Ipertensione e diabete legate da un ormone

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili

Un ormone potrebbe accomunare ipertensione e diabete. Si tratta dell’aldosterone che, soprattutto in alcune etnie, causerebbe il diabete di tipo 2

Ipertensione e diabete legate da un ormone

L’aldosterone è un ormone prodotto dalla ghiandola surrenale. I suoi livelli condizionano la pressione sanguigna e, se elevati, possono provocare ipertensione. Nuovi studi hanno rilevato una correlazione tra i valori di aldosterone e le possibili cause di ipertensione e diabete di tipo 2, in particolare sul rapporto tra l’organismo e l’insulina.

Insulina sotto attacco

La scoperta è frutto di uno studio dell’Ohio State University College of Medicine e del Wexner Medical Center di Columbus, pubblicato sul Journal of American Heart Association. I ricercatori americani hanno rilevato come alti livelli di aldosterone accrescano la resistenza dei muscoli all’insulina e ostacolino la secrezione di quest’ultima da parte del pancreas. Come sottolineato da Joshua J. Joseph, prima firma dello studio, si tratta di due condizioni che aumentano in modo non indifferente il rischio di sviluppare ipertensione e diabete di tipo 2.

Pericoli più che raddoppiati

Il macro studio, durato un decennio, ha preso in esame oltre 1.500 persone che avevano aderito al progetto “Multi-ethnic study of atherosclerosis”. Dall’analisi dei dati si è scoperto che chi aveva elevati livelli di ormone aldosterone aveva una possibilità più che raddoppiata di sviluppare ipertensione e diabete di tipo 2 rispetto a chi presentava livelli nella norma. Una differenza troppo significativa per essere casuale.

Chi rischia di più

Andando ad analizzare l’origine dei soggetti, si è scoperto inoltre come esistano marcante diversità legate all’etnia. Afro e cinoamericani presentano, infatti, probabilità – rispettivamente raddoppiate e decuplicate – di andare incontro a diabete. Per conoscere più a fondo le cause alla base di questa diversa sensibilità, saranno necessari ulteriori studi. Le ipotesi per ora più accreditate ricadono su fattori di origine genetica o su una differente sensibilità al sale nelle diverse etnie.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Un ulteriore studio deve ora valutare il ruolo dell’aldosterone nel metabolismo del glucosio.

 

Pubblicato il 15.4.2019 Aggiornato il 15.4.2019
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti