Come trattare l’autismo: i vari livelli e come affrontare la diagnosi secondo la Sinpia

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 11.6.2025 Aggiornato il 12.6.2025

Una cura definitiva non esiste, ma trattare l’autismo è possibile con la psicoterapia e altri interventi che migliorano comunicazione e interazione. Ne parliamo con Antonella Costantino della Sinpia - Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

bambino sul divano a testa in giuù

Di fronte a una diagnosi di autismo è bene non perdersi d’animo, nonostante una delle prime reazioni dei genitori possa essere sconforto o addirittura rifiuto. Trattare l’autismo nel modo corretto è il primo passo per aiutare un bambino a superare le difficoltà a scuola e nella vita di tutti i giorni, aiutandolo a fare emergere le sue potenzialità e facendolo vivere in modo più sereno.

Come affrontare una diagnosi di autismo

Per i genitori, ricevere una diagnosi di autismo non è una notizia semplice da accettare. Si teme che il proprio figlio sia condizionato per sempre da questa situazione, che non possa avere un percorso scolastico regolare, amicizie e una vita sociale. Una frequente reazione è il rifiuto, la convinzione che ci sia stato un errore da parte dei medici.

È una situazione difficile da gestire, che genera frustrazione e sensi di colpa nella convinzione di aver sbagliato qualcosa nel crescere il bambino. Spesso la notizia genera conflittualità all’interno della coppia e la tendenza a scaricare la responsabilità sul partner, per carenze educative o affettive.

In realtà, autismo e disturbi dello spettro autistico hanno un’origine genetica. Partire da questa consapevolezza, eventualmente chiedendo aiuto a uno psicologo, è la base per trattare l’autismo nel modo giusto, aiutando il proprio figlio. Occorre infatti un po’ di organizzazione e di lucidità per seguire le tappe dell’iter burocratico prima di tutto per avere i supporti previsti dalla legge.

Ottenere le certificazioni

La diagnosi di autismo si riceve da parte del neuropsichiatra infantile di un centro pubblico ed è necessaria per formalizzare alcune procedure di carattere burocratico. I genitori devono infatti inoltrare il certificato rilasciato dallo specialista (in cui compare anche il livello di gravità di autismo) all’Inps, esclusivamente per via telematica. È opportuno rivolgersi, per questa procedura, al proprio pediatra che dovrebbe essere abilitato a collegarsi all’Inps attraverso una piattaforma informatica, utilizzando il proprio Pin, accedendo alla applicazione InvCiv2010.

Qui il pediatra accede al certificato, lo compila e lo invia all’Inps. In seguito all’invio, il sistema propone un appuntamento presso la Asl della propria zona di appartenenza. In questo modo il Servizio sanitario è al corrente che il bambino ha un problema di autismo e dà diritto a continuare a essere seguiti dal centro specialistico.

Un ulteriore passo, non alternativo al precedente, è la richiesta del certificato di handicap secondo la legge 104/92, art. 104/92, art.3, comma 1. Per i genitori può essere un momento difficile da vivere, ma è un passo importante per ottenere agevolazioni economiche e permessi a livello lavorativo per seguire il bambino. Anche questo certificato si ottiene per via telematica collegandosi al sito dell’Inps. Consiste in una valutazione sanitaria e sociale e indica quanto la diagnosi incida sull’integrazione sociale e scolastica. Questo iter burocratico permette alla famiglia di ottenere benefici economici e facilitazioni a livello lavorativo e al bambino di contare su personale di sostegno a scuola. A questo scopo, in quasi tutte le Regioni italiane è attivo il Buono Scuola, che consiste in un aiuto economico per affrontare le spese scolastiche.

Ricorrere a uno psicologo o pedagogista

La famiglia dovrebbe poi contattare uno psicologo o un pedagogista che possegga una specializzazione certificata in analisi del comportamento. Queste figure professionali possono essere indicate dal pediatra o direttamente dal Centro di neuropsichiatria che ha rilasciato la diagnosi di autismo. Questa figura professionale ha il ruolo di stendere un programma personalizzato, con obiettivi comunicativi, relazionali e cognitivi, dopo aver valutato i punti deboli e di forza del bambino. Ruolo dello psicologo o dello psicopedagogista è anche verificare che i trattamenti per l’autismo vengano seguiti nel modo corretto e che permettano di raggiungere risultati.

Coinvolgere un terapista comportamentale

È importante anche la figura del terapista comportamentale, che è solitamente presente nel centro di Neuropsichiatria. Il suo ruolo è supportare il bambino e la famiglia e assicurare che il trattamento prescritto dallo psicologo sia messo in pratica nella vita quotidiana, a scuola e con gli amici. È in questi ambiti che il piccolo incontra difficoltà e può avere problemi di stress, che il terapista insegna ad affrontare mettendo in atto i comportamenti adatti.

I vari livelli di autismo

Per trattare l’autismo e i disturbi dello spettro autistico è fondamentale stabilire il livello di serietà del problema, in modo da poter commisurare gli interventi e ottenere reali benefici. La classificazione di questo disturbo del neurosviluppo è stabilita dal Dsm-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nella quinta edizione, pubblicato dall’American Psychiatric Association e utilizzato anche in Italia da psicologi, psichiatri e operatori sanitari. Il Dsm-5 individua tre livelli di autismo, in base al grado di compromissione della comunicazione sociale e dei comportamenti stereotipati e ripetitivi. Il livello di autismo al quale è soggetto il proprio bambino è stabilito dal neuropsichiatra infantile.

Livello di autismo 1

È una forma di autismo leggero che comporta difficoltà nell’interazione sociale, necessitando di un supporto per affrontare le situazioni sociali o i cambiamenti. I bambini con autismo di livello 1 possono presentare difficoltà nella comunicazione sociale, nell’iniziare e mantenere una conversazione e nel comprendere i segnali della socializzazione. Faticano ad adattarsi ai cambiamenti.

Livello di autismo 2

Tipico dei bambini che richiedono un supporto più intensivo, perché hanno maggiore difficoltà di comunicazione sociale e faticano a cogliere i segnali non verbali. Questi bimbi hanno bisogno di un intervento di sostegno sostanziale nel quotidiano, anche per accettare i cambiamenti di routine che rappresentano una fonte di stress notevole.

Livello di autismo 3

È il più serio e richiede un supporto significativo in diversi ambiti del quotidiano e della vita. I bambini con autismo di livello 3 hanno importanti difficoltà di interazione e di comunicazione sociale, manifestano comportamenti ripetitivi e ristretti e hanno grandi difficoltà nell’affrontare qualsiasi cambiamento, anche di piccola entità.

Trattamenti per l’autismo

“Gli interventi terapeutici abilitativi e riabilitativi per i bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico variano in base a diversi elementi” spiega Antonella Costantino, Past President SinpiaSocietà Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e Direttore Uonpia Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. “I piccoli con autismo spesso presentano altre problematiche neurologiche e psichiatriche di cui è fondamentale tenere conto per la gestione della presa in carico. La diagnosi precoce, l’intervento riabilitativo, il sostegno alle famiglie, la formazione degli operatori sanitari e degli educatori sono essenziali per favorire l’integrazione e il miglioramento della qualità della vita. Purtroppo, oggi sono ancora presenti disomogeneità tra le Regioni”. Una cura definitiva per l’autismo non esiste, ma il bambino può ottenere una buona qualità della vita con un miglioramento della comunicazione, dell’interazione e della capacità di adattamento.

Oltre ai percorsi con lo psicologo o lo psicopedagogista, per il trattamento dell’autismo è fondamentale il parent training, ossia l’educazione dei genitori, che rappresentano i primi e più importanti referenti per il bambino. Il parent training consiste nel fornire ai genitori informazioni sulla natura del disturbo, spiegando che è legato al neurosviluppo e non a fattori esterni. Inoltre, le mamme e i papà ottengono rassicurazioni e supporto psicoemotivo nei confronti di una diagnosi non facile da accettare. Infine ricevono indicazioni sulle modalità corrette per intervenire nei momenti di crisi del piccolo, oltre che per aiutarlo a integrarsi nei vari contesti della vita.

In alcuni casi può essere utile associare al trattamento psicoterapico una cura di tipo farmacologico. Dietro prescrizione del neuropsichiatra potrebbe essere opportuno assumere psicofarmaci per gestire eventuali problemi associati all’autismo, per esempio l’ansia e la depressione. È importante non abusare dei farmaci, non assumerli di propria iniziativa e seguire scrupolosamente le indicazioni nel neuropsichiatra.

Supporto a bambini e genitori

In Italia esiste il Fondo Nazionale Autismo, una somma stanziata per attuare diversi interventi a sostegno dei piccoli con disturbi dello spettro autistico e dei loro genitori. Grazie a questo, è stata implementata una rete specifica di coordinamento dei servizi territoriali, il Network Nida (Network Italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico), che ha l’obiettivo di promuovere la diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico e altri problemi del neurosviluppo. Il Network Nida è presente in tutto il territorio nazionale ed è costituito dalla rete dei servizi educativi di prima infanzia, pediatri di famiglia, reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale. Il punto di riferimento finale e specialistico sono le Unità Operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

Sono inoltre stati istituiti centri Pivot Nina regionali e provinciali, che costituiscono punti di raccordo per le attività di coordinamento locale per formare professionisti, consolidare la rete territoriale e migliorare il protocollo per il monitoraggio sia della popolazione generale, sia delle persone che corrono un rischio maggiore di sviluppare disturbi dello spettro autistico o altri disturbi del neurosviluppo rispetto alla popolazione generale. È il caso dei  fratelli di bambini con diagnosi di autismo, neonati prematuri e piccoli per età gestazionale. Il pediatra può fornire alle famiglie tutte le indicazioni necessarie per accedervi, in caso ci siano sintomi che fanno sospettare disturbi dello spettro autistico.

 
 
 

In breve

Trattare l’autismo è possibile: attraverso la psicoterapia e, se necessario, alcuni farmaci prescritti dallo specialista. È essenziale l’intervento educativo sui genitori, i primi referenti del piccolo con disturbi dello spettro autistico.

 

Fonti / Bibliografia

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