Si allunga la stagione delle allergie nei bambini: i consigli degli esperti

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/04/2013 Aggiornato il 26/04/2013

Con i cambiamenti climatici di questi ultimi anni, le piante producono più pollini e più a lungo. A tutto svantaggio delle allergie nei bambini. Le precauzioni da seguire in questi mesi di concentrazione massima 

Si allunga la stagione delle allergie nei bambini: i consigli degli esperti

 

Il clima “impazzito” di questi ultimi anni, con temperature più calde anche in inverno, ha modificato il ciclo vitale delle piante, favorendo lo sviluppo delle allergie nei bambini. A lanciare l’allarme è la Siaip, la Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica, che ha dato anche una serie di consigli pratici per combattere le allergie nei bambini.

Pollini più a lungo nell’aria

C’è stato un doppio allungamento: quello del periodo di fioritura e di impollinazione di molte piante e quello, conseguente, del periodo di comparsa dei sintomi di allergie nei bambini. La stagione dei pollini inizia così a gennaio-febbraio (con il polline di cipresso disperso nell’aria ) e si conclude a settembre-ottobre (con il pollini di ambrosia e artemisia). Se poi un bimbo è allergico a più pollini, come capita sempre più spesso, rischia di soffrire di allergia per quasi tutto l’anno.

Più attenzione in primavera-estate

Anche il periodo di massima concentrazione dei pollini si è allungato, arrivando a coprire quasi due stagioni, la primavera e l’estate, con il picco massimo soprattutto tra aprile e giugno. In questo periodo le attenzioni anti-allergia per i bimbi allergici devono essere massime.

Prudenza con vento e pioggia

Roberto Bernardini, presidente della Siaip e direttore della Uoc di Pediatria dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, ha dato alcuni importanti consigli per convivere bene con le allergie. Oltre a evitare di far uscire il bambino nelle ore centrali della giornata, quelle più calde e più “ricche” di pollini, consiglia di far attenzione anche al vento, che trascina i pollini, e alla pioggia, che frantuma il polline in una miriade di particelle che mantengono intatto il loro potere allergizzante.

Finestre chiuse in casa

Per evitare che i pollini entrino in casa è consigliabile aprire le finestre per il ricambio d’aria solo alla mattina presto e alla sera tardi, quando la concentrazione dei pollini nell’aria è minore. Durante le ore più calde, poi, si possono utilizzare i condizionatori con appositi filtri in grado di trattenere e impedire l’ingresso ai pollini.

Ideali il mare e l’alta montagna

C’è un luogo da evitare con un bimbo allergico ai pollini, spiega sempre Bernardini, ed è dove l’erba è stata appena tagliata, perché la concentrazione dei pollini è elevata. Meglio le zone di mare o di alta montagna, vista la solitamente ridotta presenza di pollini in queste aree. 

In breve

IL PRIMO SINTOMO È IL NASO CHIUSO

Il naso è il primo organo che entra in contatto con i pollini e quindi è anche in genere il primo a essere colpito da disturbi. In presenza di allergie, spesso il bambino si lamenta di avere il naso chiuso con respirazione dalla bocca, prurito nasale e liquido trasparente che cola. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimba che dopo l’addio al pannolino si rifiuta di fare la cacca: che fare?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Un piccolo rituale da osservare all'occorrenza, qualche accorgimento per rendere il momento confortevole, uniti a tanta pazienza e a un atteggiamento sereno a poco a poco riescono a indurre il bambino a utilizzare il vasino e, più avanti, la tazza del wc.  »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Non mangiare frutta e verdura durante la gravidanza può essere pericoloso?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se si teme una carenza di vitamina C perché con l'inizio della gravidanza è nata un'avversione verso la frutta e la verdura, si può correre ai ripari assumendo quotidianamente, per esempio, spremute di agrumi o kiwi, che ne sono ricchissimi.   »

Gambe sollevate in gravidanza: possono aver danneggiato il bambino?

08/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Durante la gravidanza, quando preoccupazioni che oggettivamente non hanno ragione di sussistere non danno tregua, mantenendo la futura mamma in uno stato ansioso costante, può senz'altro essere opportuno ricorrere all'aiuto di uno psicoterapeuta. Le continue paure ingiustificate possono, infatti, essere...  »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti