Sindrome del nido in gravidanza: cos’è e come affrontarla

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 10/04/2024 Aggiornato il 10/04/2024

Una sindrome che colpisce molte donne, soprattutto alla prima gravidanza, nell’ultima fase dell'attesa e le spinge a ordinare e preparare la casa per l’arrivo del piccolo. Si tratta di una condizione del tutto normale, ma va gestita con attenzione perché non diventi un’ossessione e non esponga a pericoli, per sé e per il nascituro.

sindrome del nido

Succede a moltissime mamme in attesa: nel terzo trimestre arriva quella che viene definita nesting, la sindrome del nido. Si tratta di una spesso irrefrenabile voglia di sistemare la cameretta, ma anche il resto della casa, per preparare l’arrivo del bebè che sta per nascere. Un desiderio, supportato anche dalla particolare condizione ormonale in cui la donna si trova nell’ultimo periodo della gravidanza, che si traduce in pratica in un’iperattività che spinge a dedicarsi, spesso in modo ossessivo, al riordino e alla pulizia per creare un ambiente accogliente proprio come fanno gli uccelli quando preparano il nido dove deporranno e coveranno le uova fino alla schiusa e alla nascita dei piccoli. Non è il caso comunque di preoccuparsi. Il nesting è una sindrome molto diffusa, soprattutto tra le donne alla prima gravidanza. Importante è che le future mamme prestino la massima attenzione: possono riordinare e fare piccoli lavori facendo attenzione però a non stancarsi e, soprattutto, a non correre pericoli usando detersivi che possono emanare odori molto forti e fastidiosi oppure salendo sulle scale dalle quali è possibile cadere. Sì, quindi, al riordino, ma con calma e criterio, magari facendosi aiutare e avendo cura di non dimenticare mai che le ultime settimane di attesa dovrebbero essere dedicate sempre al riposo e alla cura di sé. 
 

Sintomi della mamma 

 
Il termine nesting deriva dal verbo inglese “to nest” che significa fare il nido. Con questa parola si intende infatti la tendenza tipica delle donne in gravidanza, soprattutto le primipare, a dedicarsi nell’ultimo trimestre alla preparazione del nido che accoglierà il piccolo. Parlare di sindrome del nido non significa comunque che si tratti di una malattia. Ma al tempo stesso con il termine di nesting non si intende neppure una sana voglia di ordine bensì una sorta di nervosismo che coglie le mamme in procinto di partorire e che le spinge a preparare la stanza, ordinare spesso compulsivamente tutto quanto servirà al piccolo, ma anche pulire la casa, sistemare gli armadi, lucidare i pavimenti, persino mettersi a dipingere le pareti. La sindrome del nido comporta quindi un costante stato di iperattività che spinge a dedicarsi in maniera ossessiva alle faccende domestiche con un unico obiettivo: rendere il più possibile accogliente l’ambiente che ospiterà il piccolo che sta per nascere. Proprio come fanno gli uccelli, e da qui il nome, quando preparano il nido dove andranno a deporre e a covare le uova. Si tratta quindi di una sensazione per così dire irrefrenabile di organizzare tutto nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso, che porta a muoversi, a volte anche in modo pericoloso, ad esempio, salendo sulle scale o sollevando oggetti pesanti, proprio in un momento in cui la pancia è già molto cresciuta e crea quindi un naturale ostacolo all’attività. 
 
 

Cause della sindrome del nido e quando arriva

Non trattandosi di una malattia, non si possono attribuire cause particolari alla sindrome del nido. La sensazione irrefrenabile di sistemare tutto prima del parto è infatti una modalità che coglie la maggior parte delle donne nell’ultimo trimestre dell’attesa. Una spiegazione potrebbe essere quella che, attraverso il fare, si cerca di tenere a bada l’ansia verso il parto e la nuova vita futura che coglie tutte le donne in attesa, chi più chi meno. Non si deve comunque dimenticare la componente fisiologica che rende la sindrome del nido una situazione del tutto normale. Ossitocina e prolattina sono molto presenti nell’ultima fase della gravidanza ed esercitano una “pressione” psico-emotiva per preparare la donna al parto. E stimolano quindi atteggiamenti comportamentali come quello di predisporre il nido, proprio come fanno le altre specie animali. Ordinare, pulire, preparare sono quindi sollecitate da questa diade ormonale: sapere che tutto è pronto mette infatti la futura mamma in una condizione di sicurezza e serenità che la predispone al meglio al parto e all’accoglienza del nascituro. Prolattina e ossitocina regolano quindi i processi di nesting ma sono anche coinvolti in modo diretto nella preparazione della mamma alla relazione e all’accudimento del piccolo, favoriscono l’affettività, sostengono l’empatia. Ad essere “colpite” dalla sindrome del nido sono in modo particolare le donne alla prima gravidanza per la semplice ragione che non hanno altri figli che occupano il tempo, oltre che i pensieri. Ecco allora che in procinto di affrontare una situazione del tutto nuova, molte donne si sentono spinte a mettere in ordine, sistemare, buttare, pulire, abbellire gli spazi che accoglieranno il bebè. Ovvio che la sindrome del nido diventa ancora più forte, al punto da trasformarsi in una vera e propria ossessione, nelle donne che già per indole sono inclini a un eccesso di ordine e di pulizia. Nell’ultimo trimestre di gravidanza può succedere che questa predisposizione dia vita a una sorta di smania di organizzazione, sistemazione e pulizia comportando un carico di lavoro eccessivo per una donna che ha un pancione piuttosto grande e necessita di riposo in previsione del parto. Accorgersi che si soffre di sindrome del nido è semplice. Basta chiedersi se: 
  • Si vuole tenere tutto perfettamente in ordine anche se magari prima della gravidanza si viveva nel disordine o comunque non ci si preoccupava più di tanto di tenere tutto a posto. 
  • Ci si impegna in lavori come la sistemazione degli armadi o dello sgabuzzino che in genere si trascurano o si rimandano.
  • Ci si sveglia in piena notte facendo l’elenco di quello che si deve fare il giorno dopo o non si riesce a prendere sonno pensando di aver trascurato un angolo della casa o un cassetto non ancora sistemato. 
  • Si è prese da un’irrefrenabile voglia di cambiare la disposizione dei mobili, mettere mensole, dipingere pareti e così via, tutto per creare un ambiente accogliente per il bebè in arrivo. La sindrome del nido, infatti, dopo la iniziale fase del riordino prima della stanza del bebè e poi di tutta la casa, spinge alcune donne al rinnovo dei locali sempre con l’obiettivo di renderli più belli e accoglienti.  
 

Rimedi utili e come affrontarla

Non è certo il caso di preoccuparsi se si viene colte dalla sindrome del nido. E’ una condizione del tutto normale sulla quale occorre comunque vigilare perché non diventi un’ossessione tale da disturbare il sonno e rendere irrequieta la giornata. Importante infatti tenere sempre conto del fatto che le ultime settimane di gravidanza dovrebbero essere dedicate al riposo e alla cura di sé, senza mai affaticarsi eccessivamente. La sindrome del nido andrebbe quindi accettata con naturalezza, avendo sempre cura di non affaticarsi troppo per non rischiare di arrivare sfinite a fine giornata. Cosa fare quindi?
  • Ci si può dedicare alle attività di riordino purché non siano né troppo faticose né pericolose. 
  • Sono da evitare le pulizie di fino che comportano l’uso di detersivi come ammoniaca, acido muriatico, acido citrico che risultano troppo aggressivi sia per la pelle che per le mucose che in gravidanza risultano ancora più sensibili e reattive del solito. 
  • Se ci si dedica a semplici operazioni di pulizia, quindi, meglio indossare i guanti e usare solo detersivi delicati e poco profumati.
  • Sono tassativamente da evitare tutte le attività di riordino e pulizia che comportano di salire sulle scale, sollevare pesi, spingere carrelli enormi con nuovi mobili e accessori per la casa, tutte situazioni pericolose per la salute e il benessere sia della mamma sia del nascituro. 

Qualche suggerimento utile 

  • Coinvolgete i papà. Per assecondare la voglia di ordine, pulizia e rinnovo dei locali potete sempre farvi aiutare dai futuri papà. Lasciate a loro le incombenze più pesanti soprattutto quando si tratta di lavori che comportano una fatica eccessiva, l’uso della scala, lo stare in posizioni non naturali. Per aiutarli preparate una sorta di piano d’azione con quello che vi piacerebbe che facessero, ma senza esagerare ovviamente: meglio una passeggiata tranquilla insieme che ore di frenetica e stancante attività a casa.
  • Lavorate da “sedute”. Avete mai pensato quanti lavori di riordino si possono fare stando sul divano? Comode e rilassate potete sistemare le tante scatole di carte che in genere invadono le case, ordinare i cassetti, fare decluttering tra i prodotti da skincare e da trucco anche tenendo conto di quanto è bene usare o meno in gravidanza e in allattamento e così via. 
  • Fatevi aiutare. Se la voglia di pulire e ordinare è così forte da mettervi in ansia, non esitate a chiedere aiuto. Pensarsi “wonder woman” non è mai buono e men che meno lo è quando si è incinte, e all’ultimo periodo con un pancione importante. Via libera quindi all’aiuto di chiunque possa essere di supporto nelle operazioni di riordino e pulizia, siano parenti ma anche professionisti. La parola d’ordine dovrebbe essere: centrare l’obiettivo ma senza affaticarsi.  
  • Cambiate la prospettiva. Se da qualche giorno avete in mente di riordinare la cantina o la soffitta, lavori decisamente pesanti, provate a vedere la situazione da un’altra angolatura: se tutto è rimasto così da anni, perché non potrebbe restare così ancora per un po’? 
  • Ordinate i pensieri. Come si ordinano gli ambienti, si può pensare che si possa ordinare anche la mente. L’ultima fase della gravidanza può essere dedicata alla lettura, alla meditazione, a tenere un diario delle sensazioni e alle emozioni, tutte attività che possono aiutare a tenere sotto controllo l’ansia che inevitabilmente coglie poco prima del parto e a fare spazio non solo nello spazio fisico, ma anche in quello mentale all’arrivo del piccolo. 
  • Preparatevi in prima persona. L’ultimo periodo della gravidanza può essere il momento ideale per regalarsi quelle attenzioni che con la nascita del piccolo verranno necessariamente meno, almeno nei primi tempi. Ecco allora che si può prendere appuntamento con il parrucchiere per il taglio, con la pedicure per sistemare i piedi oppure si può decidere di regalarsi ogni giorno una sosta in vasca con acqua tiepida e un massaggio prolungato con l’olio di mandorle dolci, che è per altro un valido aiuto contro le smagliature. 
 
 

In breve

La sindrome del nido, conosciuta anche come nesting, è la tendenza tipica dell’ultimo periodo della gravidanza a preparare al meglio l’ambiente per l’arrivo del piccolo. E’ una condizione del tutto normale, ma occorre fare attenzione che la smania di ordinare, pulire e preparare non diventi un’ossessione e soprattutto che non esponga la futura mamma a pericoli per sé e per il nascituro.

 

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