Inquinamento Milano e Pianura Padana, come proteggere i bambini? I consigli degli esperti

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 09/02/2024 Aggiornato il 09/02/2024

L’inquinamento a Milano e nella Pianura Padana è spesso da bollino rosso. Genitori in allarme e preoccupati su come proteggere la salute dei più piccoli dai pericoli dello smog. Vediamo insieme agli esperti cosa è possibile fare per contenere i danni.

Inquinamento Milano e Pianura Padana, come proteggere i bambini? I consigli degli esperti

I tassi particolarmente elevati di inquinamento a Milano e in tutta la Pianura Padana registrati in queste ultime settimane sono motivo di forte preoccupazione per i genitori. L’allarme è alto dal momento che tutti hanno ormai ben chiari i danni che un’esposizione prolungata agli inquinanti può provocare alla salute dei più piccoli. E se la pioggia può essere d’aiuto, va tenuto conto che si tratta pur sempre di un “sollievo” momentaneo, dal  momento che percentuali alte di polveri sottili si registrano soprattutto al Nord in molti periodi dell’anno, anche in estate. Vediamo allora con l’aiuto degli esperti le possibili strategie da mettere in atto per proteggere i bambini, sempre e in modo particolare nei giorni in cui lo smog è a livelli molto alti, come nelle ultime settimane.

Inquinamento climatico a Milano e nella Pianura Padana

Non ci sono dubbi che Milano e la Pianura Padana siano, per un articolato complesso di ragioni, una delle zone più inquinate d’Italia. Questo mette in allarme i genitori che temono le ripercussioni che l’esposizione agli inquinanti può provocare sui più piccoli. I dati del resto sono piuttosto allarmanti. L’Italia, come conferma l’Istituto Superiore di Sanità, si trova infatti in una situazione di forte criticità in quanto il 96% dei bambini sotto i cinque anni vive in aree dove i livelli di PM2.5, le cosiddette polveri sottili, sono per lunghi periodi al di sopra di quelli raccomandati dall’Oms per la tutela della salute. L’analisi dei dati sulla qualità dell’aria mostra in particolare che le aree urbane dove le concentrazioni medie annuali di PM2.5 sono superiori al valore Oms (10 μg/m³) si trovano in modo particolare proprio nel bacino padano dove si raggiungono livelli medi di PM 2.5 pari a 18 μg/m³. «L’inquinamento ambientale esplica i suoi effetti dannosi tramite composti tossici quali biossido di azoto e di zolfo, ozono e, soprattutto, il particolato fine (PM2,5)» spiega il dottor Piero Ceriana, Direttore dell’unità operativa Pneumologia riabilitativa ICS Maugeri di Pavia.

Ma che cosa è di preciso il PM2.5?

Si tratta dell’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese nell’aria, definite anche materiale particolato, da cui l’acronimo inglese PM (particulate matter): il PM 2.5, insieme all’ozono, viene considerato tra gli inquinanti dell’aria a cui sono associati gli effetti più gravi per la salute. Il particolato è prodotto generalmente dai processi di combustione delle vetture, dagli impianti per la produzione di energia, dal riscaldamento domestico, da impianti industriali, ma anche dall’agricoltura e da fonti naturali, come gli incendi nelle foreste e le emissioni vulcaniche. Le particelle che lo compongono possono depositarsi nelle vie aeree superiori (naso e gola), lungo la trachea e i bronchi, e quelle più fini possono arrivare fino agli alveoli polmonari, le piccole sacche dove avvengono gli scambi di ossigeno e anidride carbonica, con conseguenti effetti di irritazione e infiammazione. L’ozono è definito anche inquinante secondario poiché non viene emesso direttamente nell’atmosfera, ma si forma quando la luce solare trasforma gli inquinanti primari (come i gas emessi da veicoli e da fonti industriali): ecco spiegato perché i livelli di questa sostanza tossica sono più alti d’estate, quando la luce solare è più forte. Il traffico stradale è tra le fonti principali di inquinamento atmosferico in città: il tubo di scappamento delle auto incide per il 50% nella produzione delle polveri sottili da traffico, a cui si aggiungono le polveri più grosse prodotte dall’usura di asfalto, pneumatici e freni; secondo una recente revisione dell’OMS, l‘Organizzazione Mondiale della Sanità, queste polveri si depositano sul fondo stradale e contribuiscono a circa metà dell’inquinamento da traffico automobilistico.

Inquinamento e danni sui bambini

ll rapporto “Breathless beginnings: the alarming impact of air pollution on children in Europe and Central Asia” pubblicato il 5 settembre 2023 dall’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, segnala che i bambini sono fisicamente più esposti allo smog perché respirano volumi di aria proporzionalmente maggiori rispetto agli adulti (circa il doppio per ogni chilo di peso) e quindi inspirano una maggiore quantità di inquinanti. Inoltre, data la statura, sono più vicini al suolo dove le sostanze inquinanti si accumulano. Questo vale soprattutto per i più piccoli perché l’altezza a cui la maggior parte viaggia nei passeggini raddoppia le probabilità di impatti negativi dell’inquinamento rispetto a un adulto. «I bambini sono la categoria più a rischio per quanto riguarda i danni alla salute prodotti dall’inquinamento» commenta il dottor Ceriana. «Questo perché hanno un sistema immunitario non ancora maturo, presentano bassa statura e pertanto sono esposti alle concentrazioni più alte di inquinanti che si trovano in prossimità del suolo; in più hanno popolazioni cellulari a elevata velocità di replicazione e pertanto più predisposte a danni al DNA. Senza dimenticare che i piccoli tendono a trascorrere mediamente più tempo all’aperto per motivi ricreativi».

Foto di Marcin da Pixabay

Foto di Marcin da Pixabay

Dal punto di vista fisiologico, quindi, i bambini sono più vulnerabili perché cervello, polmoni e altri organi non hanno ancora sviluppato meccanismi di protezione come negli adulti e l’esposizione prolungata a sostanze inquinanti tossiche comporta danni alla crescita e al corretto sviluppo degli organi, con conseguenze sullo sviluppo fisico e mentale. Le particelle ultrafini del PM2,5, fino a 200 volte più piccole del diametro di un capello umano, possono facilmente entrare nel flusso sanguigno dei bambini e attraversare più facilmente la barriera ematoencefalica, provocando neuro infiammazioni e interruzione dello sviluppo del cervello, con il rischio di uno scarso sviluppo cognitivo. «Tra gli apparati corporei più colpiti dall’inquinamento c’è sicuramente quello respiratorio» spiega l’esperto. «Si possono avere così ridotto sviluppo polmonare con quadri funzionali di tipo restrittivo, aumentata incidenza di asma, rinite e infezioni delle alte e basse vie aeree. Ma c’è una crescente evidenza scientifica che l’esposizione a inquinanti ambientali possa essere implicata nella genesi di altre problematiche di salute infantile quali obesità e disturbi neurologici, in particolare dello spettro autistico». E’ anche l’OMS a segnalare che tra i principali effetti dell’inquinamento nei bambini, oltre a una ridotta funzione polmonare, asma, infezioni acute delle basse vie respiratorie, otiti ricorrenti, si possono riscontrare problemi nello sviluppo neurocomportamentale, obesità, fino ad arrivare ad alcuni tumori infantili, quali per esempio leucemie e retinoblastomi, che possono essere associati a esposizioni della madre agli inquinanti cancerogeni dell’inquinamento atmosferico nel periodo prenatale.  «Va ricordato infatti che l’effetto negativo dell’inquinamento sulla salute infantile si manifesta anche in caso di esposizione materna durante gravidanza, provocando un’aumentata incidenza di disturbi dello sviluppo, di parto prematuro e di basso peso alla nascita» commenta il dottor Ceriana. Occorre inoltre sottolineare che le esposizioni in età infantile si proiettano anche negli anni successivi, rendendo l’individuo più vulnerabile durante tutta la vita.

Come proteggere i bambini

Viste le indiscutibili evidenze dei danni da inquinamento, per tutelare la salute dei più piccoli, la Sip (Società italiana di pediatra) ha presentato un Documento dal titolo: “Inquinamento atmosferico e salute. Le proposte delle società scientifiche pediatriche e del gruppo di lavoro ‘Ambiente e primi 1000 giorni’ per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie”, sviluppato dalle società scientifiche e dalle associazioni pediatriche all’interno del progetto di lavoro Ambiente e primi mille giorni, con l’obiettivo di tutelare la salute dei bambini e delle famiglie, e realizzato con il supporto finanziario del CCM-Ministero della Salute.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ma come possono quindi intervenire i genitori al fine di salvaguardare la salute dei propri bambini contro l’inquinamento Milano e Pianura Padana? Ecco qualche utile consiglio dai pediatri.

  • Fare attività fisica all’aperto per un’ora ogni giorno. Trascorrere del tempo di qualità in spazi verdi, parchi, giardini è importante non solo per rigenerare il corpo dei più piccoli ma anche per esercitare un’azione di controllo della temperatura, nonché fungere da barriera contro l’inquinamento acustico, lo smog cittadino e lo stress ambientale. Prima di pianificare le attività outdoor con i bimbi in ogni caso è sempre bene informarsi sui livelli di PM10 e ozono consultando i siti delle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale. Nel caso i livelli di inquinanti siano molto alti, meglio evitare l’uscita.
  • Nella stagione fredda, sono consigliate le ore centrali della giornata per svolgere attività all’aria aperta. Il motivo è che con le basse temperature le polveri sottili si condensano e formano goccioline di aerosol più facilmente inalabili. Al contrario, nella stagione calda, meglio evitare di svolgere attività all’aperto dalle 12 alle 18 poiché in quelle ore i livelli di ozono sono più alti. In tutti i casi il momento ideale per uscire a piedi è quando ha appena smesso di piovere, perché la concentrazione di inquinanti nell’aria è più bassa.
  • I bambini respirano anche le emissioni dell’auto dei propri genitori. Le concentrazioni degli inquinanti all’interno dell’automobile sono maggiori di quelle esterne; quindi, chi usa ogni giorno l’auto respira una parte dei propri scarichi.
  • Muoversi a piedi o in bici. Quando è possibile, scegliere di usare la bicicletta o camminare a piedi o usare i mezzi pubblici: questo fa bene alla salute perché riduce le emissioni tossiche, ma anche perché abbassa il rischio di obesità infantile. A piedi e in bicicletta, comunque, meglio prendere in considerazione sempre percorsi in zone meno soggette a inquinamento, lontani da traffico e strade affollate.
  • Andare a scuola a piedi: scegliere una scuola di quartiere, vicino a casa, facilita lo spostamento. Si avrà meno inquinamento acustico e automobilistico e maggiore attività fisica da parte dei bambini, ma anche degli adulti.
  • Evitare che il bimbo soggiorni in ambienti dove si è fumato. I figli di fumatori sono più esposti a malattie, anche se i genitori non fumano in loro presenza perché i residui tossici si depositano sull’ambiente circostante, tende, cappotti, vestiti, tappeti, mobili, oggetti, cuscini, oltre che sulla pelle e sui capelli dei fumatori, rimanendo lì anche dopo che i grandi hanno smesso di fumare.
 

Le altre precauzioni da adottare

Nelle giornate in cui si registrano alti tassi di inquinamento, come successo a Milano e Pianura Padana, i genitori possono cercare di contenere i danni con piccole strategie.

Vediamo insieme quali sono in questo elenco.

  • In bici o a piedi, evitare le strade trafficate, i semafori e le fermate degli autobus: esistono applicazioni per cellulari e servizi sul web che indicano le condizioni del traffico e aiutano a scegliere i tragitti più favorevoli. Tutte le volte che si vuole fare un percorso a piedi, giocare in un parco o fare sport all’aria aperta, considerare sempre percorsi alternativi in zone meno inquinate ed evitate le attività all’aperto vicino a strade trafficate, soprattutto nelle ore di punta, e vicino alle aree industriali.
  • Per i neonati preferire l’utilizzo di zaini, marsupi o carrozzine ben rialzate: neonati e bambini inalano più particelle degli adulti, in quanto camminano o vengono trasportati su carrozzine a un’altezza tra i 55 e gli 90 cm da terra, quindi con il viso a meno di un metro dai tubi di scarico delle automobili. Se si usa il passeggino, utilizzare le apposite coperture. Tornati a casa, meglio lavare sempre bene la faccia e le mani del bimbo.
  • Se ci si trova in macchina in mezzo al traffico tenere i finestrini chiusi per evitare l’ingresso di aria esterna.
  • Non dimenticatre che per i piccoli, così come per gli adulti, una dieta ricca di antiossidanti è utile per contrastare gli effetti nocivi dell’inquinamento. Meglio, quindi, che sulla tavola dei bambini non manchino mai frutta e verdura di stagione e olio extravergine di oliva ricco di vitamina E.

Inquinamento dentro casa

Se l’inquinamento esterno è il primo pericolo per i bambini, come del resto per gli adulti, non si deve dimenticare che esiste anche un inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi. Anzi, l’inquinamento dell’aria indoor è spesso superiore a quello dell’aria esterna per somma degli inquinanti esterni e interni. E se l’inquinamento a Milano e in tutta la Pianura Padana è a livelli alti, anche l’aria di casa ne risente sensibilmente. Al pari dell’inquinamento outdoor, anche quello indoor produce danni sul sistema respiratorio, provoca allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario, cardiovascolare e nervoso, oltre che su cute e mucose esposte. Anche in questo caso i bambini risultano più vulnerabili.

Cosa fare quindi?

  • È consigliato aerare ogni quattro-sei ore i locali dove i bambini soggiornano o riposano, per ottenere un ricambio completo dell’aria.
  • Meglio non esagerare in inverno con la temperatura: quella ideale per la cameretta è compresa tra i 18° e i 20° con un tasso di umidità tra il 45% e il 55%.
  • Non fumare e non lasciar fumare nessuno in casa: le case dei fumatori risultano in media due volte e mezza più inquinate di quelle “smoke free”. «Non è corretto pensare che gli inquinanti siano prodotti solo dal traffico dei veicoli, dai riscaldamenti domestici e dai fumi industriali» precisa il dottor Ceriana «Anche la combustione in casa di biomasse come legna e carbone, ma soprattutto il fumo di sigaretta, sono responsabili dell’accumulo di inquinanti nell’aria».
  • Sfruttare il potere delle piante. Alcune come dracena, aloe, clorofito, crisantemo, gerbera, giglio, peperomia, falangio, sansevieria e ficus da appartamento aiutano a ripulire l’aria dagli inquinanti, anche se non sono ovviamente una soluzione al problema dell’inquinamento indoor.
 
 
 

In breve

Bollino rosso per l’inquinamento a Milano e in Pianura Padana. I genitori sono preoccupati e non a torto, viste che le numerose conferme scientifiche sul pericolo che lo smog rappresenta soprattutto per la salute dei più piccoli. Alcune semplici precauzioni possono essere d’aiuto per contenere i danni.

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi su percentili e peso del feto

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

L'ecografo non è dotato di bilancia, quindi il peso del feto è solo stimato, con un margine di errore in più o in meno di circa il 10 per cento. Per quanto riguarda le misure, il range di normalità è compreso tra il 5°e il 95° percentile. Dunque, se il ginecologo afferma che tutto va bene significa che...  »

Bassa riserva ovarica: può iniziare una gravidanza?

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Può essere opportuno che la coppia che desidera un figlio si rivolga senza perdere troppo tempo a un centro per la PMA, quando la donna, soprattutto se in età matura, ha problemi relativi all'ovulazione.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti