Asma, l’importanza di seguire la terapia

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa

È facile che chi soffra di asma interrompa la terapia, ma è un errore. La conferma dagli esperti

Asma, l’importanza di seguire la terapia

Secondo i dati a disposizione circa un italiano su quattro soffre di allergie respiratorie e tra questa vasta fetta di popolazione, oltre 2 milioni e mezzo di persone, sono ben 851 quelle che accusano una forma di asma che si cataloga come grave. In quest’ultimo caso si parla in prevalenza di donne, il 61%, con una età media di 55 anni, per il 60% in sovrappeso o obesi, ex-fumatori nel 21% dei casi e fumatori attivi nel 6% nonostante la malattia, con insorgenza dei sintomi dopo i 40 anni nel 25% dei casi, e infine con un substrato allergico nel 73% dei casi.  Non mancano, però, anche tanti bambini e ragazzi a soffrirne.

Quando l’asma è grave

L’asma grave è una forma di asma che necessita di livelli massimali di terapia per essere controllata o che rimane incontrollata nonostante tale massiccio trattamento. Ha un impatto che non si limita unicamente ai sintomi quotidiani o all’attacco acuto ma è causa di un notevole peso emozionale, economico e sociale per il paziente e comporta un costante e rapido deterioramento della qualità di vita. Purtroppo nonostante le terapie oggi a disposizione si riscontra una forte tendenza a sottovalutare la malattia: più del 50% dei pazienti presenta infatti un’asma non controllata, ovvero una malattia che ha più frequenti riacutizzazioni, maggiore utilizzo di strutture sanitarie, con ricorso al Pronto soccorso o ricovero, un maggior utilizzo di cicli di cortisone per via sistemica ed un minore utilizzo di farmaci biologici. 

Senza cure, peggiora la qualità della vita

Succede spesso infatti che appena un soggetto asmatico si senta meglio, smetta immediatamente con i farmaci. Ma, come sottolineano gli esperti dell’AAIITO, Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri, meglio non significa bene, perché i sintomi momentaneamente attenuati prima o poi ricompariranno. Il problema è proprio che alla lunga la soglia di attenzione cala e così si preferisce tollerare i disturbi e avere una qualità di vita inferiore piuttosto che seguire una terapia continuativa. L’asma invece  è una malattia da monitorare con cura, attenendosi in maniera scrupolosa alle indicazioni dello specialista.

Sì al movimento

Un altro esempio di questa malconoscenza dell’asma si può fare con l’attività fisica che, per chi è asmatico, si può considerare quasi una medicina, con benefici sulla salute del corpo e della mente. Eppure, tra chi ne soffre in forma grave, solo 4 persone su 10 praticano sport e 9 su 10 ritengono che questa malattia costituisca un limite nel farlo. È stato verificato invece che l’esercizio fisico regolare si associa a un minor declino della funzione respiratoria e a una diminuzione dei livelli infiammatori con benefici diretti sull’asma. Inoltre il movimento ha anche molti benefici psicologici, soprattutto nei più giovani.

 

Da sapere

LO SPORT AIUTA ANCHE PSICOLOGICAMENTE

Numerosi studi mostrano che lo sport migliora l’interazione sociale, aumenta l’autostima e anche la consapevolezza dei propri limiti, aiutando così, soprattutto i bambini, a convivere meglio con questa malattia cronica.

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 27.8.2021 Aggiornato il 27.8.2021
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti