche se in letteratura vari metodi di conta dei movimenti sono stati proposti. Questo è dovuto alla ampissima variabilità del numero di movimenti tra i feti sani nonché alla significativa variabilità della percezione materna dell’attività fetale. La percezione soggettiva della mamma è un parametro importantissimo da tenere in considerazione e questo lo dovrebbero sapere tutte le donne che aspettano un bambino.
Quello a cui bisogna prestare attenzione è la totale assenza di movimenti fetali e anche l’improvviso e significativo rallentamento rispetto al periodo antecedente. In questa eventualità è bene recarsi al pronto soccorso per sottoporsi a una valutazione da parte dello specialista ginecologo ostetrico. Comunque sia prima di spaventarsi, ci si può accertare che il bambino si muova sedendosi comodamente su una poltrona per poi accarezzarsi la pancia, fermando la mano di tanto in tanto per captarne la presenza.
Sì, può succedere quando il bambino con una manina o con un piede si posiziona in modo da esercitare una forte pressione in prossimità del fegato o delle costole o del fondo dello stomaco o della vescica materni. Di solito comunque basta fare qualche passo, oppure sdraiarsi su un fianco per indurlo a spostarsi e, di conseguenza, provare sollievo.
Fonti / Bibliografia
- Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli - RomaIl Policlinico Universitario Agostino Gemelli è il più grande ospedale di Roma, centro di ricerca e Fondazione. Servizi e prenotazioni per i pazienti online