Le allergie respiratorie: i test e le cure

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 30/01/2012 Aggiornato il 30/01/2012

Sempre più bambini soffrono di allergie respiratorie. Dal naso che cola agli starnuti fino all’asma e alla tosse. Come riconoscerle

Le allergie respiratorie: i test e le cure

Per allergie respiratorie si intendono risposte esagerate del sistema immunitario (cioè di difesa naturale dell’organismo) nei confronti di sostanze che sono normalmente innocue, come per esempio gli acari della polvere o il pelo degli animali. Il sistema immunitario della persona allergica individua la sostanza (allergene) come un nemico e la combatte producendo anticorpi specifici di tipo E (IgE o reagine). Nel caso delle allergie respiratorie si hanno sintomi che riguardano l’apparato respiratorio, come l’asma e il raffreddore.

In aumento rispetto al passato

In Italia le allergie respiratorie che un tempo caratterizzavano i mesi primaverili sono presenti ormai per quasi tutto l’anno perché si sono sviluppate piante precedentemente poco diffuse. Anche il miglioramento delle condizioni di igiene ha contribuito all’aumento delle allergie nel nostro Paese. Inoltre, mentre in passato il sistema immunitario produceva per lo più anticorpi per combattere le malattie infettive (oggi prevenute con le vaccinazioni), ora si rende disponibile a produrli contro sostanze per lo più innocue, come i pollini.

Tosse, naso chiuso e asma

Si scatenano quando il piccolo respira una sostanza cui è allergico come, per esempio, le muffe, i pollini di piante e fiori, il pelo degli animali e gli acari della polvere. Questi ultimi, in particolare, sono responsabili delle allergie respiratorie più frequenti nei bimbi. I disturbi più comuni riguardano l’apparato respiratorio (naso, gola, bronchi e polmoni). Solitamente il bambino presenta infiammazioni al naso o agli occhi, accompagnate da secrezione, lacrimazione abbondante o starnuti. Il disturbo può, talvolta, estendersi anche ai bronchi e causare tosse e, più raramente, attacchi d’asma.

I test utili

Il Prick test
Lo specialista punge leggermente la cute del bimbo con una sottilissima lancia sterile, vi inserisce una piccola dose della sostanza ritenuta responsabile dell’allergia e verifica la reazione della pelle. Se compaiono bolle, arrossamenti o altre reazioni, significa che il bimbo è allergico.

 Esami del sangue
Il Prist test misura la presenza degli anticorpi IgE che compaiono nel sangue. La loro concentrazione nel bambino è più elevata se vi è in corso una reazione allergica. Il Rast test determina, in base alle IgE riscontrate nell’organismo, la natura dell’allergene che le ha prodotte.

Le cure

Eliminare l’allergene è spesso la soluzione più immediata per risolvere il problema. Non è però una soluzione sempre praticabile, come in caso di allergia ai pollini o agli acari della polvere. In questo caso, bisogna utilizzare i farmaci per intervenire sui disturbi della reazione allergica. Questi servono per contrastare i disturbi causati dalle allergie, ma non rimuovono il problema all’origine.  Si usano gli antistaminici, che bloccano la reazione allergica, e il cortisone, che combatte l’infiammazione.

I vaccini

Hanno un ruolo preventivo e, grazie all’utilizzo delle nuove tecniche di allergologia molecolare, è spesso possibile personalizzarli.

In breve

le allergie respiratorie: una reazione immunitaria esagerata

Talvolta l’organismo reagisce in modo esagerato a sostanze normalmente innocue, provocando così la reazione allergica e il rilascio nel sangue delle IgE (anticorpi specifici). Ciò accade più di frequente con i pollini, gli acari della polvere, le muffe e il pelo degli animali. La conferma dell’allergia si ha proprio ricercando le IgE nel sangue con un esame mirato.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Piccolissima con stitichezza: che fare?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

La stipsi nel neonato è una condizione non significativa dal punto di vista medico, quindi non richiede esami o l'impiego di medicine particolari. Per favorire l'evacuazione si possono usare microclismi al miele specifici per l’età,  »

Contraccettivo ormonale a poche settimane dal parto e sanguinamento che non si arresta

09/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

In genere, dopo il parto si consiglia di attendere almeno una o due mestruazioni prima di ricorrere a un metodo contraccettivo ormonale.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti