Non arrivano le mestruazioni

Silvia Huen A cura di Silvia Huen Pubblicato il 29/04/2020 Aggiornato il 11/01/2023

In genere il mancato arrivo delle mestruazioni viene considerato come il sintomo più evidente di gravidanza. Tuttavia, prima di considerarsi incinte, è bene escludere che possa trattarsi di un altro problema, come un ritardo mestruale più lungo del solito.

Non arrivano le mestruazioni

L’amenorrea, cioè l’assenza di mestruazioni, può indicare effettivamente che si è in presenza di una gravidanza, ma non deve essere considerata un segnale sicuro in quanto potrebbe dipendere anche da altre cause.

I fattori dell’amenorrea

Al di là della gravidanza, sono infatti numerosi i fattori che possono provocare amenorrea: per esempio:

– avere un ciclo mestruale molto irregolare (con possibilità di ritardi anche più lunghi del solito),

– aver seguito a lungo una dieta dimagrante molto restrittiva, in quanto gli squilibri alimentari possono interferire con i meccanismi ormonali che regolano il ciclo mestruale,

– soffrire di anoressia o bulimia, essere sottopeso o obese, perché le carenze o gli eccessi alimentari hanno ripercussioni sul sistema di regolazione ormonale da cui dipende il ciclo mestruale,

– attraversare un periodo di stress molto forte,

– avere crisi depressive,

– praticare attività fisica in eccesso,

– soffrire di disturbi dovuti a squilibri ormonali,

– assumere determinati farmaci (come antipertensivi e antidepressivi).

Non sempre la gravidanza inizia con l’amenorrea

Detto questo, va precisato che non sempre l’inizio di una gravidanza si manifesta con amenorrea. In alcuni casi, per esempio, si possono avere piccole perdite di sangue (dette perdite da impianto) in concomitanza con l’impianto della blastocisti (embrione ai primi stadi) nell’utero.

I sintomi innocui

Altre volte le perdite possono essere leggermente più consistenti e verificarsi a cadenza mensile (false mestruazioni) simulando il normale ciclo femminile. Compaiono in genere in concomitanza con la prima mestruazione saltata e continuano nei successivi due o tre mesi. Si tratta comunque di un sintomo innocuo, causato dagli sbalzi ormonali caratteristici dell’inizio della gravidanza.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti