Mastoidite nei bambini: cos’è, sintomi e come si cura

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 22/03/2024 Aggiornato il 26/03/2024

L’orecchio del bimbo si infiamma e si arrossa improvvisamente, diventando a sventola? La colpa potrebbe essere della mastoidite, un’infiammazione dell’osso mastoideo, situato dietro l’orecchio, che non va mai trascurata. Ecco allora come riconoscerla.

Mastoidite nei bambini: cos’è, sintomi e come si cura

Se quasi tutti i genitori sanno cos’è l’otite, solo pochi conoscono la mastoidite, ovvero una malattia che, nella maggior parte dei casi, è la complicanza proprio di una otite acuta infettiva, causata da germi particolarmente aggressivi e resistenti agli antibiotici oppure curata in modo inappropriato. Più precisamente, la mastoidite consiste nell’estensione del processo infettivo e infiammatorio alla mastoide, vale a dire l’osso situato subito dietro all’orecchio. Essa costituisce motivo di visita specialistica otorinolaringoiatrica urgente, dal momento che quando non trattata adeguatamente e tempestivamente può causare complicanze molto gravi. Con l’aiuto del Prof. Pasquale Marsella, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Audiologia e Otochirurgia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta e come riconoscerla.

Sintomi della mastoidite nei bambini

Cominciamo distinguendo le due tipologie di mastoidite, quella acuta e quella cronica. Nel primo caso, la malattia compare improvvisamente, causando sintomi caratteristici, mentre nel secondo si manifesta in maniera più subdola e meno evidente. “La mastoidite acuta, più frequente nella prima infanzia (0-3 anni), si riconosce per la comparsa di una tumefazione, ossia un gonfiore, nella regione mastoidea, dietro al padiglione auricolare” spiega l’esperto. La zona diventa anche arrossata, lucida e dolente al tatto. Un altro segno caratteristico è l’anteriorizzazione del padiglione auricolare: in pratica, a causa del gonfiore comparso dietro l’orecchio, il padiglione si sposta in avanti, causando il cosiddetto “orecchio a sventola”. Inoltre, sempre a causa della tumefazione sviluppatasi dietro l’orecchio, si assiste alla scomparsa del normale solco retroauricolare. Questi sintomi si sommano a quelli tipici dell’otite, principalmente intenso dolore all’orecchio, talvolta febbre e fuoriuscita di secrezione mucosa o purulenta dal condotto uditivo esterno. Il bambino potrebbe risultare irrequieto e lamentarsi per il dolore, con un pianto difficile da interpretare.

I sintomi della mastoidite cronica sono meno evidenti e in genere sono rappresentati da:

  • dolore,
  • secrezione di pus dal condotto uditivo esterno,
  • ipoacusia (diminuzione dell’udito),
  • giramenti di testa quando sono coinvolte le strutture labirintiche che partecipano all’equilibrio,
  • dolore e rigidità cervicale,
  • malessere generale.

In questi casi bisogna sospettare la presenza di un “colesteatoma”, vale a dire un sequestro di pelle all’interno della cavità timpanica e dell’osso mastoideo, con formazione di una cisti in grado di crescere ed erodere le strutture ossee adiacenti. Il trattamento sarà esclusivamente chirurgico.

Mastoidite 1

Perché si infiamma la mastoide

Nella maggior parte dei casi, la mastoidite è la conseguenza di un’otite media, cioè un’infiammazione dell’orecchio medio (che contiene le strutture che permettono di sentire) trascurata o non trattata correttamente. “Ecco perché è importantissimo curare le otiti medie e, al termine della terapia antibiotica, ispezionare sempre l’orecchio per confermare l’avvenuta guarigione” avverte il professor Marsella.
A sua volta, l’otite media è scatenata da un’infezione dell’orecchio medio a opera di virus o batteri. Tipicamente, nei bambini la mastoidite nasce da un’infezione banale che si sviluppa nel naso o nella gola e da qui passa passa attraverso la tuba d’ Eustachio nell’orecchio, per poi arrivare all’osso mastoideo. Si tratta di una situazione da non sottovalutare, perché l’infezione potrebbe complicarsi ed estendersi più internamente anche alle meningi causando meningite, e addirittura al cervello, causando encefalite e ascessi cerebrali. Altre complicanze della mastoidite acuta sono la formazione di una raccolta di materiale infetto tra osso e cute (ascesso subperiosteo), la distruzione dei setti ossei all’interno della mastoide, e la paralisi del nervo facciale, ossia il nervo che presiede ai movimenti dei muscoli del volto. I bambini piccoli sono i più soggetti alle complicanze delle mastoiditi acute, perché le loro ossa sono ancora sottili e delicate.

La diagnosi di mastoidite

La diagnosi della mastoidite si basa innanzitutto sull’anamnesi, ossia un colloquio del medico con i genitori per conoscere i sintomi manifestati dal bambino e la sua storia clinica. Fondamentale poi la visita specialistica otorinolaringoiatrica, nell’ambito della quale saranno osservati l’aspetto esterno della cute e del padiglione auricolare e l’orecchio, attraverso l’utilizzo di un apposito strumento chiamato otoscopio. In alcuni casi è utile una TC del cranio per valutare l’estensione del processo infettivo e la presenza di complicanze. Gli esami di laboratorio possono essere utili per confermare l’entità del processo infiammatorio e l’andamento della terapia. “Inoltre è importante, soprattutto nei mesi estivi, non confondere la mastoidite acuta con l’otite esterna, un’infezione cutanea che può causare sintomi simili, in particolare gonfiore, arrossamento e anteriorizzazione del padiglione auricolare” specifica l’esperto.

Come si cura l’infezione all’orecchio

La cura della mastoidite si basa sulla somministrazione di farmaci antibiotici. Nei casi meno gravi, può essere prescritta una terapia per bocca, ma spesso è necessario procedere con un ricovero e una terapia antibiotica endovenosa. In alcuni casi si associano anche altri farmaci come cortisonici e paracetamolo. “Se nel giro di qualche giorno la situazione non migliora o se subentrano le complicanze sopra menzionate, come un ascesso subperiosteo o la distruzione dei setti ossei della mastoide, è necessario un intervento chirurgico” afferma lo specialista otorinolaringoiatra.

L’intervento si esegue in microotoscopia e consiste nella bonifica della mastoide dall’infezione e dal tessuto infiammatorio. In pratica, si effettua un’incisione della cute dietro l’orecchio, si aprono le concamerazioni ossee mastoidee (mastoidectomia) e si posiziona di un tubicino di ventilazione (drenaggio transtimpanico) attraverso la membrana del timpano, per assicurare anche nei mesi successivi l’arrivo di aria all’orecchio medio, e prevenire recidive dell’infezione.

Anche in caso di mastoidite cronica causata da un colesteatoma il trattamento è necessariamente chirurgico e consiste in una timpanoplastica, un delicato intervento in microotoscopia nel quale l’otorinolaringoiatra deve rimuovere il materiale epidermico dalla cavità timpanica e dalla mastoide e ricostruire le strutture dell’orecchio funzionali alla trasmissione del suono, quando queste siano state danneggiate dal colesteatoma.

 

Foto di copertina di woodypino via Pixabay.

 
 
 
 

In breve

La mastoidite acuta è una infezione e infiammazione dell’osso mastoideo, la parte di osso temporale (parte della scatola cranica) situata subito dietro all’orecchio. Causa sintomi come gonfiore e arrossamento retroauricolari, dolore e spostamento nel padiglione auricolare in avanti. Nella maggior parte dei casi è la complicanza di un’otite acuta trascurata o non curata correttamente. La mastoidite acuta non va sottovalutata, anzi è motivo di visita specialistica otorinolaringoiatrica urgente perché quando non trattata adeguatamente e tempestivamente può causare complicanze molto gravi.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi su percentili e peso del feto

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

L'ecografo non è dotato di bilancia, quindi il peso del feto è solo stimato, con un margine di errore in più o in meno di circa il 10 per cento. Per quanto riguarda le misure, il range di normalità è compreso tra il 5°e il 95° percentile. Dunque, se il ginecologo afferma che tutto va bene significa che...  »

Bassa riserva ovarica: può iniziare una gravidanza?

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Può essere opportuno che la coppia che desidera un figlio si rivolga senza perdere troppo tempo a un centro per la PMA, quando la donna, soprattutto se in età matura, ha problemi relativi all'ovulazione.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti