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La stagione influenzale di quest’anno costringerà a letto, da Natale in poi, colpevoli il freddo ricorrente, i viaggi e… i baci e gli abbracci del periodo natalizio, tra adulti e bebè, 4-6 milioni di italiani con malesseri che potranno durare anche 2 settimane. I sintomi dell’influenza sono sempre gli stessi: febbre alta oltre i 38 gradi, dolori, tosse. Ma bisogna vaccinarsi? E soprattutto, i vaccini, sulla base di quanto accaduto di recente, sono sicuri? Ne parliamo con Fabrizio Pregliasco, specialista in igiene e medicina preventiva presso il dipartimento di Scienze biomediche per la salute – Università degli Studi di Milano.
Sarà una stagione così dura come annunciato dai mass media?
Hanno esagerato! Sarà, infatti, una stagione medio-alta, in funzione delle temperature, nel senso che più farà freddo e più ci saranno casi di influenza. Tre i virus previsti, ancora l’H1N1 del 2009, più un virus australiano e uno americano nuovi. Pertanto, anche il vaccino antinfluenzale sarà diverso.
È importante la prevenzione?
Per me la vaccinazione è un’opportunità per tutti, in particolare per le persone a rischio. Per una persona sana l’influenza è una banalità, ma in un soggetto fragile può causare successive pesanti complicanze. Però anche una persona sana, se vuole evitare la malattia, può vaccinarsi, in particolare se ha in famiglia un soggetto fragile da proteggere. Non dimentichiamo che l’influenza rappresenta la malattia di salute pubblica più rilevante. Ha dunque un impatto sanitario, sociale ed economico sul singolo individuo e sulla comunità. Per questo motivo la prevenzione rimane l’arma principale. In pratica, oltre che per la protezione individuale, la vaccinazione è utile come prevenzione collettiva, perché protegge indirettamente anche chi non è stato vaccinato, riducendo l’epidemia.
A chi è quindi caldamente consigliato il vaccino?
Ai soggetti più a rischio, ovvero gli anziani over 65, chi è affetto da patologie croniche (diabete, malattie cardiovascolari, obesità), i lavoratori che svolgono attività di interesse sociale, come gli operatori sanitari, le donne al 2°-3° mese di gravidanza, se non hanno problemi, i bambini a rischio, per esempio quelli che soffrono di asma. Per tutti gli altri non considerati a rischio, il vaccino è disponibile in farmacia su prescrizione medica e a pagamento.
In questi giorni ci sono state notizie allarmanti sui vaccini. Quelli di due aziende farmaceutiche sono stati ritirati perché presentavano anomalie o a scopo cautelativo. Chi ha ricevuto la somministrazione quali rischi corre ora?
Purtroppo, spesso la comunicazione è difficile. In realtà, si è trattato di ritiri per un eccesso di scrupolo, ma senza reali rischi per i cittadini. In un caso, è stata la ditta stessa a effettuare il ritiro spontaneo a fronte di due lotti non conformi; nell’altro caso, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha bloccato l’immissione dei vaccini sul mercato per precauzione per un ipotetico rischio di disturbi non gravi ma fastidiosi, quali febbre e dolore nel punto di inoculo. Due milioni di persone in Germania e Canada, che iniziano prima di noi la campagna vaccinale, hanno già usato questi vaccini senza alcun effetto particolare.
Pensa che ci sarà un calo delle vaccinazioni?
Oggi i vaccini, rispetto al passato, non hanno una buona immagine nella popolazione. Gli “antivaccinatori” sono stati bravi nell’istillare dubbi su eventuali effetti collaterali, tra l’altro mai provati, creando sconcerto, che ora anche le istituzioni hanno ulteriormente contribuito ad aumentare… Di sicuro temo ci sarà un’ulteriore disaffezione.
Come è possibile stare tranquilli?
I vaccini sono prodotti biologici delicati che subiscono una serie infinita di controlli.