Meningite batterica: come si prende, sintomi e conseguenze

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa

È una malattia infettiva acuta, altamente contagiosa, che colpisce i bambini, in particolare quelli sotto l’anno. La vaccinazione è lo strumento più utile per prevenirne le conseguenze che possono essere anche molto gravi.

Meningite batterica: come si prende, sintomi e conseguenze

Esistono varie forme di meningite provocate da patogeni diversi, batteri, virus, funghi e parassiti. La meningite più pericolosa è quella batterica: si tratta infatti di una malattia infettiva acuta che determina un’infiammazione della guaina che riveste il cervello e il midollo spinale portando a esiti molto gravi, fino alla morte.

A rischio di contrarre questa forma di meningite, altamente contagiosa, sono soprattutto i bambini, in particolare quelli sotto l’anno di vita. Dal momento che si trasmette per contatto, il periodo invernale è particolarmente a rischio vista la maggior permanenza in luoghi chiusi.

I sintomi a volte possono essere lievi nella fase iniziale per svilupparsi poi in maniera rapida con febbre alta, vomito, mal di testa, convulsioni.

Nei neonati la fontanella anteriore si presenta rigonfia: in tutti questi casi urge recarsi immediatamente al pronto soccorso. Il vaccino contro il meningococco è ad oggi l’unico strumento, efficace e sicuro, per prevenirla.

Come avviene il contagio

La meningite può essere più o meno contagiosa a seconda del batterio che la genera: la più contagiosa, nonché la più pericolosa, è quella causata dall’infezione da meningococco che può avere conseguenze permanenti gravi e talvolta esito letale in pochi giorni. Non a caso la si definisce meningite fulminante.

L’infezione può trasmettersi attraverso:

  • le goccioline di saliva emesse da una persona infetta tramite starnuti, baci, colpi di tosse o il semplice parlare quando ci si trova entro un metro di distanza da una persona malata o da un portatore sano
  • contatto con le mucose di una persona infetta o sangue infetto
  • contatto con oggetti contaminati
  • ingestione di cibi contaminati.

Va tenuto presente che il periodo di incubazione della meningite batterica va dai 2 ai 10 giorni: dal momento del contagio alla comparsa dei primi sintomi si ha quindi un lasso di tempo abbastanza lungo per sviluppare la malattia, a seconda dei casi. La malattia è contagiosa solo nei giorni precedenti l’esordio e in fase acuta.

Proprio per le modalità del contagio, i casi di meningite batterica sono più frequenti in inverno per via della lunga permanenza in ambienti chiusi, spesso poco areati.

Sintomi

Nei bambini, e in particolare nei lattanti, la meningite batterica può manifestarsi inizialmente con sintomi lievi, inappetenza, febbriciattola, sonnolenza, irritabilità, facili da confondere con quadri patologici decisamente meno importanti e pericolosi. Nel caso della meningite batterica i sintomi peggiorano molto rapidamente determinando:

Nei neonati la fontanella anteriore si presenta gonfia. La rigidità del collo, tipico sintomo della meningite negli adulti, può non essere presente nei bambini.

Ci sono anche casi in cui i sintomi della meningite batterica rimangono lievi e rendono più difficile la diagnosi: succede ad esempio se il piccolo è in cura con antibiotici per altre ragioni o per un’infezione pregressa che nasconde la vera natura della malattia.

Occorre tenere presente che i sintomi della meningite batterica, a differenza di quella virale che ha in genere un’evoluzione benigna, si possono aggravare nell’arco di poche ore portando a perdita di coscienza, coma fino al decesso.

È per questa ragione che di fronte a sintomi sospetti di meningite è basilare avvertire il pediatra e raggiungere il prima possibile un pronto soccorso. Arrivare a una diagnosi di meningite batterica non è facile, proprio perché i sintomi sono simili a quelli di una comune influenza e a quelli di una meningite virale.

Diagnosi

Per diagnosticarla occorrono quindi un esame obiettivo, un’emocultura e un prelievo lombare che serve per l’esame del liquido cefalorachidiano (il liquor).

I medici che rilevano casi sospetti di meningite batterica, finché non hanno chiara la natura dell’agente patogeno coinvolto, devono informare le autorità sanitarie della zona e procedere all’isolamento del paziente, in modo da evitare la diffusione del contagio che può avere conseguenze anche fatali per gli altri eventuali soggetti coinvolti.

Le conseguenze

La meningite batterica è una malattia molto grave con esiti che possono essere drammatici. Può portare a gravi conseguenze:

  • encefalite o mielite, ovvero l’infiammazione di encefalo e midollo spinale che possono essere permanenti o temporanee e che comportano difficoltà di concentrazione, apprendimento e/o linguaggio, perdita di memoria o vista e udito, difficoltà di concentrazione, apprendimento e/o linguaggio, disturbi comportamentali, paralisi e danni cerebrali (soprattutto nei bambini molto piccoli), disturbi di equilibrio e coordinazione.
  • setticemia, ovvero un’infezione del sangue scatenata dai batteri a livello sistemico (che interessa tutto l’organismo), che può danneggiare gli organi in modo letale e portare alla necessità di amputazioni nonché al decesso.

Purtroppo, ancora oggi, nonostante i progressi della medicina, il 10-15% dei pazienti colpiti da meningite batterica muore, mentre il 20-30% ha conseguenze gravi e invalidanti (amputazioni, danni cerebrali, sordità, epilessia, paralisi, ritardo neuro-psicomotorio).

Anche quando la diagnosi e le cure vengono fatte tempestivamente, la possibilità di guarire senza danni permanenti è inferiore al 50% dei casi. Resta comunque basilare ricordare che tanto più precoce è il trattamento, tanto maggiori sono le probabilità di limitare le conseguenze.

In ogni caso anche in caso di sopravvivenza si possono sviluppare complicanze, tra cui deficit dell’udito, della vista, disturbi neurologici o deficit motori. Può essere necessaria inoltre una ospedalizzazione prolungata, controlli medici specialistici periodici o necessità di riabilitazione. In alcuni casi vi è la necessità di interventi chirurgici, con sequele invalidanti.

Prevenzione

È proprio la gravità della malattia a suggerire l’importanza della prevenzione. La prima arma a disposizione è il vaccino.

Esistono tre tipi di vaccino contro la meningite batterica:

  • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC)
  • il vaccino coniugato tetravalente, che protegge dai sierogruppi A, C, W135 e Y
  • il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B.

Il calendario vaccinale raccomanda fortemente la vaccinazione anti-meningococco C (spesso somministrata in versione “quadrivalente” insieme a A, W135 e Y) nei bambini che hanno compiuto un anno (con un richiamo da adolescenti), oltre che nei ragazzi tra i 12 e i 18 anni, mentre la vaccinazione contro il meningococco B viene raccomandata nel corso del primo anno di vita (3 dosi nei primi sei mesi di vita e un richiamo a 13° mese).

Nel caso di un contatto stretto e prolungato con una persona che ha una meningite batterica accertata, viene praticato un trattamento antibiotico di prevenzione che deve essere prescritto e valutato dal medico.

 Le cause

La meningite infettiva è causata da virus, batteri e funghi o miceti. La forma più comune è quella virale o anche detta meningite asettica che è curabile in 7-10 giorni; la meningite batterica invece è più rara e può avere conseguenze letali. La meningite da funghi o miceti colpisce con più probabilità persone immunodepresse e può essere molto pericolosa. 

Tra gli agenti responsabili della meningite batterica ci sono il meningococco (Neisseria meningitidis), lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) e l’Haemophilus influentiae. Il più pericoloso di tutti è il meningococco del quale esistono diversi sierogruppi: i più diffusi sono cinque: A, B, C, Y, e W135 ma il più aggressivo è il meningococco C, che insieme al meningococco B è il più frequente in Italia e in Europa.

 
 
 

In breve

La meningite batterica è un’infezione altamente contagiosa che colpisce in modo particolare l’età pediatrica. Riconoscerla non è facile ma dal momento che i sintomi possono essere lievi inizialmente e peggiorare rapidamente portando a drammatiche conseguenze. La prevenzione con il vaccino resta basilare per tutelare la salute dei più piccoli.

 

Fonti / Bibliografia

Pubblicato il 28.11.2025 Aggiornato il 28.11.2025
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