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Da diverso tempo si stanno studiando forme di somministrazione alternative per i vaccini, in particolare per quello anti-influenzale, con l’obiettivo di facilitare il trattamento senza ridurne l’efficacia, ma anzi aumentarla se possibile. Un recente studio statunitense sembra accendere buone speranze sul vaccino intranasale a base di emoagglutinina ricombinante (HA), capace di offrire una protezione ampia contro diversi ceppi virali dell’influenza.
I vaccini attualmente in uso sono mirati
I vaccini anti-influenzali usati al momento sono prevalentemente di tipo iniettivo e agiscono creando un’immunità specifica contro il ceppo che si prevede causerà l’influenza della stagione in arrivo. Non sono particolarmente efficaci contro le varianti non corrispondenti. Ecco perché i ricercatori, oltre che sulla messa a punto di vie di somministrazione alternative, sono impegnati da tempo nella creazione di farmaci in grado di garantire una protezione a più ampio spettro, capace di contrastare in maniera migliore le malattie respiratorie infettive, proprio come l’influenza.
Allo studio da tempo
In questi ultimi anni, sono diversi i team di ricerca che hanno messo a punto vaccini intranasali. La maggior parte di essi si basa sull’uso di proteine o peptidi ricombinanti, ma non sembra garantire una risposta immunitaria sufficiente. Il nuovo vaccino allo studio sembra, invece, essere differente e più promettente.
Come agisce
La nuova ricerca è stata condotta da un gruppo di studiosi dell’Istituto di scienze biomediche presso la Georgia State University ed è stato pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli autori hanno impiegato come componente antigene del vaccino una emoagglutinina ricombinante (HA), ossia una proteina presente sulla superficie dei virus influenzali. In questo modo ipotizzano di poter superare gli attuali limiti dei vaccini intranasali e anche di ridurre il periodo di tempo necessario alla produzione. La speranza, infatti, è che l’aggiunta di un adiuvante come l’HA riesca a migliorare la risposta immunitaria del vaccino intranasale. Gli autori hanno creato un nanomateriale bidimensionale, che in laboratorio ha mostrato potenti effetti immunostimolanti.
Serviranno altre conferme
I vaccini antinfluenzali attualmente in uso producono soprattutto risposte anticorpali, mediate cioè dagli anticorpi. “Ma i lavori recenti suggeriscono che le risposte delle cellule T sono indispensabili per una protezione ottimale contro l’infezione polmonare influenzale. E lo sviluppo delle risposte delle cellule T richiede la vaccinazione per via respiratoria. La nostra ricerca apre una nuova strada per lo sviluppo di materiali immunizzanti da somministrare tramite il naso” hanno spiegato gli esperti. Ora serviranno però nuove ricerche per capire se la strada del vaccino intranasale ad ampio spettro è effettivamente percorribile.