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Con l’arrivo del freddo molti genitori temono che l’esposizione alle basse temperature e alle correnti d’aria gelida possa far ammalare i bambini. In realtà, non è il freddo a provocare raffreddore, tosse, influenza o febbre, bensì i microrganismi che circolano in questo periodo.
Tuttavia, è vero che le condizioni meteorologiche possono giocare un ruolo importante e favorire la diffusione delle malattie infettive. La ragione? Si associano ad alcuni importanti fattori di rischio, come l’irritazione delle mucose e la lunga permanenza in luoghi chiusi e affollati. Anche quando le giornate sono frizzanti, però, i bambini possono tranquillamente uscire, anzi l’esposizione all’aria aperta è positiva. L’importante è che siano vestiti in modo adeguato. Ecco i consigli del professor Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano.
Il freddo è responsabile delle malattie?
Il freddo di per sé non causa malattie. I bambini, come gli adulti, si ammalano quando entrano in contatto con i virus respiratori, come rhinovirus, coronavirus comuni, virus influenzali e RSV. Non è vero dunque che il freddo fa ammalare, però può contribuire a creare un ambiente più favorevole al contagio, attraverso una serie di meccanismi e fattori. Ecco i principali.
1. Diminuisce l’efficienza dei meccanismi di difesa
Il freddo, così come la secchezza ambientale e gli sbalzi di temperatura, interferisce con la clearance mucociliare, uno dei meccanismi di protezione dell’organismo. In condizioni normali, le cellule cigliate che ricoprono le vie respiratorie, spingono verso la bocca o il naso il muco normalmente presente nelle vie aeree e, con esso, anche i microrganismi e le particelle nocive intrappolati al suo interno, che così vengono espulsi.
Se le ciglia non riescono a lavorare correttamente, invece, il muco e i microrganismi rimangono più a lungo nelle vie respiratorie, favorendo la comparsa di infiammazioni e infezioni.
2. Rende più deboli
Per far fronte al freddo e trattenere il calore, il corpo causa una vasocostrizione periferica. Di conseguenza, gli organi ricevono una quantità minore di sangue e di cellule di difesa e sono quindi più vulnerabili. È anche per questo che in inverno aumentano le probabilità di ammalarsi.
3. Invoglia a stare al chiuso
Quando le giornate sono molto fredde, si preferisce trascorrere gran parte della giornata in ambienti chiusi, riscaldati, umidi e affollati. Purtroppo, si tratta delle condizioni ideali per la proliferazione e la diffusione di molti microrganismi. Ecco perché uffici, scuole, asili, mezzi pubblici, centri commerciali, cinema sono considerati tutti luoghi a rischio.
4. Favorisce l’azione di alcuni virus
Non è vero che il freddo fa ammalare, ma è vero che alcuni virus, come quelli del raffreddore e dell’influenza, sembrano diventare più aggressivi quando le temperature si abbassano e si verificano sbalzi termici.
5. Costringe ad accendere il riscaldamento, che secca le mucose
Più le temperature si abbassano e più si alza il riscaldamento, un amico delle malattie da raffreddamento.
Infatti, tende a seccare l’aria, seccando le mucose dei setti paranasali, una delle principali barriere di difesa contro virus e batteri. Mucose poco idratate non riescono a produrre il muco e quindi a catturare gli agenti dannosi. Inoltre, l’aria troppo secca facilita la diffusione dei virus.
Rende lo stile di vita meno salutare
In inverno, si tendono ad adottare abitudini di vita meno salutari. Innanzitutto, si esce di meno e questo è un male perché l’esposizione ai raggi solari e la permanenza in ambienti esterni stimolano in modo positivo tutte le funzioni del corpo, inclusi i meccanismi di termoregolazione e di difesa.
In secondo luogo, si pratica meno attività fisica, fondamentale per il mantenimento della salute e la prevenzione dei malanni.
Infine, si mangiano più spesso cibi ricchi e calorici, poveri di vitamine e sali minerali, che invece sono fondamentali per il sistema immunitario, e si tende a bere poco, accentuando la disidratazione delle mucose respiratorie.
I bambini possono uscire con il freddo?
I bambini non solo possono ma dovrebbero uscire anche quando fa freddo. Stare e giocare all’aria aperta significa diminuire le probabilità di contagio, rafforzare il sistema di difesa e migliorare il benessere generale.
L’ideale sarebbe trascorrere qualche ora in ambienti esterni ogni giorno: è molto più sicuro che stare sempre in ambienti chiusi dove i virus circolano facilmente.
L’importante è seguire poche, semplici regole:
- vestire i bambini a strati, evitando sia il troppo caldo sia il troppo freddo
- proteggere testa, collo e mani con berrette, sciarpe e guanti
- sostituire subito guanti, calze o vestiti umidi
- limitare le uscite nelle ore più fredde
- evitare esposizioni prolungate al vento forte.
Esiste la febbre da colpo di freddo?
La cosiddetta “febbre da colpo di freddo” è un mito molto diffuso, ma non esiste dal punto di vista scientifico. La febbre nasce sempre da un’infezione o da un processo infiammatorio, non deriva mai dalla temperatura esterna.
Quello che può succedere è che il bambino abbia già contratto un virus ma sia asintomatico, manifestando i primi disturbi solo dopo una giornata fredda. I genitori, quindi, possono essere indotti a credere che alla base del malanno del figlio ci siano le sfavorevoli condizioni meteorologiche, ma in realtà non è così.
In altre parole, il freddo non provoca la febbre, ma può coincidere con l’inizio dei sintomi.
Cosa causa la febbre
La febbre è una risposta difensiva dell’organismo a un’aggressione sferrata da microrganismi nocivi. È caratterizzata da un aumento della temperatura corporea al di sopra dei livelli considerati normali, un meccanismo che aiuta ad attivare più rapidamente il sistema immunitario, a rallentare la replicazione dei patogeni e a rendere l’ambiente meno favorevole alla loro azione.
È quindi un sintomo importante, che segnala che il corpo sta combattendo contro virus, batteri, funghi o altri agenti microbici. Nel periodo invernale la febbre è causata quasi sempre da malattie virali.
Quando l’infezione comincia a guarire, subentrano la sudorazione e la vasodilatazione, necessari per disperdere calore e abbassare la temperatura interna.
Come si prende invece l’influenza intestinale? Scoprilo qui
Come proteggere i bambini dai malanni di stagione
Per proteggere i bambini e ridurre il rischio che si ammalino è bene adottare qualche strategia preventiva.
- Insegnare ai bambini a lavare spesso le mani
- Se l’abitazione non è dotata di un sistema di ventilazione meccanica controllata, è bene arieggiare spesso le stanze
- In casa cercare di mantenere una temperatura attorno ai 20-21 gradi e un grado di umidità inferiore al 60%, se serve utilizzando anche umidificatori o deumidificatori
- Vestire i bambini in modo adeguato ma non eccessivo, meglio se a cipolla, con vari strati di indumenti, da togliere e rimettere a seconda della necessità e della circostanza
- All’esterno scegliere un abbigliamento caldo ma traspirante, che limita la sudorazione
- Fare in modo che i bambini possano dormire bene e a sufficienza
- Offrire frutta e verdura, ricche di vitamine
- Vaccinarli contro l’influenza
- Spiegare ai figli di usare gettare i fazzoletti di carta, subito dopo l’utilizzo.
Il parere del dottor Pregliasco
Abbiamo chiesto qualche dettaglio in più al professor Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano e direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano.
1) I bambini sono più vulnerabili al freddo?
I bambini sani, in buone condizioni di salute, in genere non corrono rischi e possono essere portati tranquillamente negli ambienti esterni, ovviamente con le dovute precauzioni. Il loro organismo, infatti, è in grado di adattarsi alle diverse condizioni. Un paio di ore al dì al parco o comunque all’aria aperta sono un toccasana.
2) E in caso di malattia?
Il loro sistema immunitario reagisce con efficienza ai virus stagionali, anche se potrebbero rendersi necessarie delle cure sintomatiche per attenuare le manifestazioni. Tuttavia, questo non significa che si possa sottovalutare la situazione: è importante comunque monitorare l’evoluzione dell’infezione e confrontarsi con il pediatra. I bambini che soffrono di altre malattie, invece, potrebbero avere qualche problematica in più.
3) I neonati sono più a rischio?
I neonati con meno di sei mesi di vita non hanno ancora un sistema immunitario maturo ed efficiente, per cui sono più esposti all’azione dei virus, come quelli influenzali.
Per questa ragione, si consiglia alle donne che all’inizio della stagione influenzale si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza di vaccinarsi: in questo modo, possono passare la protezione anche ai loro figli, una volta che nasceranno.
Un discorso a parte merita poi l’infezione da virus respiratorio sinciziale, che va sempre attenzionata. In questo caso, i segnali da non sottovalutare sono: il respiro molto veloce o, al contrario, pause respiratorie, i rientramenti a livello intercostale, la dilatazione delle narici e il calo dell’appetito.
4) Quali sono gli errori più comuni da evitare nella gestione dei malanni stagionali?
Innanzitutto, è sbagliato pensare che siano necessari gli antibiotici per guarire. Questi farmaci non servono per curare le infezioni virali, ma solo laddove siano insorte delle complicanze batteriche. Usarli senza reali indicazioni è inutile, oltre che dannoso.
Sbagliato anche non insegnare ai bambini a lavarsi le mani: è una manovra banale, ma efficacissima nella prevenzione. In particolare, occorre lavarsi le mani dopo essere stati in ambienti pubblici e aver toccato oggetti e superfici potenzialmente contaminati, come bagni, prima di maneggiare gli alimenti, se in famiglia ci sono persone ammalate o a rischio.
Fondamentale, infine, la vaccinazione, specie se consigliata dal pediatra.
A cosa fare attenzione?
Attenzione agli stress termici e al sudore che ne deriva: passare da un ambiente molto caldo a uno molto freddo o viceversa senza adeguare l’abbigliamento può favorire le malattie da raffreddamento.
Meglio poi insegnare ai bambini a respirare dal naso: le vie nasali riescono a riscaldare l’aria, che così non arriva troppo fredda a bronchi e polmoni e non indebolisce i meccanismi di difesa, mentre la bocca no.
Foto di copertina di mbll via Pixabay
In breve
Con l’arrivo dell’inverno molti genitori temono che temperature basse e correnti d’aria possano far ammalare i bambini. In realtà, non è il freddo a provocare raffreddore, tosse o febbre, ma i virus che circolano più facilmente in inverno. Dunque, non è vero che il freddo fa ammalare, tuttavia è vero che il meteo avverso può rendere le mucose più fragili e favorire il contagio. I bambini possono uscire tranquillamente all’aria aperta, osservando però alcune precauzioni.
