Gravidanza: vaccinazione contro l’influenza unica arma di prevenzione

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 02/12/2019 Aggiornato il 02/12/2019

La vaccinazione contro l'influenza da quest'anno può essere somministrata anche nel primo trimestre. Ecco perché è così importante

Gravidanza: vaccinazione contro l’influenza unica arma di prevenzione

La vaccinazione contro l’influenza è l’unica arma di prevenzione per evitare conseguenze, anche gravidanza, per la salute sia della futura mamma sia del bimbo in arrivo. Indipendentemente dal trimestre in cui si trova la gestazione: a spiegarlo è Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all’Università di Parma e presidente Waidid, l’Associazione Mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici, che sottolinea come l’immunizzazione in gravidanza contro l’influenza rappresenti l’unico accorgimento in grado di proteggere la futura mamma e il neonato fino a 6 mesi di età, quando potrà essere sottoposto egli stesso alla vaccinazione.

Future mamme a rischio per infezioni respiratorie

Una donna in dolce attesa se colpita dall’influenza anche in assenza di patologie sottostanti corre un rischio tre volte maggiore di contrarre un’infezione respiratoria come bronchite, polmonite virale e batterica in forma grave. In questo caso il rischio di ospedalizzazione è piuttosto elevato, e arriva a decuplicare nel caso in cui la donna soffra, per esempio, di asma. “La gravidanza comporta un adattamento del sistema immunitario e dell’apparato cardio-respiratorio della futura mamma che la rende maggiormente esposta al rischio di andare incontro a complicanze in corso di influenza e di altre infezioni – spiega Esposito -. Per questo motivo la vaccinazione contro l’influenza diventa l’unico strumento di prevenzione”.

Influenza prima causa di ricovero tra i lattanti

Anche lo sviluppo del feto, nel caso in cui la mamma venga colpita dall’influenza, può essere messo a rischio: il rischio di morte fetale e di parto prematuro, per esempio, è da 2 a 4 volte più elevato, mentre il rischio di basso peso alla nascita raddoppia. Quanto ai neonati fino ai sei mesi di età direttamente colpiti dall’influenza, quest’ultima rappresenta la prima causa di ospedalizzazione. Ogni anno nel mondo si registrano 270 mila ricoveri ospedalieri.

Sì anche nel primo trimestre

Se fino allo scorso anno in Italia la vaccinazione contro l’influenza era raccomandata solo nel secondo e nel terzo trimestre, oggi la somministrazione è prevista – in Italia e nel resto del mondo – anche nei primi tre mesi di gravidanza. “Si tratta di una svolta importante nella prevenzione di questo serio problema di sanità pubblica – continua Esposito – che ha l’obiettivo di garantire la massima protezione possibile alla mamma e al bambino fino ai sei mesi di età”.

 

 
 
 

Da sapere!

Oltre alle donne in gravidanza, altre categorie cui è raccomandato la vaccinazione contro l’influenza sono i bambini di età compresa tra i 6 e i 5 anni, gli anziani, i soggetti con malattie croniche e i professionisti sanitari. Fino ai 6 mesi di età del bimbo l’unica protezione è offerta dall’immunizzazione effettuata dalla mamma durante la gravidanza.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti