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È un intervento sempre meno effettuato ma ancora attuale. Tutto è nato da una decisione della Regione Puglia, che nel corso del 2014 ha approvato un decreto (il DGR 1202 del 18/06/2014) che include l’intervento di asportazione delle tonsille, che in termini medici si chiama tonsillectomia, fra quelli effettuabili in regime ambulatoriale a tutte le età. In effetti, si tratta di una delle operazioni più comuni dell’infanzia, anche se oggi è molto meno frequente rispetto al passato. Questo non significa che sia immune da rischi. Il principale? Quello di emorragie. Ecco perché la Sio, la Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale, ha inviato una lettera di diffida al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
Sono un organo di difesa
Le tonsille sono particolari strutture simmetriche situate in fondo alla lingua. Insieme alle adenoidi, formano il cosiddetto “anello linfatico della testa” (chiamato anche anello di Waldeyer): un importante organo di difesa del tratto alto delle vie aero-digestive. Le tonsille però sono attive solamente durante i primi anni di vita, poi perdono progressivamente la loro funzione. Nei bambini piccoli, con un sistema immunitario ancora immaturo, si infiammano molto spesso, a maggior ragione durante la stagione invernale. Tutta colpa dell’azione di batteri o virus, che possono aggredire queste strutture, provocando mal di gola, febbre, difficoltà di deglutizione, arrossamento locale e a volte accumulo di pus.
Quando è necessario l’intervento
Nella maggior parte dei casi, questi episodi si curano con farmaci sintomatici oppure, quando serve, con gli antibiotici. Se, però, le tonsilliti diventano molto frequenti oppure causano disturbi del respiro durante il sonno, come le apnee ostruttive, il medico può decidere di asportarle chirurgicamente. Anche negli adulti, talvolta, può rendersi necessaria questa operazione.
Serve il ricovero
La tonsillectomia è un intervento di routine, ma non va sottovalutato. Infatti, come tutte le operazioni chirurgiche, può comportare dei rischi, come quello di emorragia. Ecco perché nelle linee guida nazionali e internazionali si raccomanda il ricorso all’anestesia generale e il ricovero del paziente per 24 ore, con “pernottamento” in ospedale. È proprio alla luce di ciò che la Sio si è schierata contro il decreto della regione Puglia. “Si tratta di una decisione molto grave. La complicanza più temibile della tonsillectomia è rappresentata dall’emorragia precoce. Per questo l’ospedalizzazione per 24 ore è irrinunciabile” ha spiegato il professor Giuseppe Spriano, Presidente della Sio. Oltretutto, con una legge di questo tipo, tutte le complicanze che dovessero comparire in seguito all’intervento sarebbero di responsabilità della Regione e/o dei medici, che dunque sarebbero influenzati nella loro autonomia decisionale.
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