Diabete: scoperto perché alcuni batteri intestinali potrebbero favorirlo

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 21/04/2020 Aggiornato il 21/04/2020

Uno studio canadese rivela come, nello sviluppo del diabete di tipo 2, determinati batteri giochino un ruolo importante

Diabete: scoperto perché alcuni batteri intestinali potrebbero favorirlo

Secondo un studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism sembra che nel fegato, nel sangue e nel tessuto adiposo di chi soffre di diabete siano presenti batteri diversi da quelli presenti in persone non diabetiche.

Batteri sfuggiti attraverso l’intestino

Lo studio è stato realizzato da ricercatori dell’Università di Laval in Canada e ha coinvolto 40 soggetti obesi operati con chirurgia bariatrica, 20 dei quali erano anche diabetici. Gli esperti hanno studiato campioni di tessuto adiposo, di fegato e sangue dei 40 pazienti e hanno visto che gli obesi che soffrivano anche di diabete presentavano maggiori quantità di alcuni specifici batteri in sangue e tessuti adiposo ed epatico non presenti negli obesi senza diabete.

Secondo i ricercatori si tratta di batteri intestinali “sfuggiti” passando attraverso la parete intestinale che in molti obesi è estremamente permeabile.

Infiammazioni condizionano insulina

L’ipotesi, hanno spiegato gli autori del lavoro, è che batteri viventi e frammenti batterici attraversino la parete dell’intestino e inducano processi infiammatori che finiscono per disturbare il corretto funzionamento dell’ormone insulina, che regola lo zucchero nel sangue.

Uno dei prossimi obiettivi sarà vedere se certi batteri patologici presenti nei tessuti dei diabetici possano provocare la malattia anche in animali e vedere se, al contrario, batteri buoni in questi tessuti possano essere usati per prevenirla. Se così fosse si potrebbe sviluppare una nuova linea di probiotici per terapie contro il diabete.

Il diabete in Italia e nel mondo

Negli ultimi 30 anni la diffusione del diabete su scala mondiale è aumentata in maniera esponenziale, anche nei bambini. Nel mondo una persona su 11 convive con il diabete ed è previsto che per il 2030 ci saranno 522 milioni di persone con questa patologia.

Nella Penisola ne soffrono circa 3,7 milioni di persone, ma un paziente su tre non ne è a conoscenza. Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue ed è dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina, un ormone prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas. Una caratteristica della patologia sempre presente è l’iperglicemia, ovvero l’elevata concentrazione di glucosio nel sangue.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

A lungo andare a essa si associano complicanze di tipo vascolare, come la macroangiopatia (grave forma di aterosclerosi) e la microangiopatia (alterazione della circolazione sanguigna all’interno dei piccoli vasi arteriosi).

 

Fonti / Bibliografia

  • Type 2 diabetes influences bacterial tissue compartmentalisation in human obesity | Nature MetabolismVisceral obesity is a key risk factor for type 2 diabetes (T2D). Whereas gut dysbiosis appears to be instrumental for this relationship, whether gut-associated signatures translocate to extra-intestinal tissues and how this affects host metabolism remain elusive. Here we provide a comparative analysis of the microbial profile found in plasma, liver and in three distinct adipose tissues of individuals with morbid obesity. We explored how these tissue microbial signatures vary between individuals with normoglycaemia and those with T2D that were matched for body mass index. We identified tissue-specific signatures with higher bacterial load in the liver and omental adipose tissue. Gut commensals, but also environmental bacteria, showed tissue- and T2D-specific compartmentalisation. T2D signatures were most evident in mesenteric adipose tissue, in which individuals with diabetes displayed reduced bacterial diversity concomitant with fewer Gram-positive bacteria, such as Faecalibacterium, a...
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