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La prima influenza 2018 è già arrivata. Secondo le previsioni degli esperti, dovrebbe essere di intensità media, meno forte comunque di quella dell’anno scorso che ha colpito in Italia 8,5milioni di persone.
Previsioni e incognite
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, si prevede che circa 5 milioni di italiani saranno colpiti dall’ influenza nel 2018. La previsione viene fatta sulla base della stagione influenzale che si sta concludendo in Australia e Nuova Zelanda, dove è circolato soprattutto il virus AH1N1, anche se in quest’ultima parte di stagione rimane l’incognita del virus B, che potrebbe innalzare il numero dei casi. Naturalmente molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere lungo e freddo sicuramente si avranno molti più malati. Oltre al vero virus influenzale, inoltre, in giro ci saranno anche altri 262 virus che determinano forme simil-influenzali, che possono causare altrettanti casi simili all’influenza.
L’utilità del vaccino
Il professor Pregliasco ha spiegato che al momento il vaccino trivalente è disponibile anche adiuvato, particolarmente consigliato per i grandi anziani o per chi ha particolari problematiche, perché aiuta la risposta del sistema immunitario, di norma meno efficiente in queste persone. Per tutti gli altri è indicato il quadrivalente che protegge da due famiglie del virus B. Se è vero che non c’è ancora un vaccino efficace al 100%, bisogna ricordare che la vaccinazione antinfluenzale riduce del 50% le complicanze respiratorie e cardiovascolari, le ospedalizzazioni e la mortalità.
Prevenire il contagio
Tra le buone pratiche da seguire per ridurre le occasioni di contagio, spicca l’abitudine di lavarsi spesso le mani, che però è seguita da meno del 40% degli italiani, come rileva una indagine commissionata da Assosalute, da cui emerge che l’attenzione alla prevenzione è più femminile che maschile.
No agli antibiotici
Attenzione, invece, a non fare ricorso immediato agli antibiotici, al terzo posto tra i rimedi contro l’influenza, dopo i farmaci di automedicazione e i “consigli della nonna“. In media assume antibiotici il 20,7% del campione esaminato (rappresentativo della popolazione italiana), una percentuale elevata che sale addirittura al 28% tra gli uomini e scende al 13% tra le donne. Come ha spiegato Pregliasco, gli antibiotici combattono soltanto le infezioni batteriche, mentre l’influenza stagionale e il raffreddore sono causati da virus. Il loro uso può rivelarsi addirittura dannoso per la possibilità di determinare un’alterazione della flora batterica delle prime vie respiratorie, con conseguente eventualità di favorire una superinfezione da parte di un microrganismo resistente.