Aghi low cost per il diabete: è allarme

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 23.7.2018 Aggiornato il 31.7.2018

Low cost spesso è sinonimo di low quality. Anche nel campo della salute. Nel caso del diabete, un ago di scarsa qualità per l’insulina può compromettere il controllo della malattia

Aghi low cost per il diabete: è allarme

C’è ago e ago. E quando si parla di salute la qualità fa la differenza. In caso di diabete, per esempio, se gli aghi per penna da insulina o da farmaci analoghi del Glp-1, sono di qualità scadente  c’è il rischio che il paziente non riesca a somministrare correttamente il farmaco , compromettendo q il controllo della malattia, che in Italia secondo l’Istat, colpisce sono 3,27 milioni di persone, di cui il 52% risiede nelle 14 città metropolitane. Ecco perché bisogna diffidare degli aghi low cost per il diabete.

Gare al ribasso

L’allarme arriva dai medici, i quali dicono che purtroppo nelle gare regionali per l’acquisto dei presidi sanitari non vengono prese in considerazioni le caratteristiche tecniche che dovrebbero avere gli aghi di qualità. Questo significa che a prevalere è il criterio economico a scapito della qualità. “Negli ultimi anni, si è andato trascurando l’aspetto della qualità degli aghi per penna, mentre al contempo il mercato si apre sempre più ad aghi low cost per il diabete provenienti dall’estero – spiega  Giorgio Sesti, presidente della Sid, Società italiana di diabetologia – “low cost che, spesso, è sinonimo di scarsa qualità. Sono stati segnalati diversi casi di aghi che si piegano al momento dell’inoculazione del farmaco, rendendo la somministrazione inadeguata. Oppure, se l’ago è troppo lungo, si ottiene l’effetto opposto”.

Consigli per gli acquisti

I diabetologi precisano che anche il farmaco più innovativo può non risultare efficace se somministrato nel modo scorretto o con un dispositivo, in questo caso l’ago, non idoneo.  La Sid, dunque, ha deciso di stilare un documento con lo scopo di fornire una guida all’acquisto (diretto o indiretto) e attribuire il giusto valore tecnico-qualitativo all’ago per penna, per raggiungere l’obiettivo del risparmio economico, ma senza sacrificare la qualità. Nel documento si precisa che gli aghi migliori sono quelli più corti (4 mm) e sottili, ma con un buon diametro interno per non far resistenza al passaggio del farmaco (tecnologia ‘a pareti sottili’), ben lubrificati e con la punta ben affilata. Devono essere adeguatamente sterilizzati e sicuri da usare.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

I diabetologi lanciano l’allarme anche sul “diabete urbano “, un’epidemia che affligge le città. Sotto accusa le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà.

 

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