Botulismo infantile: tutti i sintomi e come si cura

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Elena Bozzola - Dottoressa specialista in Pediatria

È dovuto all’ingestione del Clostridium botulinum in forma di spore, presenti solitamente nel miele non pastorizzato. Causa paralisi e problemi neuro-muscolari che oggi per fortuna riescono a essere curati.

miele del contadino

Il botulismo infantile è una malattia abbastanza rara, non contagiosa, che colpisce i bambini di età inferiore all’anno, in particolare nei primi sei mesi di vita. Il responsabile è un batterio, che produce tossine nel lume intestinale dei piccolissimi.

Questi batteri si moltiplicano aumentando la produzione di tossine, fino a causare sintomi anche molto seri, che possono mettere in pericolo la salute dei più piccoli. Per fortuna, il botulismo infantile si cura e soprattutto si può prevenire efficacemente.

Sintomi

I sintomi del botulismo infantile sono molto variabili. Ci possono essere forme asintomatiche, forme messe in collegamento con la sindrome della morte improvvisa del lattante – Sids, oppure forme con manifestazioni di tipo neurologico. Solitamente, compaiono in questo ordine:

  • Stitichezza
  • Floppy baby syndrome, ossia paralisi flaccida simmetrica in cui perdono via via forza e tono i muscoli di capo, spalle, braccia, arti inferiori
  • Pianto flebile
  • Difficoltà a tenere il capo eretto
  • Problemi nel coordinare il movimento degli occhi fino all’incapacità di tenere le palpebre aperte
  • Incapacità di alimentarsi a causa della paralisi muscolare che provoca difficoltà di deglutizione.

“Solitamente non compare febbre. Gli ultimi sintomi a comparire sono problemi nel movimento e perdita dei riflessi tendinei” spiega la dottoressa Elena Bozzola, presidente della Onlus Il Bambino e il suo Pediatra. “Ci sono poi forme atipiche, in cui i piccoli possono presentare da subito un quadro clinico serio o un rapido peggioramento delle condizioni generali dopo una breve fase di inappetenza, senza i sintomi tipici iniziali di stanchezza e debolezza”.

Dopo quanto si manifesta

Il periodo di incubazione del botulismo infantile è variabile e dipende dalla quantità di tossine ingerite. Solitamente i sintomi compaiono tre ore dopo, ma ci sono casi in cui i disturbi iniziano a manifestarsi dopo 30 o addirittura 37-38 ore.

Questo può causare difficoltà ai genitori che non sanno come comportarsi, e qualche volta anche ai medici. I sintomi neurologici infatti possono fare pensare ad altre malattie come, per esempio, alcune forme di meningoencefalite, malattie metaboliche congenite, intossicazioni, forme di disidratazione e altro ancora.

La diagnosi del botulismo infantile

Proprio perché il botulismo infantile potrebbe essere confuso con altre malattie, è necessaria una diagnosi corretta e approfondita. Si inizia con una attenta anamnesi, con la massima collaborazione dei genitori, per capire con quali sostanze il bambino è entrato in contatto.

Per valutare la funzionalità nervosa e muscolare, si effettua un esame neurofisiologico chiamato elettromiografia. Consiste nel posizionamento di elettrodi in alcuni punti del corpo del bambino (braccia, gambe, tronco) e non causa particolari problemi anche se può risultare, per il piccolo, leggermente fastidioso.

Si esegue un prelievo di sangue venoso per verificare la presenza della tossina nel siero del bambino.

Inoltre, è necessario effettuare un esame delle feci per individuare la presenza dei batteri che producono le tossine.

Cause

La causa del botulismo infantile è un batterio gram-positivo chiamato Clostridium botulinum. Questo microrganismo, in condizioni sfavorevoli per la sopravvivenza, modifica il proprio metabolismo e assume la forma di spora, ossia si dota di strati protettivi che ne consentono la sopravvivenza anche negli ambienti non ideali.

In questo modo, una volta che si trova nuovamente in un ambiente idoneo, può nuovamente germinare. Succede esattamente questo nell’organismo dei bambini che hanno contratto il botulismo infantile. Ecco come avviene:

  • I piccoli ingeriscono le spore del Clostridium solitamente dal miele non pastorizzato. Il Clostridium, come dicono altri studi, è presente anche nell’acqua o nelle polveri ambientali, non nella normale polvere di casa, ma in quella prodotta per esempio da ristrutturazioni, alle quali un bambino non dovrebbe comunque essere esposto. Queste fonti di contaminazione sono infatti molto più rare
  • Quando le spore giungono nell’intestino dei piccoli, non trovano alcun ostacolo al loro sviluppo in quanto il microbiota intestinale (flora batterica) dei neonati, non è in grado di eliminarle perché non ancora sviluppato. Le spore riprendono allora la forma attiva di batterio, il quale produce tossine che si diffondono nell’organismo attraverso il sangue e che hanno un effetto paralizzante su muscoli e sistema nervoso. Negli adulti sani, invece, questa forma di botulismo non si verifica, proprio grazie alla presenza nell’intestino di una flora batterica efficiente in grado di combattere i batteri nocivi.

Attenzione al miele non pastorizzato

“Nei bambini sotto i 12 mesi, il botulismo infantile è causato quasi sempre dall’ingestione di alcuni alimenti, in modo particolare il miele, come dimostrano diversi studi che hanno provato l’associazione tra i malesseri e questo cibo. Il miele è infatti l’unico alimento che talvolta viene somministrato ai piccolissimi per il sapore dolce che li calma prima del sonno, quando sono nervosi o quando devono essere sottoposti a controlli medici”, chiarisce la pediatra.  “Il miele crudo, ossia non pastorizzato, non dovrebbe essere mai somministrato ai piccoli di età inferiore ai 12 mesi. Quando il bambino cresce, può essere proposto perché nutriente e perché è un rimedio naturale efficace per esempio contro la tosse.  Tuttavia è opportuno scegliere miele pastorizzato, ossia sottoposto alle alte temperature per eliminare microrganismi eventualmente presenti, come appunto il Clostridium”.

Come si cura

Una volta che è avvenuta la diagnosi di botulismo infantile e compaiono i sintomi neurologici, è necessario il ricovero in ospedale, in modo che il piccolo sia sottoposto a trattamenti di supporto respiratorio, nutrizione e idratazione con sondino, cura per la paralisi e controllo di eventuali infezioni che si possono presentare. “Non vengono prescritti antibiotici in caso di botulismo infantile, a meno che non sia presente in contemporanea un’altra infezione” aggiunge la dottoressa Bozzola.

Per endovena si somministrano immunoglobuline specifiche per aiutare l’organismo a reagire agli effetti tossici. Per contrastare gli effetti della tossina, è possibile somministrare una specifica antitossina che viene dispensata all’ospedale in cui si trova il piccolo dal Centro di riferimento del Istituto Superiore di Sanità. Prima si effettua questa somministrazione (che avviene per endovena), migliore è il suo effetto. Infatti i piccoli che ricevono questa sostanza guariscono più rapidamente rispetto a quelli ai quali non viene somministrata. 

Grazie alle cure disponibili oggi, la mortalità dovuta a botulismo infantile si è ridotta molto, passando dal 70% di circa un secolo fa, a meno del 5% di oggi. Il trattamento è comunque lungo, può durare anche diverse settimane durante le quali il bambino viene sottoposto anche a interventi di neuroriabilitazione per recuperare la funzionalità nervosa e muscolare che regola i movimenti e anche la deglutizione.

 
 

In breve

Il botulismo infantile è dovuto all’azione nell’intestino dei lattanti delle spore di Clostridium botulinum che germinano una volta giunte nell’intestino. Compaiono flaccidità, difficoltà di movimento, paralisi ma oggi ci sono cure efficaci. È essenziale evitare di offrire ai bambini miele non pastorizzato.

 

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 9.9.2025 Aggiornato il 9.9.2025
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