Allergie: in Italia ne soffre un bambino su quattro

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 23 marzo 2015 Aggiornato il 23 marzo 2015

I probiotici, somministrati alle donne durante gravidanza o l’allattamento, possono ridurre fortemente il rischio di allergie nei bambini

Allergie: in Italia ne soffre un bambino su quattro

Le allergie sono un tipo di patologia che negli ultimi venti anni si è più che triplicata nel nostro Paese, in particolare nell’età infantile, passando dal 7% al 25%.

Quelle più comuni

La forma di allergia più diffusa è la rinite allergica, che colpisce circa il 35% degli adolescenti (13-14 anni). Nel mondo la percentuale, in età pediatrica, è del 40%. Questa forma di allergia si sviluppa normalmente nell’adolescenza, la sua incidenza continua ad aumentare in tutti i continenti ed è causa di quasi 17 milioni di visite ambulatoriali ogni anno. Al secondo posto tra le allergie più comuni c’è l’asma, che colpisce il 9,5% dei bambini italiani e che può pregiudicare la crescita dei polmoni. A seguire le allergie alimentari, più frequenti nei primi anni di vita, che colpiscono circa il 3% dei piccoli entro i 2 anni d’età.

Il 30% dei bambini nel mondo

L’allergia è considerata una “malattia del mondo sviluppato”. La crescita, infatti, viene registrata soprattutto nei Paesi occidentali e in quelli che si stanno occidentalizzando. Globalmente le allergie colpiscono circa il 30% della popolazione pediatrica mondiale e si posizionano al terzo posto, dopo ipertensione e artrosi/artrite, nella classifica delle malattie croniche più diffuse. In Italia ne soffrono 25 bambini su 100 e il fenomeno è in costante crescita.

I cibi “medicina”

La novità per la prevenzione di quella è che una malattia cronica tra le più diffuse sul pianeta è contenuta nelle nuove linee guida. Gli alimenti probiotici sono cibi che contengono, secondo la definizione dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità),  “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. Sono presenti in molti alimenti comuni, come lo yogurt. Le raccomandazioni suggeriscono di considerare l’uso di probiotici  in tre categorie di persone: donne in gravidanza ad alto rischio di allergie nei loro figli, donne che allattano bambini ad alto rischio di sviluppare allergie e bambini ad alto rischio di sviluppare allergie. Secondo Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Bambino Gesù, con la somministrazione di probiotici in gravidanza si può ridurre il rischio di sviluppare allergie, in particolare l’eczema, del 9%, mentre se assunti durante l’allattamento la percentuale arriva al 15% e se somministrati direttamente al bambino del 5%.

 

 

 

In breve

I TRE FATTORI DI RISCHIO

Gli esperti spiegano che tra le cause di questa impennata sulle malattie allergiche ci sono la riduzione del contatto con elementi naturali come gli animali, la qualità dell’aria che si respira e la minore esposizione al sole: tutti fattori che intervengono nella modificazione del sistema immunologico.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Vitamina D: ci sono rischi se non viene data nei primi mesi?

26/05/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Posto che l'integrazione di vitamina D è consigliata nei primi 12 mesi di vita, se il bambino è stato esposto alla luce solare potrebbe non essere carente della sostanza. In gni caso, la somministrazione può essere iniziata anche a cinque mesi.   »

Bimba di un anno che non vuole mangiare nulla: cosa si può fare?

22/05/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Chiara Boscaro

Creare un rituale che precede i pasti, mangiare tutti insieme in un'atmosfera serena, farsi aiutare (per quel che si può) in cucina sono strategie che possono favorire un rapporto migliore tra bambino e cibo.   »

Secondo il test ero incinta ma poi sono arrivate le mestruazioni: era un falso positivo?

19/05/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Si può escludere che un test di gravidanza sia falsamente positivo, mentre è possibile che la gravidanza dopo un inizio fugace si sia spenta. L'eventualità è relativamente frequente, soprattutto se la donna non è più giovane.   »

Ho smesso la pillola: posso rimanere incinta subito?

14/05/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

In linea teorica, è possibile avviare una gravidanza anche il mese successivo all'abbandono della contraccezione ormonale. Ma può anche non accadere perché la natura ha tempi che non sempre è possibile gestire a proprio piacimento.   »

Fai la tua domanda agli specialisti
Le notifiche push sono disabilitate in questo browser