In Italia triplicata la mortalità per infarto. Allarme dei cardiologi

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 22/06/2020 Aggiornato il 22/06/2020

Secondo uno studio della Società Italiana di Cardiologia, durante la pandemia da Covid-19 si è registrata una mortalità per infarto tre volte maggiore rispetto al 2019

In Italia triplicata la mortalità per infarto. Allarme dei cardiologi

La Società italiana di cardiologia (Sic) ha realizzato uno studio nazionale, che ha analizzato il numero dei ricoveri per infarto nelle unità di terapia intensiva coronarica di 54 strutture cardiologiche universitarie italiane associate nel CCU (Coronary Care Unit) Academy Investigator Group. La ricerca, pubblicata sullo European Heart Journal  nella settimana del 12/19 marzo, durante la pandemia in Italia di Covid-19, ha messo a confronti i dati con quelli relativi allo stesso periodo dello scorso anno.

La paura ha ritardato cure e ricoveri

Lo studio ha registrato una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019, passando dal 4,1 % al 13,7%. Un aumento dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato in ritardo. Un ritardo spesso fatale perché nel trattamento dell’infarto il tempo è un fattore cruciale. All’aumento della mortalità è risultata associata anche una riduzione dei ricoveri per infarto superiore al 60%. Il calo più evidente ha riguardato gli infarti con occlusione parziale della coronaria, ma è stato osservato anche in ben il 26,5% dei pazienti con una forma più grave d’infarto. La riduzione dei ricoveri per infarto è stata maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Nonostante la gravità della pandemia si sia concentrata nel Nord Italia, la riduzione dei ricoveri per infarto è stata registrata in modo omogeneo in tutto il Paese: Nord e Sud 52,1% e 59,3% al Centro.

Ripristinare la rete per le emergenze cardiologiche

Questa situazione, secondo il presidente della Sic Ciro Indolfi, rischia di vanificare i risultati ottenuti in Italia con le terapie più innovative per l’infarto e gli sforzi per la prevenzione con le campagne di informazione degli ultimi 20 anni. Abbassare la guardia sulle malattie cardiovascolari, responsabili di circa 260mila decessi ogni anno, e non ricostruire in fretta la rete dell’emergenza cardiologica, sarebbe gravissimo e provocherebbe più morti per infarto di quante ne abbia provocato il Covid-19.  

 

 

 
 
 

Da sapere!

La preoccupazione causata dal Covid ha generato una minore attenzione nei confronti di tutte le altre patologie e ha portato una maggiore diffidenza nei confronti delle strutture ospedaliere, con forti ripercussioni sul piano sanitario e psicologico.  

 

Fonti / Bibliografia

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