Influenza australiana 2025: sintomi, durata e cure della variante secondo Pregliasco

Angela Bruno A cura di Angela Bruno, Roberta Raviolo, Fabrizio Pregliasco - Dottore specialista in Infettivologia Pubblicato il 31/01/2025 Aggiornato il 01/02/2025

Non si tratta di una malattia a se stante, ma di una variante più aggressiva della H1N1. Molto diffusa in questo periodo, può causare complicanze soprattutto nei più piccoli: l'opinione del virologo Pregliasco.

Influenza australiana 2025: sintomi, durata e cure della variante secondo Pregliasco

L’influenza australiana 2025 è una malattia virale delle vie respiratorie con sintomi simili a quelli delle altre infezioni di tipo influenzale come febbre, dolori, tosse e raffreddore. Non comporta rischi particolari, tranne che per i bambini molto piccoli e per le persone che hanno già altre malattie. Ma vediamo in che cosa consiste l’influenza australiana e come la si può affrontare.

Sintomi dell’influenza australiana

L’influenza australiana o variante australiana è causata dal sottotipo H3N2 del virus dell’influenza A ed è ritenuta un po’ più aggressiva. “Si tratta dell’influenza che si è manifestata nell’emisfero australe nei mesi invernali, i cui primi casi sono stati isolati in Italia a novembre” spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. “I sintomi sono simili a quelli di altre sindromi da raffreddamento o di tipo influenzale”. Possono quindi comparire:

  • febbre anche elevata (oltre i 38.5 gradi)
  • mal di testa
  • mal di gola
  • tosse
  • raffreddore
  • dolori muscolari e articolari
  • spossatezza

Nel caso dei bambini piccoli, di età inferiore ai due anni, possono comparire anche disturbi gastrointestinali, come diarrea e vomito.

Quanto dura

L’influenza australiana ha una durata simile a quella delle altre forme influenzali, quindi tra la comparsa dei primi sintomi e la guarigione possono trascorrere circa 4-8 giorni. Nei bambini, il decorso può essere più lungo e arrivare anche a dieci giorni circa.

Tuttavia, con questa variante una persona è già contagiosa 36-48 ore prima di manifestare i sintomi: questa caratteristica contribuisce alla rapida diffusione del virus. Per questa ragione, se si sospetta di aver contratto l’influenza australiana, è opportuno limitare i contatti con gli altri e usare la mascherina.

Il rischio di complicanze dell’influenza australiana

La variante australiana, se non affrontata in modo adeguato, può portare a complicanze come otiti e bronchiti. Rispetto all’influenza classica, sembra comportare un rischio più elevato di complicanze neurologiche, come per esempio la sindrome di Guillain Barrè, una malattia neurologica caratterizzata da dolore muscolare, paralisi e perdita della sensibilità. Può provocare encefaliti e meningoencefaliti, cioè infiammazioni delle membrane che avvolgono il cervello.

Nei bambini può causare la comparsa di convulsioni febbrili, caratterizzate da spasmi intensi nei momenti in cui la febbre raggiunge una temperatura più elevata. Il coinvolgimento neurologico è dovuto al fatto che il virus dell’influenza australiana riesce a superare facilmente la barriera mucosa delle vie nasali, raggiungendo il cervello.

Le cure per l’influenza australiana

Se si prende l’influenza australiana 2025, il trattamento è simile a quello delle altre sindromi para-influenzali. Vediamo nel dettaglio.

  • La febbre si può controllare assumendo paracetamolo, una molecola adatta anche ai bambini piccoli e che fa parte dei farmaci ammessi per le donne in gravidanza.
  • Contro i dolori, ma con un effetto anche antipiretico, si possono assumere alcuni Fans, ossia farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene e il ketoprofene. L’ibuprofene esiste anche in formulazione pediatrica e non va assunto insieme con il paracetamolo. Per conoscere le dosi corrette è sempre opportuno chiedere al pediatra.
  • Le vie respiratorie possono essere mantenute libere con l’utilizzo di soluzioni a base di acqua marina o termale, oppure con soluzione fisiologica. La pulizia delle narici favorisce la rimozione del muco in eccesso, quindi aiuta anche a prevenire otite e bronchite.
  • La tosse non va calmata a tutti i costi perché è un tentativo da parte dell’organismo di espellere il virus. Di conseguenza è opportuno alleviare il prurito e il fastidio alla gola proponendo liquidi caldi, che svolgono un effetto calmante sulle mucose irritate.
  • La persona che ha contratto l’influenza australiana dovrebbe rimanere a riposo, a letto oppure sul divano, per tutto il tempo necessario, dormendo ogni volta che ne avverte la necessità. Il sonno infatti aiuta l’organismo a reagisce all’infezione con le proprie difese naturali.

Vaccino: sì o no?

“Gli effetti dell’influenza australiana si stanno sommando a quelli degli altri virus che caratterizzano la stagione in corso e non sempre è semplice distinguere i sintomi dell’una o dell’altra infezione” aggiunge il professor Pregliasco. “Infatti stanno ancora circolando altri virus, per esempio l’Hmpv o il virus respiratorio sinciziale e contrarre più infezioni virali in un breve lasso di tempo può aumentare il rischio di complicanze e di ricoveri ospedalieri, soprattutto nei piccolissimi e nelle persone con malattie già presenti”.

Per questa ragione sarebbe opportuno approfittare della possibilità di ricorrere al vaccino antinfluenzale, che contiene anche gli antigeni dell’influenza australiana e quindi stimola le difese dell’organismo. È un vaccino sicuro, che può causare un lieve rialzo febbrile e un po’ di nervosismo, ma che protegge dalle complicanze. Per alcune categorie è gratuito, per esempio nel caso dei bambini tra 6 mesi e 6 anni. Il consiglio è sempre quello di parlarne con il pediatra.

Photo by Fujikama for pixabay

 
 
 

In breve

L’influenza australiana 2025 è una variante della H1N1 che porta febbre più elevata, tosse, dolori e che può causare complicanze al sistema nervoso. Si controlla con riposo, liquidi, antipiretici sentendo prima il pediatra. Un modo efficace per prevenirla è sottoporsi al vaccino antinfluenzale

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Allergia al latte e intolleranza al latte: c’è differenza?

05/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

L'allergia al latte è la risposta avversa alle proteine in esso contenute ec caratterizzata dalla formazione di anticorpi IgE e, di conseguenza, dal rilascio di istamina. L'intolleranza al latte dipende dalla mancanza (o dal deficit d'azione) dell'enzima che digerisce il lattosio, lo zucchero del latte....  »

Candeggina inalata in gravidanza: ci sono rischi?

03/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

La candeggina può essere pericolosa se inalata insieme ad altri prodotti che sprigionano gas tossici. Da sola, invece, non espone a rischi.   »

Idronefrosi del feto

03/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

È importante individuare con l'ecografia eventuali anomalie dell'apparato urinario, per avere modo di sottoporre il neonato a tutte le indagini del caso subito dopo il parto.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Fai la tua domanda agli specialisti