Variante K dell’influenza stagionale: cos’è, sintomi e perché sfugge al vaccino

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Fabrizio Pregliasco - Dottore specialista in Infettivologia

Caratterizzata da alcune mutazioni sulla proteina del virus, provoca sintomi abbastanza intensi come febbre alta, tosse, mal di gola. Può aggirare il vaccino ma questo resta un presidio fondamentale contro forme serie e complicanze.

Variante K dell’influenza stagionale: cos’è, sintomi e perché sfugge al vaccino

La variante K del virus influenzale A/H3N2 fa parlare di sé proprio mentre l’influenza stagionale 2025-2026 sta raggiungendo il picco. Non è una variante particolarmente aggressiva, ma è molto recente, quindi può aggirare l’immunità assicurata dal vaccino.

Rischia di provocare sintomi abbastanza intensi, soprattutto tra bambini piccoli, anziani e persone con malattie pregresse. La prevenzione possibile consiste nelle misure igieniche già sperimentate con il Covid-19.

Sintomi della variante K

La variante K dell’influenza appartiene al gruppo A(H3N2), che provoca sintomi simili a quelli dovuti al virus A(H1N1). Possono quindi comparire:

  • mal di gola
  • scolo nasale
  • febbre alta
  • brividi
  • spossatezza
  • sensazione di ossa rotte
  • dolori muscolari
  • disturbi gastrointestinali, come diarrea e vomito soprattutto nei bambini.

La variante K dell’influenza può più facilmente dare complicanze come otiti, bronchiti e polmoniti, in modo particolare nei bambini fino alla scuola dell’infanzia e nelle donne in gravidanza. Inoltre sono a rischio le persone di età superiore ai 65 anni e quelle che hanno malattie croniche, respiratorie o cardiovascolari o anche tumori.

Anche le donne in gravidanza possono incorrere più facilmente in complicanza rispetto alla popolazione generale, perché durante la gestazione il sistema immunitario è più sensibile.

Cure

Per affrontare i sintomi dovuti alla variante K, ci si deve comportare come per le altre malattie di tipo influenzale.

  • È necessario restare a casa a riposo, non necessariamente a letto, coperti in modo adeguato
  • Contro la febbre e i dolori, è possibile chiedere consiglio al medico (al pediatra nel caso dei bambini) o al farmacista per medicinali antipiretici come paracetamolo oppure Fans (ibuprofene, ketoprofene, diclofenac) nella formulazione pediatrica per i più piccoli. Questi farmaci aiutano anche a controllare i dolori osteo-muscolari
  • osservare una adeguata igiene delle mucose nasali, con acqua marina o termale ricca di sali, che riducono la congestione e aiutano a respirare meglio
  • assumere una adeguata quantità di liquidi caldi che assicurano idratazione e danno sollievo alla gola irritata
  • nutrirsi in modo leggero, con frutta cotta, ortaggi al vapore, carboidrati, carne bianca. I bambini piccoli devono continuare a essere allattati al seno
  • restare a casa dal lavoro o da scuola per il tempo necessario a riprendersi bene.

È essenziale avvisare il medico nel caso i sintomi non si attenuino dopo una settimana-dieci giorni, se compare tosse fastidiosa e la febbre torna a salire.

Perché non serve aver fatto il vaccino antinfluenzale

La K è una variante o “subclade” caratterizzata da sette mutazioni genetiche della proteina Ha (o emoagglutina), che riescono ad aggirare l’immunità vaccinale.

Il vaccino antinfluenzale di quest’anno potrebbe quindi non essere completamente efficace? Non è esattamente così: vaccinarsi è importante anche in caso di comparsa dei sintomi della variante K: “La vaccinazione si riconferma uno strumento fondamentale per ridurre la circolazione dei virus e quindi anche per prevenire la comparsa di eventuali varianti” precisa il professor Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università di Milano.

“Inoltre il vaccino è essenziale per prevenire le forme più serie e il rischio di complicanze. Resta insomma una delle misure preventive più efficaci”. Vaccinarsi ha quindi ancora senso in vista del picco dell’influenza in arrivo a fine mese.

Influenza verso il picco, leggi qui il nostro approfondimento

Come prevenirla

Oltre a scegliere il vaccino, per arginare la diffusione del virus ed evitare complicanze, è importante seguire le regole di prevenzione apprese soprattutto in occasione della pandemia di Covid-19, che tutti dovrebbero ricordare sempre, perché sono utili contro i virus responsabili di infezioni respiratorie. È quindi possibile prevenire il contagio da variante K:

  • lavando con cura le mani con acqua calda e sapone soprattutto dopo essere stati in luoghi pubblici
  • indossando la mascherina se si deve uscire e recarsi in luoghi affollati e con scarsa aerazione
  • evitando di entrare in contatto con altre persone, soprattutto bambini, donne in gravidanza, persona anziane e soggetti fragili, se si hanno sintomi come naso che cola, tosse e mal di gola
  • seguendo uno stile di vita sano, alimentandosi bene, assumendo liquidi a sufficienza e non sottoporre l’organismo a stress eccessive e fatiche.

“Per qualsiasi dubbio in merito all’assunzione di medicinali o a regole di comportamento e gestione dell’influenza, è fondamentale rivolgersi al medico o al pediatra” raccomanda Pregliasco. “Non si devono prendere iniziative come assumere antibiotici, che sono inefficaci contro i virus, a meno che non sia subentrata una forma batterica”. Anche in questo caso, è indispensabile la prescrizione medica.

 

In breve

La variante K dell’influenza causa febbre alta, scolo nasale, mal di gola e stanchezza. Ne sono più soggetti bambini piccoli, donne in gravidanza e anziani. Il vaccino resta importante ed è fondamentale avvisare il medico e restare a riposo

 

 

 

Pubblicato il 19.12.2025 Aggiornato il 19.12.2025
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