Allarme Aids: c’è il rischio pandemia

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi

Torna la paura di un allarme Aids e gli esperti lanciano l'appello a non abbassare la guardia. Potrebbe scatenarsi una nuova crisi difficile da tenere sotto controllo

Allarme Aids: c’è il rischio pandemia

È allarme Aids perché la malattia non è sconfitta e abbassare la guardia potrebbe essere molto pericoloso. La preoccupazione è più che giustificata, perché secondo gli esperti internazionali servono almeno 7 miliardi in più l’anno per impedire un aggravarsi dell’epidemia e arginarne la minaccia sulla salute pubblica alla scadenza stabilita del 2030.

A rischio i finanziamenti

“La mancanza di finanziamenti unita al rischio di nuove infezioni in Paesi dalla forte crescita demografica – come in Africa – rappresenterebbe una grave crisi e si potrebbe perdere il controllo sull’epidemia”, ha avvertito Mark Dybul, ricercatore americano, ex dirigente del Fondo mondiale di lotta all’Aids. La comunità dei ricercatori e il mondo delle associazioni temono soprattutto un calo dei finanziamenti Usa, come annunciato dal presidente Donald Trump, anche se per ora non è stato formalizzato dal Congresso.

Poca ricerca sui farmaci

Ma non solo. L’agenzia delle Nazioni Unite contro l’Aids, Unaids, afferma che anche i grandi colossi farmaceutici si disinteressano del problema Aids, tagliando i fondi alla ricerca per nuovi farmaci poiché questi sarebbero destinati soprattutto a Paesi dall’economia problematica e dunque non in grado di acquistarli per i loro malati.

Problema in Africa

È allarme Aids mondiale anche perché in Africa sono diminuiti persino i fondi per la distribuzione gratuita dei profilattici, che rappresentano un mezzo importante ed efficace per impedire la diffusione del virus HIV.

 
 
 

Da sapere!

PER ORA IN CALO

Nel mondo attualmente ci sono 36,9 milioni di sieropositivi che, grazie alle terapie antivirali, riescono a tenere la malattia sotto controllo. Nel 2016 il numero dei morti è sceso per la prima volta sotto il milione di persone, diminuendo ancora nel 2017 (940 mila).

 

Pubblicato il 27.9.2018 Aggiornato il 27.9.2018
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Aborto spontaneo: dopo quanto si può cercare un’altra gravidanza?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'ovulazione si verifica 30 giorni dopo un aborto spontaneo ed è possibile concepire anche in questa circostanza senza che vi siano rischi di un qualsiasi tipo.  »

TSH del neonato: va controllato nel tempo se la madre è ipotiroidea?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se il bambino è nato a termine e se dallo screening neonatale non è emerso nulla, non è necessario fare ulteriori controlli.  »

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Fai la tua domanda agli specialisti