Epilessia: colpiti soprattutto i bambini

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 21/03/2016 Aggiornato il 21/03/2016

Ancora oggi poca informazione e tanti pregiudizi compromettono la vita sociale di chi soffre di epilessia, malattia che nella maggior parte dei casi compare prima della pubertà

Epilessia: colpiti soprattutto i bambini

L’epilessia è una malattia neurologica che può essere determinata da una predisposizione genetica o da lesioni a livello cerebrale. I bambini sono i più colpiti e i primi sintomi si manifestano con delle crisi nei primi anni di vita, talvolta danneggiando la crescita con problematiche di tipo psicomotorio. Circa il 70% dei bambini, infatti, sviluppa la malattia sotto i 12 anni, ossia prima della pubertà. Inoltre, la socializzazione con i coetanei subisce spesso un peggioramento, tanto più l’epilessia è grave.

Una malattia difficile da curare

Il disagio maggiore dell’epilessia è la sorpresa con cui colpisce la crisi, che si manifesta con la perdita di coscienza, a volte accompagnata da convulsioni, salivazione e retroversione dei bulbi oculari. Se la crisi supera i 2 minuti è importante prestare assistenza e chiamare i soccorsi. Purtroppo, nel 30% dei casi l’epilessia non è curabile con il trattamento farmacologico e di questo 30% solo il 10-15% può essere sottoposto all’asportazione chirurgica della cosiddetta “area epilettogena”, la zona del cervello responsabile per le crisi. Questa operazione può essere considerata solo se quest’area è ben circoscritta, per evitare lesioni neurologiche.

Combattere i pregiudizi

In occasione della giornata mondiale dell’epilessia un team di neurologi dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha fornito assistenza gratuita ai malati, senza appuntamento e senza obbligo di impegnativa. Inoltre, sono stati organizzati workshop pratici, soprattutto rivolti a insegnanti e operatori scolastici, per gestire le eventuali crisi di studenti che soffrono di epilessia. In questa occasione, il direttore del Dipartimento di neuroriabilitazione, Federico Vigevano ha precisato che i malati di epilessia sono spesso “vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro esistenza”, ma nella maggior parte dei casi, per chi convive con la malattia, è possibile avere una “vita regolare nella società, a scuola, a lavoro, nel tempo libero”. Per questo è importante combattere ogni forma di discriminazione ed emarginazione, sensibilizzando e informando soprattutto a scuola, per evitare che i piccoli colpiti dall’epilessia vengano esclusi dai compagni.

 

 

 
 
 

da sapere!

L’epilessia colpisce mediamente l’1% della popolazione e nel 70% l’insorgenza della malattia avviene prima della pubertà.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Beta h-CG che aumentano poco in 8^ settimana: proseguirà la gravidanza?

28/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Una volta visualizzati con l'ecografia l'embrione e il battito del cuoricino non ha più senso continuare a dosare le beta nel sangue, perché il loro andamento a questo punto della gravidanza non è predittivo di nulla.   »

Si può rimanere incinta dopo un unico rapporto?

22/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

In linea teorica, è certamente possibile avviare la gravidanza dopo un unico tentativo, tuttavia va messo in conto che ci voglia più tempo visto che, secondo le statistiche, le probabilità di concepire per ciclo mestruale non sono moltissime.   »

Bimba di tre anni che vuole mangiare solo dolci, pane e latte: che fare?

21/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Le abitudini alimentari si acquisiscono in famiglia: se ai bambini vengono proposti cibi poco sani, come lo sono quelli ricchi di zuccheri, ci si deve aspettare che poi li reclamino. Per aggiustare il tiro, occorre apportare cambiamenti a cui anche i genitori si dovrebbero adeguare.   »

Fai la tua domanda agli specialisti