Meningite nei bambini: fa paura, ma pochi fanno il vaccino

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca

La meningite nei bambini è il peggiore incubo dei genitori, però, ancora pochi ricorrono al vaccino. Eppure di meningite si muore...

Meningite nei bambini: fa paura, ma pochi fanno il vaccino

La cronaca purtroppo continua a riportare notizie tremende, come quella della bimba di Bologna morta, a soli due anni, di meningite. Nonostante questo, però, ancora pochi vaccinano volontariamente i propri figli. Il 49% dei genitori italiani ha sentito parlare della meningite nei bambini e l’82% ha capito quanto è grave. Il 79% sa anche che è disponibile un vaccino, ma molti genitori hanno ancora paura e decidono di non vaccinare i figli. Sono dati emersi dall’indagine condotta da Elma Research su 2mila genitori. Il 38% ha paura delle conseguenze dei vaccini, il 29% pensa che quelli richiesti ai bambini siano troppi.

Nessuno è indenne

La meningite oggi, è considerata una vera emergenza sanitaria. I sintomi possono essere generici all’inizio e colpire chiunque: nessuno è indenne perché non esistono esami del sangue che possono identificare il rischio. La mortalità è del 10%, mentre il 30% dei contagiati subisce complicanze permanenti. Come riferisce l’Istituto superiore di sanità, nel 2016 sono stati segnalati 1462 casi di malattia invasiva da pneumococco, 232 da meningococco e 140 da emofilo. L’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita, dove supera i 4 casi per 100.000, si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni e diminuisce dai 25 anni. Nel 2017 il meningococco B è tornato a essere il sierogruppo più frequente.

Cosa prevede il piano vaccinale

Per la prevenzione della meningite nei bambini, il nuovo Piano nazionale vaccinale (2017-2019) ha inserito le vaccinazioni per meningococco C e B tra i Livelli essenziali di assistenza. Ciò significa che vengono offerti ai nuovi nati il vaccino per il meningococco B (3 dosi più una di richiamo) da effettuarsi al 3-4-6 e 13° mese e quello per il meningococco C, tra il 13 e 15° mese. Agli adolescenti tra i 12 e i 18 anni è offerto il vaccino quadrivalente per il meningococco ACWY (vaccino coniugato). L’obiettivo fissato dal ministero della Salute è arrivare al 95% di copertura per la popolazione pediatrica per garantire la cosiddetta immunità di gregge, concetto che spesso sfugge ai genitori. Significa che raggiungere il 95% di copertura di vaccinazioni serve a proteggere chi non può vaccinarsi, perché magari ha il sistema immunitario debole o è malato.

Il tipo B

La vaccinazione per il meningococco B è raccomandata solo nel primo anno di vita, ma le evidenze scientifiche e già alcuni dati di cronaca dimostrano che il rischio di infezione si mantiene elevato lungo tutta l’età prescolare. A segnalarlo c’è anche una ricerca condotta in diverse regioni italiane e coordinata dall’ospedale Meyer di Firenze. 

Lo sapevi che?

Anche nei bambini più grandi e negli adulti esiste il rischio di meningite: dai 10 ai 24 anni si sono registrati nel 2017 il 40% di casi di meningococco B e il 34% di quello C.

 

 

 

Pubblicato il 21.1.2019 Aggiornato il 15.11.2019
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti