Cistite, sempre più resistente agli antibiotici

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 1 dicembre 2017 Aggiornato il 1 dicembre 2017

L'Italia è al secondo posto in Europa dopo la Grecia per l'uso di antibiotici. Il problema riguarda il ricorso all'auto-prescrizione, con un conseguente abuso, anche per infezioni del tratto urinario come la cistite

Cistite, sempre più resistente agli antibiotici

 L’utilizzo non appropriato degli antibiotici è all’origine della resistenza sviluppata dai batteri che rischia di rendere inefficaci questi farmaci anche nella cura di malattie comuni come la cistite.

Emergenza mondiale

Per l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) quella dell’antibiotico-resistenza è un’emergenza planetaria che riguarda strettamente anche l’Italia, seconda solo alla Grecia in Europa per l’uso (o meglio l’abuso) di antibiotici. Secondo Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia (Siu), “ormai da tempo questa problematica è una priorità di sanità pubblica, non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti, dovuta al costo aggiuntivo richiesto per l’impiego di farmaci, per le procedure più costose, per l’allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità”. Secondo l’ultimo rapporto curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), infatti, la resistenza agli antibiotici causa in Europa circa 25mila morti. L’Oms prevede che nel 2050 potrebbero essere oltre 10 milioni le persone a morire a causa di infezioni batteriche, se non si trovano delle soluzioni.

Le infezioni alle vie urinarie

Secondo i dati emersi nel congresso nazionale della Siu, in circa il 40% dei casi di cistite si segnala un uso inappropriato degli antibiotici. Questi farmaci sono, infatti, molto utilizzati per curare le infezioni alle vie urinarie: quelli più comunemente usati sono penicilline, cefalosporine, carbapenemi e gentamicina. “Questi medicinali – spiega Mirone – hanno perso rapidamente efficacia e purtroppo in Italia la percentuale di resistenza è tra le più alte in Europa, oscillando tra il 25 e il 50% a seconda delle regioni e degli ospedali”. Per esempio cistiti, uretriti, infiammazioni della prostata, sono infezioni del tratto urinario trattate spesso con antibiotici (e molte in modo autonomo) dalle persone.
 

 

 
 
 

Da sapere!

È stato varato di recente in Italia il nuovo “Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza 2017-2020” che si basa su sei ambiti di intervento: la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle infezioni, l’uso corretto degli antibiotici, la formazione, le attività di comunicazione e informazione, la ricerca e l’innovazione.

 

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