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La Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) ha lanciato un allarme riguardo la steatosi epatica non alcolica (Nafld), meglio conosciuta come fegato grasso, una tra le prime cause nei Paesi occidentali di cirrosi e carcinoma epatocellulare. Eppure, è ancora sottovalutata nonostante per gli specialisti rappresenti una vera e propria epidemia di cui si parla poco.
Un problema poco conosciuto
Secondo Filomena Morisco, professore ordinario di Gastroenterologia e direttore della Scuola di specializzazione in malattie dell’apparato digerente Università di Napoli Federico II, il problema interessa il 20-25% della popolazione generale. Queste stime sono, però, basate sull’uso dell’ecografia che è in grado di evidenziare la malattia quando più del 30% del fegato è “occupato” dal grasso. Al contrario, le anomalie metaboliche associate alla steatosi epatica (diabete, ipertensione arteriosa, incremento del colesterolo Ldl e dei trigliceridi nel sangue) insorgono già quando solo il 5% del fegato è invaso dal grasso. E quantità così ridotte di accumulo di grasso si possono determinare solo con l’uso della risonanza magnetica.
I veri numero sfuggono
Per questo motivo non sappiamo esattamente quante siano le persone in Italia affette da fegato grasso, ma già parlare di un quarto della popolazione è comunque un numero enorme. Inoltre, viene sottostimata l’evidenza che la steatosi epatica rappresenta molte volte il primo campanello di allarme per le principali malattie metaboliche, con aumentato rischio cardiovascolare e per lo sviluppo di diabete.
Non ci sono sintomi
Come tutte le malattie che interessano il fegato, anche la steatosi epatica è una patologia subdola. Il paziente non sente alcun sintomo quindi non modifica il suo stile di vita. Questo almeno fino all’insorgenza della cirrosi epatica. Uno dei principali problemi clinici della steatosi epatica è proprio che in alcuni casi progredisce verso la cirrosi e il carcinoma epatocellulare. Si calcola che circa il 3-5% della popolazione generale possa andare incontro a questa progressione.
Sovrappeso e obesità correlati
La presenza di steatosi epatica va di pari passo con il sovrappeso e l’obesità, anche e soprattutto nei bambini. La patologia tende a seguire l’andamento del peso corporeo ma non dà sintomi, e viene diagnosticata mediante l’ecografia fatta di routine, o come screening nei soggetti a rischio. Infatti, nelle patologie quali diabete, ipertensione arteriosa, incremento del colesterolo Ldl e dei trigliceridi nel sangue, la prevalenza della steatosi epatica raggiunge l’80-90% dei pazienti. Le transaminasi e l’ecografia epatica sono gli esami di base per una valutazione preliminare e la presenza dell’alterazione di uno o entrambi questi parametri deve far immediatamente scattare una valutazione completa del paziente.
Fonti / Bibliografia
- LA STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA: UNA PATOLOGIA EMERGENTE DI INTERESSE METABOLICO - GIDM: Giornale italiano di diabetologia e metabolismoLa steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una patologia emergente che comprende un ampio spettro di condizioni epatiche, dalla semplice steatosi a quadri avanzati con fibrosi e necroinfiammazione, fino ad arrivare allo sviluppo di cirrosi e di carcinoma epatocellulare. La NAFLD si caratterizza dal punto di vista anatomopatologico per la sua somiglianza con i quadri epatici indotti dall’abuso di alcol, ma si sviluppa in soggetti con consumo modesto (< 20 g/die) o nullo di alcolici. Stime basate su marcatori surrogati indicano che la prevalenza della NAFLD si aggira tra il 10 e il 25% della popolazione generale, con ampie differenze in funzione dell’età e del ceppo etnico. La patogenesi della NAFLD vede l’insulino-resistenza come evento centrale, responsabile dell’accumulo di lipidi negli epatociti così come della progressione del danno epatico, in questo facilitata dalla perossidazione lipidica. È stato proposto che la NAFLD possa rappresentare l’interessamento epatico della sindrom...