Eczema e allergie nei bambini: c’è un legame

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 03/09/2019 Aggiornato il 03/09/2019

Uno studio americano dimostra l’esistenza di un legame di causa ed effetto tra eczema e allergie alimentari, asma e febbre da fieno

Eczema e allergie nei bambini: c’è un legame

Prevenire, o trattare in modo adeguato, l’eczema nei bambini piccoli è utile per evitare che sorgano altre malattie, dalle allergie alimentari all’asma. Prendendosi cura della pelle, infatti, si può scongiurare l’avvio della cosiddetta marcia atopica, una sequenza progressiva di patologie accomunate dalla reazione del sistema immunitario.

Grassi e proteine sulla pelle

Un team di ricercatori del National Jewish Health di Denver (Stati Uniti) ha sottolineato il legame tra eczema e alcune allergie, constatando che i bambini con eczema non presentano importanti proteine e grassi negli strati più esterni della pelle. Pertanto questa perde quella sua funzione naturale di barriera. Ciò fa sì che la pelle sia meno idratata e si secchi portando alla formazione di screpolature e al prurito.

Cute screpolata e pruriginosa

Se si grattano, i piccoli malati possono danneggiare la barriera cutanea. Un numero di prove crescente indica che le particelle di cibo che entrano a contatto con queste screpolature possono scatenare una reazione allergica. Una volta che la risposta dell’organismo è stata scatenata, si sviluppano anche febbre da fieno e asma.

Bagna e sigilla

Per il pediatra una cura scrupolosa della pelle dei bambini appena nati può aiutare a prevenire l’eczema e altre allergie. La pelle dei bambini è, infatti, particolarmente esposta al rischio di seccarsi una volta entrata a contatto con l’aria dopo il parto. Si raccomanda di seguire la tecnica “bagna e sigilla”: idratare a fondo la pelle con un bagno caldo e poi bloccare il carico di umidità all’interno con una pomata idratante per aiutare a sanare le screpolature.

 
 
 

Da sapere!

Ripristinare la barriera cutanea appena l’eczema si è sviluppato è il modo migliore per fermare la marcia atopica e prevenire lo sviluppo di allergie.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti